Second chance, amore e lacrime

« Older   Newer »
  Share  
rabb-it
view post Posted on 20/3/2007, 22:26




CITAZIONE
meglio una stretta di mano.....
....basta incidenti diplomatici a causa degli abbracci.....
....cerchiamo di darci un pò di contegno.....

a ma TU non lo sai... io gli abbracci solo per iscritto!

via mail via sms via post via cartolina e via lettera con posta lumaca....


di persona traliccio dell'alta tensione!


sono un po' bassa come traliccio ma ALTA tensione, molto ALTA!


:lol:


 
Top
°vally°
view post Posted on 22/3/2007, 18:47




CITAZIONE
Era appena scesa la sera quando si trovò alla guida della sua auto.
E sapeva perfettamente dove voleva andare.

Dove?Dove?Dove?Dove?Dove?Dove?Dove?Dove?Dove?Dove?Dove?Dove?Dove?Dove?Dove?Dove?Dove?Dove?Dove?Dove?Dove?Dove?Dove?Dove?Dove?Dove?Dove?Dove?Dove?Dove?Dove?Dove?Dove?Dove?Dove?Dove?Dove?Dove?Dove?Dove?Dove?Dove?Dove?Dove?Dove?Dove?Dove?Dove?Dove?Dove?Dove?Dove?Dove?Dove?Dove?Dove?Dove?Dove?Dove?Dove?Dove?Dove?Dove?Dove?Dove?Dove?

Guarda che posso andare avanti così molto a lungo........
 
Top
gioalle1
view post Posted on 22/3/2007, 23:14




capitolo 7

Bussò con insistenza alla porta della stanza 204. Wilson non fu stupito di trovarsi davanti Cuddy, sapeva che prima o poi sarebbe venuta a torchiarlo. Tutto sommato era pronto.
Aveva gli occhi arrossati, ancora qualche fiocco di neve tra i capelli, che ultimamente portava più corti del solito, facendoli poggiare sulle spalle. Wilson pensò che anche dietro a questa scelta estetica ci fosse House. Entrò come una furia.
“Lo so che sai dov’è…sono sicura che l’hai sentito in questi mesi. Ho bisogno di saperlo”.
Non una lacrima, né tantomeno un’indecisione nelle sue parole.
Wilson la guardò negli occhi e ammise con sincerità: “Mi ha chiamato. Spesso. Gli ho detto un centinaio di volte di chiamarti. So anche cosa è successo tra voi, la sera prima della sua partenza”.
Cuddy rimase imperturbabile, anche se sarebbe voluta scoppiare a piangere. Sentiva le gambe pronte a cedere, ma decise di combattere anche contro di loro.
“Dov’è?” - chiese seccamente.
E Wilson: “A Londra. Lavora in un piccolo ospedale. Medico di ambulatorio.”
Dovette sedersi dopo questa rivelazione. D@nn@zione a te, House…
“Tornerà?”
“La situazione è più complicata di quanto sembri. Quando ha deciso di fuggire da qui, era in crisi, e tanto per cambiare ha pensato solo a sé stesso. Non aveva però calcolato che sarebbe venuto da te, prima di partire. Aprirsi con te quella sera lo ha terrorizzato. È stato con te perché lo voleva, anche se sapeva che ti avrebbe ferito. Ma se non avesse seguito l’istinto che lo portava da te, se ne sarebbe andato senza tornare mai più. Ora, sta cercando di mettere a posto la sua vita e ha deciso di farlo da solo, lontano da qui e senza condizionamenti. Ma considerando quello che c’è tra di voi, ha un motivo per tornare, voglio pensare che tornerà, ma non so dirti quando, non lo sa nemmeno lui. Sei ancora un capitolo aperto”.
Wilson si sedette vicino a Cuddy e le strinse la mano.
Proseguì.
“Capire cosa gli passi nella testa in questo momento mi risulta veramente difficile. E non so darti nemmeno risposte certe, nonostante gli abbia fatto molte domande. Posso fare solo una cosa per te, e spero possa darti qualche risposta.”
Wilson si alzò e si diresse verso uno zaino, estraendo qualcosa di piccolo che Cuddy non capì cosa potesse essere.
Tese la mano verso di lei e le diede una chiave.
“Vai nel suo appartamento, ha portato via poche cose, ed è tutto più o meno come quando ci viveva. Mi ha mandato la chiave per posta da Londra, non mi ha detto cosa ne dovevo fare. Ci sono andato una volta sola, appena l’ho ricevuta. Non ho trovato nulla, nemmeno un biglietto. Credo volesse fartela avere. Spero che tu trovi quello che cerchi”.
Cuddy tenne stretta la chiave nella sua mano e si alzò dalla poltrona, diretta verso la porta.
Stava ormai uscendo quando Wilson la fermò.
“Lisa, perché sei venuta solo ora?”
Semplicemente disse “Lo rivoglio indietro, Wilson”.
E con una determinazione che sembrava essere svanita nei mesi passati, corse verso l’auto e partì verso la casa di House.
 
Top
°vally°
view post Posted on 23/3/2007, 19:22




Evvaaiiiiiiiiiii Lisa!!!!!

Che troverà a casa di House?

Le scorte delle scorte della riserrva segreta di Vicodin.
Tanta Morfina.
Le pagine del libro sul lupus strappate e usate come carta igienica.
Unbarattolo di sottaceti ammuffiti nel frigo.
Ok...sto facendo di tutto per resistere all'attesa :)
 
Top
rabb-it
view post Posted on 23/3/2007, 22:11





Wilson che conosce i dettagli della serata HUDDY mi indispone!


OH... però il mio lato noshipper, che poi è nooooo rovinare la cuddy in quel modo... qui si ribella e non so manco perché!


va bhé a sto punto aspetto il seguito quasi con la stessa ansia di Vally!

alla faccia del non essere shipper...

ok non è shipperismo... è curiosità!



 
Top
rabb-it
view post Posted on 29/3/2007, 11:18




Gioooo


va bene che i miei commenti noshipper ti hanno depressa... ma pensa anche a noi, che volgiamo sapere come finisce...

o il finale lo stati scrivendo or ora dopo aver letto i nostri commenti mano a mano che procedevi?


nel caso... attenderò!


ma non farci attendere troppo!


AH

sì starò attenta quando passeremo vicino al Naviglio, si di esserti a distanza di sicurezza!





 
Top
°vally°
view post Posted on 30/3/2007, 14:44




Si pensa a noi Giò..... :cry:
Oppure vuoi aspettare domenica e leggerci il finale dal vivo mentre sorseggiamo tè e mangiamo pasticcini sedute su comodi divanetti mentre fuori impervia il diluvio universale?

Mhà...nn è male come idea... ^_^
 
Top
gioalle1
view post Posted on 31/3/2007, 10:36




macchè...posto subito.....ariva!!!
con una "r" così arriva prima

ULTIMO CAPITOLO

Aveva pensato almeno un paio di volte di frenare, girare l’auto e tornarsene a casa. La curiosità che la stava guidando sembrava trasformarsi in sofferenza. Come la volontà di sporgersi da un precipizio e sapere che più ti avvicini e più alte saranno le probabilità di cadere, lei voleva andare avanti, non le interessava di cadere; voleva sapere da che altezza sarebbe saltata e quanto si sarebbe fatta male. Si, sapeva che se ne sarebbe fatta. Solo non capiva ancora quanto.
E schiacciò ancora di più il piede sull’acceleratore. Sapeva dove si trovava la casa di House, ma non c’era mai entrata. Era arrivata solo fino alla porta, una volta sola, per parlare con House. Lui non la fece entrare.
Si chiese come mai la fece restare fuori, ma mettersi nella testa di House era sempre stato arduo, così come era impossibile per chiunque capire secondo quali dinamiche agiva.

Stette in piedi di fronte ai tre gradini che l’avrebbero accompagnata alla porta della casa che fino a sette mesi prima era di House. Non sapeva se doveva considerarla ancora come sua, lui non c’era più, in fondo. Due giri di chiave, una grossa stanza buia. Grazie alla luce che entrava dal piccolo atrio, vide il generatore di corrente.
Alcuni secondi dopo accese anche la luce. Le venne un conato di vomito. Non per l’odore, non per la polvere.
La casa era intatta, sembrava che House avesse preso l’indispensabile e poi fosse scappato. Era il pensiero che fosse scappato da lei a farla stare malissimo. Le era stato detto che la decisione di andarsene House l’avesse presa prima di essere stato con lei, ma la fretta della fuga era così evidente: riviste e libri erano ancora sul tavolino davanti al divano nero in pelle, un bicchiere era sul pianoforte.
Il pianoforte.
Non sapeva che ne avesse uno, tantomeno riuscì a immaginarlo mentre lo suonava. Ecco, era proprio questa una scena che le sarebbe piaciuto vivere con lui, stare seduta sul divano del suo appartamento mentre lui suonava.
Sfiorò i tasti del piano, gli stessi che aveva toccato anche lui, e socchiuse gli occhi.
Si accorse che tutti i ricordi di House che aveva cercato di bandire dalla sua mente erano tornati.
Avrebbe voluto riavere tutto indietro. Avrebbe voluto riavere House indietro. Pianse, silenziosamente. Era comunque ospite in quell’appartamento abbandonato, non voleva disturbare quelle mura. Vide altri libri, una quantità infinita di cd, in linea con l’amore per la musica che sprigionava il pianoforte abbandonato da mesi.
Si avvicinò alla camera da letto, lasciata con la porta spalancata. Non c’erano lenzuola e l’armadio era vuoto. Si sedette sul materasso e provò vergogna di sé stessa quando ebbe la voglia irrefrenabile di aprire il cassetto del comodino. Comunque decise di farlo e vide che conteneva una sola cosa. Una fotografia. Scattata l’ottobre dell’anno prima, durante la festa di beneficenza che Cuddy aveva organizzato in ospedale. La fotografia ritraeva lei e House, vicini ad un pianoforte. Diamine, non si ricordava nemmeno che gliel’avessero scattata. Erano in posa uno vicino all’altra, lei indossava un abito verde scuro.
Gettò la testa all’indietro, chiudendo gli occhi. House non aveva portato con sé quella foto. Nella sua mente lo vedeva mettere nella valigia le cose importanti, e lasciare in quel cassetto la fotografia.
Non era amore, quindi? Si stava forse aggrappando alle illusioni di una storia che poteva essersi creata solo nella sua testa? Una notte d’amore le aveva condizionato la ragione talmente tanto che forse, a questo punto, era legittimo pensare che i suoi sentimenti, le sue sensazioni e i suoi ricordi fossero stati troppo amplificati? Quanto di ciò che provava era frutto di una sua illusione? Non sapeva più nulla. Nessuna risposta.
Non capiva. Fino a che punto quello che provava era frutto della realtà o di frustranti illusioni nate dalla solitudine di questi mesi.
Non era amore. O se lo fosse stato, era finito.
Finì per sentirsi vuota dentro, mentre pensava a queste cose e guardava fuori dalla finestra della stanza da letto. Era vuota, anche perché il tormento di un amore che l’aveva abbandonata non era più qualcosa a cui lei stessa permetteva di aggrapparsi.
Si alzò lentamente dal materasso. Dalla finestra vide che scendeva ancora la neve.
Si girò verso la porta della camera per uscire. House la guardava appoggiato al muro. Cuddy aveva il volto ancora segnato dalle lacrime, la fotografia in mano. Chiuse gli occhi, pensando per un istante che la figura di House fosse frutto della suggestione. Quando li riaprì era ancora lì.
“Hai tagliato i capelli. Non farlo più.”
Lei gli si gettò al collo. Lo abbracciò con tutta la forza che aveva. Lui la baciò con avidità, si accorse che Cuddy piangeva copiosamente quando trovò anche le sue guance bagnate.
Volevano amare qualcuno. Volevano amarsi. Solo l’amore li avrebbe resi liberi. Liberi dalle domande, dai dubbi, dalle illusioni. Si ritrovarono in quella sera d’inverno, con la neve che copriva il passato. Il dolore di un amore sofferto li avrebbe segnati per sempre, il tempo non avrebbe avuto la forza di cancellare quei mesi troppo densi di emozioni. Ma erano insieme ora, volevano stringersi, guardarsi e parlarsi. Avrebbero avuto tante cose da dirsi. Si erano aspettati, in fondo, e con un solo sguardo quella sera capirono che era amore.
Nessun’altra attesa.
Nessun dubbio.
Mai più uno senza l’altra.
Lisa e Greg.
Semplicemente.


FINE
 
Top
rabb-it
view post Posted on 31/3/2007, 16:50




Ora che faccio te la commento subito, o attendo domani e ti dico tutto in presa diretta?

e gli altri poi non sanno che ti direi... bhe potrei postarlo dopo il commento... tanto già te lo immagini vero?

mi sembra quasi come se te l'avessi già commentata, visti i miei commenti fino a qui... ma chissà magari potrei sorprenderti!

domani però!
 
Top
°vally°
view post Posted on 1/4/2007, 14:55




Ahhhhhh...l'happy end :wub:
Lo sapevo che tornava...mica poteva perdere così l'occasione della sua vita!
Brava Gio!
 
Top
rabb-it
view post Posted on 3/4/2007, 19:16




avevo promesso un commento dopo l'incontro, e ti lascio un commento un pochino particolare...

Scritto l'anno scorso in estate... dopo rilfessione su cosa non mi piaceva di certi commenti.

Negli anni ho ricevuto vari commenti alle mie stupiderie varie.

Quelli che mi hanno fatto più piacere sono stati quelli che contenevano il critico resoconto dei miei errori.

Masochismo?

No, tutt'altro.

è che, secondo me, ricevere critiche, permette il miglioramento.

E poi, se a qualcuno non piace quello che scrivo, o come lo scrivo, vuol dire che almeno ha letto.
Altrimenti è difficile che arrivino commenti di alcun genere.

E i vari "Oh che bello!!!" che si leggono a volte... bhe spesso non mi dicon molto....
(spero mi perdonino gli amanti del OHHHH che bellooooo!!!!!!)

mentre i "Bello, ma... (segue critica più o meno pesante o leggera)
mi metton davanti a delle riflessioni, certo bisogna aver voglia di riflettere, o esserne in grado!

Quando arrivano troppi complimenti per una cosa che si essere mediocre... poi è difficile non pensare che non abbiano manco letto.
Quando arrivano critiche, su questioni precise, che magari convincevano poco anche me... allora capisco che chi ha letto lo ha fatto con attenzione...

quando la critica è esagerata, come certi complimenti allora non la considero... comodo vero?

Mai detto di esser persona capace di autocritica...



c'entra poco con la tua fanfic è vero, ma viste le esagerate crtiche che ti ho mosso mentre pubblicavi mi pareva giusto dirti cosa faccio io in certi casi :Cactus02:




ah... haem ultima critica, quel finale me lo aspettavo, come una cosa scontata, me lo hai detto tu che sei shipper!


:Azzurro06:
 
Top
joji
view post Posted on 3/4/2007, 21:35




waaaaaaaaaaa!! teneriiiiiiiiiiiiiiiiiii!!! la adoro dempre di + questa coppia!!
 
Top
26 replies since 11/3/2007, 23:30   516 views
  Share