Stavolta sono controcorrente...perdonatemi
Se c’è una cosa di cui ho imparato a fidarmi è il mio istinto…
Non capivo perché questo episodio, così drammatico e scioccante non mi avesse commosso fino alle lacrime…qualcosa non quadrava: perché non mostravo vera, immediata e genuina pietà per House agonizzante, a terra, nel suo vomito? Sono stata toccata, certamente, ma non come mi sarei aspettata o meglio, non come avrei voluto esserlo…perché?
Mi ci sono volute un paio di visioni e la comprensione completa dei dialoghi, per avere la mia rivelazione: non serviva pietà. Questa “via crucis” si è resa necessaria nel cammino di House verso la consapevolezza….un po’ come una penitenza, in un certo qual modo...
Quello che sembra ovvio in questo episodio non lo è.
Niente è quello che sembra.
L’ ovvio è il vero arcano.
I “cattivi” non sono poi così cattivi ed i “buoni” non così buoni: in realtà, fa comodo a volte non prendere posizione quando non si sa che posizione prendere.
Il tema vero dell’episodio non è il dolore, già ampiamente sviscerato in quella che io amo definire la “trilogia del dolore” (Detox, Skin Deep e What’s your daddy?), bensì la vera presa di coscienza del problema della dipendenza di House da parte di ogni personaggio e, vivaddio, da parte di House stesso…Questo è il vero filo conduttore della terza serie (fino ad ora), sviluppatosi grazie all’entrata in scena di Tritter, il vero deus ex machina.
Tritter …la nemesi, ha in realtà la forma mentis di House: i suoi ragionamenti in questo episodio sono estremamente significativi. Se fossero usciti dalla bocca di House avremmo applaudito, ma poiché partoriti dal cop appaiono anatema. Ma la sua logica non fa una piega: non importa il perché del comportamento di Wilson , quello che importa è che House deve fare i conti con la realtà, semplicemente. E ad House sta scegliere se attenersi ai propri “principi” e finire dentro rovinandosi la carriera oppure salvare la pelle. In definitiva: l’orgoglio o la vita? Mi rendo conto che dà fastidio che Tritter possa avere ragione, ma ce l’ha. In questo caso ce l’ha. Che poi sia uno schifoso bastardo frustrato che abusa del suo potere per schiacciare gli altri è una realtà, che però non inficia il fatto che con House ha visto giusto: non è il vicodin a fare di House un genio.
Uno strano Natale….
La Santa Claus di Armstrong stride con l’atmosfera dell’episodio: una scelta musicale “stonata” appositamente, proprio perché niente è come sembra. E’ vero, siamo a Natale: c’è l’albero, il presepe, gli addobbi e la neve, ma niente è più lontano dallo spirito natalizio di quanto sta per accadere…niente serenità o speranza, ma solo disagio, dolore, agonia, disperazione e solitudine…House tocca il fondo al punto da accarezzare il desiderio della morte oppure ….lo tocca al punto di andare in overdose con il mix oxycodone+alcool per non pensare a quanto solo, disperato, orgoglioso e str@nzo sia in realtà. Propendo più per la seconda ipotesi, anche se ho pensato al suicidio dopo la telefonata alla madre, ma….non aveva senso, o meglio, non dopo la crisi d’astinenza superata, il dolore attenuato, la risoluzione del caso ...ritengo più probabile un intenso desiderio di oblìo, incurante delle conseguenze, o forse lo voglio credere….
Wilson….. il traditore
la rivelazione di Giuda nell’ufficio di House, il Buon Natale di Tritter e il và all’inferno come risposta….House costretto a scegliere : ammissione di colpa e due mesi per disintossicarsi oppure la galera e la carriera compromessa…bel dilemma per uno che non ha fatto niente, che non ha un problema e che non ha bisogno di nessuno…non lo dovrebbe essere, in realtà.
House braccato e con le spalle al muro ovviamente non ne vuole sapere e accusa Wilson di avere fatto il Giuda per opportunismo travestito da nobili intenzioni, soltanto per riappropriarsi della sua (veramente invidiabile!) vita…già colpa imperdonabile…per uno che stava mutilando una bambina e che prende a pugni un impiegato senza motivo…veramente imperdonabile…
E la colpa, caro House, non è del dolore, lo sappiamo da Detox e dalla trilogia: la tua “scimmia”, il tuo straziante dolore, allora, non t’ impedirono di lavorare e di essere lucido, semplicemente perché non avevi oltrepassato il limite, come invece accade adesso…
Wilson è invece il proverbiale tesoro. Non esistono molti Wilson in realtà. House è fortunato, ma credo lo sappia perfettamente. Wilson è stato un grande, perché il suo comportamento è stata la leva della consapevolezza. Ha veramente fatto la cosa giusta, ha rivestito il ruolo scomodo del Giuda senza cuore solo ed esclusivamente per salvare la vita ad un amico. Definire House una “ forza positiva nell’universo” malgrado tutto, ci dice quanto lui tenga all’amico: è una vera dichiarazione di stima e di affetto che lo porta a rinunciare alla testimonianza contro House, non reggendo all’idea di essere il suo carnefice. Ma Wilson non potrà mai esserlo e lo dimostra alla fine.
In certi casi bisogna osare, usare mezzi estremi, essere inflessibili, e la “crudeltà” dell’amico (e medico) nel lasciare House sul pavimento a fare i conti con il suo vomito, in realtà ha fatto sì che House si presenti da Tritter: e non lo vedo come un segno di debolezza. Vedo consapevolezza e istinto di autoconservazione che hanno avuto la meglio sull’ostinazione e sull’orgoglio. Vedo un uomo che ha trovato la forza per andare avanti e tentare un’ altra strada per gestire il suo dolore: di qualsiasi natura esso sia.
I tre giorni del junkie….
tre giorni in cui House imbocca il precipizio, in cui vive l’inferno, è disperato e patetico, arriva a ferirsi, rubare e falsificare ancora una ricetta, siglando così la sua condanna ciò nondimeno risolve lo strano caso della nana-non-nana…conservando la forza e la lucidità necessaria per rendersi conto che anche qui niente è come sembra. Le apparenze ingannano a volte…Hanno ingannato l’intero team; ingannano la bimba distrofica che vede un cane nel suo orsetto e hanno ingannato pure la madre nana riguardo la figlia…Ma House diagnosta vede lucidamente le cose nella giusta prospettiva e può anche apparire crudele con la madre, ma in realtà, seppur brutalmente, la costringe a riflettere e consigliare la figlia di accettare la cura per diventare “normale” …essere “diversi” non rende più forti o migliori (tetto-Stacy-Wilson: ricordate?)…un altro passo verso la consapevolezza, House
Come ha ragione poi la madre: niente è così semplice….niente è come sembra…Quanto adoro le interazioni di House con i “diversi”….quanto adoro House…..
Ahi ahi Cameron…
Cameron mi era sembrata coraggiosa nel suo andare controcorrente. Niente di più sbagliato in questo caso…Cam ha veramente la sindrome della crocerossina e si è fermata qui. Facile sputare sentenze e facile attaccare Wilson. Facile parlare e non fare niente se non commiserare…facile leccare le ferite di chi non si aspetta altro che pietà. Ma non è di questo che ha bisogno House e non certamente di questa Cameron…peccato: un’altra occasione sprecata.
Foreman, ovvero “House tanned” per dirla alla Wilson, mi è piaciuto perché finalmente ha mostrato un po’ di umiltà nei confronti di House: anche se l’ approfittarsi del suo stato per ottenere un aiuto è veramente una mossa degna del suo mentore…
Chase rimane il mio cruccio…..possibile che pensi solo al mantenimento del posto di lavoro e non prenda mai posizione?
Last but not least, la mitica Cuddy: non la invidio nel suo ruolo di ago della bilancia. Come Wilson, malgrado il tentennamento iniziale, ha cercato di tenere duro per il bene di House, mostrando anche un lato cinico che non le si addice e a cui non ho creduto: non avrebbe mai sacrificato una vita umana per una questione di principio e lo ha dimostrato sventolando il flacone di vicodin sotto il naso di House (anche se la mossa è crudele e strumentale) presa dalla disperazione…Il suo atteggiamento materno nei confronti di House mi suscita sempre una particolare tenerezza….Per quanto autoritaria possa apparire, non ha remore a supplicare l’aiuto di House per salvare un paziente e non ha problemi ad ammettere la sua incapacità di fronte al genio di House.
Malgrado la tensione emotiva dell’episodio, House is still House, parafrasando Cameron: irresistibili i battibecchi tra House e la madre nana….
Per concludere con le stonature: “Merry Christmas” detto da Tritter….no comment.