'MEDICINA GENERALE' LA RISPOSTA AL DOTTOR HOUSE "
ROMA - Meno sanguinolento di Er, meno ruvido di dr House, meno ironico di Grey's Anatomy: 'Medicina generale', la nuova serie in onda da domenica su Raiuno in prima serata declina il genere hospital all'italiana, ossia con molto melodramma, ma con qualche novità rispetto ad altre fiction mediche.
I casi di malasanità, i temi forti dell'eutanasia, piuttosto che dei pazienti che rifiutano le cure, i degenti in corsia per carenza di posti letto, ma anche gli ospedali che fanno i conti con i deficit e i tagli al bilancio: 'Medicina generale', prodotta da Roberto Sessa e Enzo Tarquini per Grundy Italia e Rai Fiction, con la regia di Renato De Maria girato all'ospedale Forlanini di Roma, aggiorna il tema con una buona dose di realismo.
"Non è necessariamente rassicurante - dicono Donatella Diamanti e Monica Zappelli che con Stefano Bises e vari altri autori firmano le sceneggiature delle 14 puntate - l'ospedale è un microcosmo in cui a volte ci si inquieta anche. Anzi la forza innovativa di questa serie è aver fatto una equilibrata commmistione di momenti leggeri e drammatici, senza mai perdere di vista l'umanità dei personaggi".
Intanto per la prima volta il protagonista non è un medico (da Massimo Dapporto a Giulio Scarpati per citare gli attori in divisa bianca italiani) ma una donna, una caposala molto giovane, Anna, interpretata da Nicole Grimaudo. Intorno a lei medici e infermieri del reparto di medicina generale di un grande ospedale: il cardiologo Giacomo (ANdrea Di Stefano), single incallito e che poi non senza alti e bassi capitolerà con la caposala Anna; il gastroenterologo Alfredo (Marco Giallini) che scoprirà ritardi nello sviluppo del linguaggio del figlio di tre anni; la dottoressa Gabriella (Fabrizia Sacchi) nevrotica che scoprirà un forte desiderio di maternità; il primario Bergamini (Roberto Citran), burbero ma autoritario;
l'infermiere Angelo (Antonello Fassari) il più simile al celebre Dr House e l'infermiera un po' fannullona Olga (Francesca Reggiani). Dopo le prime 8 puntate, arriveranno su Raiuno in autunno altre 6, attualmente sul set al Forlanini, cinque delle quali dirette dal giovane Luca Ribuoli e l'ultima, ambientata in India, ancora con la regia di De Maria.
E sono in scrittura anche quelle per la seconda stagione. "Con questa serie, la quinta su Raiuno in una stagione, un vero record - ha detto il direttore di Raiuno Agostino Saccà - cerchiamo una modernizzazione del linguaggio per andare alla ricerca di un pubblico più giovane dei 50enni che formano l'età media della fiction generalista". Renato De Maria, che prepara il nuovo film da regista (dopo Hotel Paura, Paz e Amami), ha accettato di dirigere questa serie, dopo aver apprezzato "il tono veristico del racconto, i dialoghi senza retorica, senza per questo negare il melò. Ho visto tutte le serie hospital americane, House, Grey's Anatomy poi però ho fatto un passo indietro perché, pur cercando di strizzare l'occhio ai livelli stilistici, visivi americani, questa serie è impregnata di realtà italiana che ha una sanità pubblica e non cliniche a 5 stelle come quelle che vediamo nei serial Usa e nei nostri ospedali ci passano tutti, ricchi e disagiati".
Le storie di ciascun episodio sono ispirate a casi veri, così come i dettagli tecnici di operazioni chirurgiche, diagnosi e cure vengono dai consulenti scientifici della serie. Le riprese sono state possibili al Forlanini che, inaugurato nel 1934 per la cura della tubercolosi, ha ad oggi numerosi spazi dismessi. Un'intero piano é stato adibito alla riprese. I lavoratori dell'ospedale, pur comprendendo la necessità di ottimizzare i costi, hanno però lanciato un appello affinché non cambi la destinazione d'uso.
Bhè...sembra che più di una serie tv sarà un documentario sugli ospedali italiani!
Chissà cosa ne viene fuori, nn so perchè ma quando si parla di serie tv italiane io ho sempre un po' paura...
Ah! Fonte ANSA
