| Ho decantato le emozioni, la mia mente è più lucida e sono decisamente in thinking mood….il mio giudizio sull’episodio non è cambiato, ma come mi succede di solito, ho, con calma, ricomposto il puzzle delle sensazioni e ora tutto quadra…almeno per me. Che cosa rende speciale questo episodio? Le emozioni trasmesse dalle pause, dagli sguardi, ma sopra ogni cosa…il subtext, l’implicito, ciò che volutamente gli autori hanno lasciato alla nostra interpretazione e che sta alla base del Tritter arc. Amo gli episodi che ci fanno guardare dal buco della serratura i segreti della mente e dell’animo di House, anche se quello che vediamo e avvertiamo non sempre ci piace e non è quello che vorremmo vedere. E’ però un problema nostro. La cosa importante rimane quello che questi episodi riescono a trasmetterci: l’irresistibile ed ossessiva tentazione di arrivare alla verità. Questo è un episodio “chiave”, come il Pilot, DNR, Damned if you do, Role model, Need to know, Son of a coma guy, Lines in the sand… dove raccogliamo indizi all’apparenza insignificanti, ma in realtà fondamentali per la comprensione dello sviluppo narrativo e la delineazione psicologica di House. Non basta una prima visione. O una seconda….si ha bisogno di capire, di seguire il filo conduttore che anima gli autori nel tracciare le linee della storia…. Questo è un episodio che non vede il pubblico concorde nei giudizi: le reazioni sono diverse, le interpretazioni pure. Believe what you want dice House a Wilson alla fine dell’episodio a proposito del fatto che nulla è cambiato….crediamo pure ciò che ci pare, ma stiamo attenti a non lasciarci manipolare da House. E’ bravo nel nascondere la verità, ma io non credo affatto che non sia cambiato niente. House vorrebbe farlo credere a noi e a Wilson, ma non è così. Vorrebbe farci credere che lui è impermeabile e si lascia scivolare addosso ogni cosa, ma non è così. Rammento il dialogo con la suora in cui House dice di non essere insensibile. E’ la verità. E i suoi occhi, in words and deeds, ce lo urlano in silenzio. Il gioco di sguardi tra House e Tritter e tra House, Cuddy e Wilson sono eloquenti. House soffre, ha paura e tende la mano a Wilson e a Cuddy perchè teme per sé. E’ sincero nei sentimenti e nelle reazioni durante l’episodio. Quando va da Tritter, gli chiede scusa e ammette la sua sofferenza, è sincero…mi ha ricordato l’epilogo di DNR, stesse parole, stesso sguardo. Quando vomita l’anima nel water sta forse fingendo? Ammettiamo pure che Voldemort, il corruttibile infermiere, gli abbia passato qualche pillola di vicodin: e allora? House non credeva nella riabilitazione, è un codardo e stava tentando (un po’ pateticamente) di limitare i danni e forse avrà barato, ma non poteva conoscere allora l’epilogo della storia. Non poteva prevedere la falsa testimonianza di Cuddy. Sapeva solo che lo aspettava la prigione e sperava in uno sconto di pena. Words and deeds. Parole e azioni: dove si nasconde la verità? Nelle nostre parole o nelle nostre azioni? Non esiste Una risposta. Everybody lies…ma…. tra le bugie a volte si cela la verità. Remember il pilot? Truth begins in lies. Se c’è una cosa di cui sono sicura, dato il perfezionismo di Shore e di Hugh è che in questo telefilm, nulla accade per caso, tutto è curato nei dettagli e tutto ha una spiegazione razionale nell’evoluzione della storia. Il pubblico può non condividere tutto e probabilmente certe scelte sono anche influenzate dagli umori dei fans, ma ogni episodio ha un suo significato preciso, così come ogni arc. Shore ha detto di avere preferito fare evolvere House con il rischio di scontentare il pubblico: è quello che è successo. Ma non solo con Tritter. Se ci pensiamo un attimo, tutti gli arc hanno infastidito il pubblico: non vedevamo l’ora che Vogler uscisse di scena, la stessa cosa è accaduta con Stacy. E tutti gli arc hanno avuto un loro significato. Vogler ci ha rivelato che House ha dei principi e che fa sempre quello che ritiene giusto, a qualunque costo. Prezzo che comunque non paga perché c’è Cuddy che lo toglie dai guai. Più o meno la stessa cosa che avviene, certo in maniera più drammatica, con Tritter. Grazie a Stacy abbiamo invece intravisto quello che era House prima della gamba: non molto diverso, ma meno cupo, capace di dire “ti amo” , capace di abbandonarsi ai sentimenti, con il viso disteso e sereno. Stacy ci ha regalato il lato tenero di House. Sparita lei, House ha ricacciato il cuore nei più profondi meandri del suo animo e chissà quando lo farà evadere di nuovo…. Arriva Tritter: la sua nemesi o il suo alter ego, a seconda dell’angolazione che vogliamo dargli. Tritter ha avuto un duplice scopo. Costringe House a guardarsi “allo specchio”: Tritter è un House incattivito, un cane arrabbiato senza pace, in preda ai più feroci tormenti ed ossessioni che vede il male in tutto e tutti, semplicemente perché il male è dentro di lui. Non così per House. Tritter non ha angeli custodi come House. Non conosce la generosità e la lealtà di Cuddy e Wilson, non conosce il loro amore incondizionato e disinteressato. In più House ha la prova tangibile ed inconfutabile che, se le cose si mettono davvero male, non sarà mai solo. E questo è certo un sollievo a tal punto che, passata la tempesta, accetta la “strigliata” di Cuddy e ritorna, sfrontato come sempre, a riassumere lo stesso atteggiamento nei confronti di Wilson, perché ritornerà la routine che tanto lo rassicura. La fine , anche grazie alla colonna sonora, mi ha colpito al cuore. Da mamma mi ha intenerito e ho pensato alla mia piccola belva: i bambini amano la certezze e la routine e sanno che qualsiasi cosa facciano, passate le sculacciate e le ramanzine, possono comunque contare su mamma e papà, sempre. Cuddy e Wilson vogliono solo migliorare la qualità della sua vita. House l’ha capito, credo. E l’ho trovato un segnale di ottimismo dopo tanto dolore. Ecco perché ho amato Tritter. Grande anche nell'uscita di scena: augura ad House buona fortuna e spera di essersi sbagliato sul suo conto...forse non sarà così, ma gli concede il beneficio del dubbio. Anche per lui (come le scuse per House a Wilson) non erano necessarie quelle parole, ma il fatto che le abbia pronunciate lascia uno spiraglio…. Ecco perchè ho accettato questa fine del Tritter arc. Inizialmente volevo la totale presa di coscienza di House e volevo che uscisse da solo dai guai. Ma pretendevo troppo. Il suo personaggio non si è evoluto fino a tale punto. Occorrerà dargli più tempo. La verità è che House da solo non ce l'avrebbe fatta a tirarsi fuori dai guai. Sarebbe stato annientato da se stesso e la storia sarebbe finita tragicamente. House vive, opera e lavora grazie a Cuddy e Wilson. Verità incontrovertibile. Senza Il Grillo Wilson e la Fatina Cuddy, House per ora capitola, la trasformazione da burattino a bambino, metaforicamente parlando, tanto per rimanere tra le pagine di Pinocchio, è ancora remota. House non è ancora pronto per la prova della balena. La rinascita appare lontana: in ogni caso House non sarebbe più lo stesso e finirebbe la sua storia. Quindi mi chiedo: è veramente proprio questo che vogliamo?
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