| eccone altri due... e grazie mille....ti adoro!
House restò qualche altro minuto in bagno, giusto per riprendersi dalla sconvolgente notizia…Quando finalmente abbandonò la stanza per recarsi in salotto, rimase piacevolmente sorpreso. Cameron doveva essere veramente esausta, tanto da essere riuscita ad addormentarsi in pochissimo tempo. House si sedette accanto a lei e la osservò….Teneva gli occhi chiusi e la bocca piegata leggermente all’ingiù. Sulle guance, sgorgavano lacrime ancora fresche che rendevano le ciglia notevolmente umide e appiccicose. Il petto si alzava e si abbassava regolarmente, sereno e rilassato, piacevole da osservare…House sorrise leggermente e, con la massima delicatezza a lui concessa, la prese in braccio. Attraversò il solito corridoio finchè non trovò una stanza che doveva essere la sua camera da letto…All’interno si trovava infatti, un grazioso letto matrimoniale dall’aria accogliente. House ve la adagiò e lei, incurante di tutto, si raggomitolò su se stessa. Il medico arrivò alla conclusione di aver ormai svolto il suo compito…..L’aveva messa a letto, ora avrebbe benissimo potuto andare a dormire a casa sua…In quel momento però, Cameron emise un lieve rantolio di dolore. House si rimproverò mentalmente per quello che aveva appena pensato….Non poteva lasciarla sola. Lei aveva bisogno di qualcuno, soltanto perché dormiva non voleva dire che stesse bene…La osservò ancora qualche minuto, poi, non sapendo cosa fare, si sdraiò imbarazzato dall’altra parte del letto. Lanciò uno sguardo alla sveglia del comodino. Segnava le 2:00 passate. Decise che sarebbe restato lì a guardarla per un’altra oretta, completamente sveglio, giusto per evitare che al suo risveglio Cameron si sentisse spaesata. * * * Appena aprì gli occhi, Cameron fu subito colpita dai leggeri raggi di sole che filtravano dalla finestra, illuminando lievemente la stanza….Istintivamente si portò una mano sugli occhi, con l’intento di coprirsi. Come mai non aveva abbassato le tapparelle? Non si dimenticava mai di farlo…Voltò gli occhi verso la sveglia e notò che erano appena le 6:00. Sbruffando si alzò, indirizzata verso la finestra e con l’intenzione di rimettersi a dormire…Appena mise piede a terra però, si rese conto di essere completamente vestita. Non capendo cosa stava succedendo, si girò per raggiungere il letto e rimase letteralmente di stucco. Non poteva essere…Probabilmente stava sognando…Lui era lì, sdraiato dall’altra parte del suo letto matrimoniale…Incredula si avvicinò, per accertarsi che fosse proprio la persona che credeva. Si sedette piano sul letto, cercando di non svegliarlo, e si sporse, cercando di guardare la faccia…Non c’erano più dubbi..Era House, aveva dormito insieme a lei!!Ma non ricordava…Improvvisamente le venne in mente la serata precedente. Lui era andato in bagno e poi? Evidentemente doveva essersi addormentata…Tornò a guardare l’uomo sdraiato accanto a lei. Era completamente rilassato, con gli occhi chiusi, poggiato sul fianco sinistro. Anche lui indossava gli stessi vestiti della sera precedente ed i capelli erano leggermente scompigliati. Non potè fare a meno di sorridere…House, quell’uomo così burbero e menefreghista, le era stato vicino…Era rimasto con lei in uno dei momenti più difficili della sua vita, non scappando come al suo solito. Senza pensarci due volte si avvicinò e si sdraiò accanto a lui…Ormai aveva superato la fase in cui la sua vicinanza la terrorizzava, aveva sì paura, ma questa si era decisamente attenuata. In quel momento sentiva di aver bisogno di lui, della sua presenza, del suo calore….Lentamente, accompagnata da una sensazione di imbarazzo, si strinse ancora di più a lui. Appoggiò delicatamente le mani sulla sua schiena e chiuse gli occhi, finalmente serena dopo tanto tempo. Passati alcuni minuti però, House sobbalzò e spalancò gli occhi di scatto. Appena sveglio, vide davanti a lui un armadio di mogano con specchio….Dove si trovava? Passarono pochi attimi prima che si ricordasse….Accidenti, si era addormentato…Sarebbe dovuto restare sveglio per poco tempo, prima di lasciare casa di Cameron, ma il sonno doveva averlo raggiunto. Proprio mentre l’idea di che ore fossero gli balenava in testa, sentì qualcuno parlare. Dr C.:(dolce) “Ehy, Ciao….” House si girò di scatto, ottenendo come risultato la figura di Cameron a pochissima distanza da lei. Cameron avvampò vivamente, non riuscendo allo stesso tempo a distogliere gli occhi dai suoi. House si trovò impreparato…Sentiva il corpo di Allison a pochi millimetri dal suo, avvertiva il suo odore, addirittura alcune ciocche dei suoi capelli castani erano arrivati a depositarsi sulle sue guance e gli provocavano un piacevole pizzichio. House deglutì rumorosamente…Era eccitato.La sentiva vicina, troppo… Sentiva i suoi seni sodi premuti, praticamente schiacciati, contro il suo petto; Sentiva la snella gamba di lei sovrastare la sua….E poi, incredibile mezzo seduttivo, le sue labbra…Carnose, rosee, invitanti…Semichiuse, provocanti, semplicemente magnifiche…E pericolose. Molto pericolose, perché fra quelle di Allison e le sue c’era solo un alito di distanza. House sentì il desiderio imminente di farle sue, e non solo quelle…Voleva lei, la desiderava pienamente, tutta…Dalla punta dei suoi capelli alle unghie dei piedi. Si rese conto che non avrebbe resistito a lungo, presto il desiderio di assaggiarla avrebbe annullato qualsiasi impedimento…Così di scatto, si mise seduto, gesto che gli costò una fatica incredibile. Cameron insipirò silenziosamente, sollevata. Non voleva pensare a quello che era appena accaduto. Loro due, attaccati, sul suo letto…Anche lei abbandonò la posizione di sdraiata e, portandosi i capelli dietro le orecchie, prese a parlare con il suo capo. Dr C.: “Io…Non so cosa dire…Mi dispiace che tu sia dovuto restare…Te ne sono grata” Dr H.: “Ti eri addormentata, avevo intenzione di andarmene, ma devo essermi appisolato…” Dr C.: “Non ci sono problemi, figurati….” House si soffermò a guardarla. I capelli erano decisamente in disordine e, sparati da tutte le parti, non si addicevano certo alla sua figura. Aveva il corpetto girato, tanto che si poteva benissimo vedere la zip, e i pantaloni sgualciti…Era…buffa. Dr H.: “Che ore sono?” Dr C.: “Circa le 6:00, credo…” House si alzò dal letto e prese la giacca, che lui stesso aveva poggiato su una poltrona a pochi metri dal letto. Dr C.: “Te ne vai??” Dr H.: “Ovvio” Cameron si sentì leggermente infastidita da quella risposta…Cosa significava? Dr C.: “Magari potremmo prendere un caffè e poi andare a lavoro insieme…” House ridacchiò in modo sarcastico e aprì la porta, scuotendo la testa. Proprio mentre stava per precipitarsi per le scale, Camero lo raggiunse. Dr C.: “Non te ne importa niente?” House si voltò e la guardò. No, era decisamente troppo per lui. Dr H.: “Più di quanto debba interessarmi, purtroppo…Ci vediamo al lavoro, Cameron” Sbattè la porta, lasciando Allison confusa fra i molti pensieri.
House aveva riflettuto a lungo ed era arrivato ad un’amara conclusione: quello che era successo a casa di Cameron non sarebbe mai, veramente mai, dovuto ripetersi. Non era accaduto niente di drastico ma…lei che piangeva tra le sue braccia, loro che dormivano appicicati…No, era decisamente troppo. Si stava avvicinando emotivamente a quella collega come non aveva fatto con nessuno…E tutti sapevano che mischiare il lavoro con il cuore era sempre e comunque una scelta sbagliata. Si rese conto di essere arrivato ad un punto che non avrebbe mai voluto raggiungere…Non ci avrebbe giurato, ma sospettava che in quel momento fosse addirittura diventato la persona più importante in assoluto per Cameron…D’altronde era l’unico a cui aveva confessato la terribile esperienza…Maledizione a lui, alla sua insaziabile curiosità e anche alla disarmante fragilità di lei. Mentre zoppicava per l’ospedale distratto, vide venirgli incontro proprio il soggetto principale dei suoi pensieri…La Dottoressa più bella e ingenua che avesse mai conosciuto…Memore delle riflessioni appena compiute, cercò di essere il più distaccato possibile. Dr C.: (sorridente)“Ciao!” Dr H.:“….Ciao” Dr C.: “Qualche novità?” Appena pronunciò quelle parole si rese conto di quanto in realtà fossero stupide, dato che House era stato a casa sua fino a solo qualche ora prima. House capì che quello era il momento giusto. Poteva benissimo approfittare della sua domanda non certo intelligente e dirigere la conversazione verso il sarcastico, assumendo il suo tono tagliente che le dava tanto fastidio, come faceva sempre… Dr H.: “No, nessuna in particolare….” Ma che gli stava succedendo?? Invece di cercare di ferirla, la stava invitando a parlare con lui. Perché non ce l’aveva fatta? Dr C.: “Neanche io..Ecco io….Credo di essere in debito con te per quello che hai fatto ieri sera…” Dr H.: “Era il minimo….” House aveva voglia di tirarsi il bastone in testa. Gli era dato di volta il cervello? Dr C.: “Non è vero…Un altro al posto tuo se ne sarebbe andato, approfittando del mio momento di sonno….Quindi volevo ringraziarti…” Dr H.: “L’hai già fatto, non preoccuparti” Nello stesso istante in cui House stava per rimproverarsi per l’ennesima volta, vide Chase avanzare verso le spalle di Cameron. Senza pensarci più di tanto, il dottore biondo afferrò la donna per il braccio sinistro, con l’intenzione di comunicare ai due medici chissà cosa…Mentre stava per parlare però, si accorse che al suo tocco Cameron si era scansata bruscamente, allontanandosi di più di 5 metri da lui, sussultando… House chiuse gli occhi per un istante. Chase l’aveva toccata. Le aveva afferrato il braccio…E non avrebbe mai dovuto farlo. Ebbe voglia di prendere a pugni quell’adorabile faccino, ma riuscì a trattenersi. Chase credeva di non aver fatto niente di male, ma House conosceva la storia, e sapeva che quel leggero contatto doveva aver turbato profondamente Cameron….. Dr Ch.(stupito): “Cameron, scusami…Ti ho forse colto alla sprovvista?” La dottoressa intanto si aggiustava nervosamente il camice e cercava di riavvicinarsi a Chase con naturalezza. Dr C.: “Si, perdonami….In questo periodo sobbalzo per ogni cosa, non devi preoccuparti!” Chase sorrise imbarazzato e poggiò con disinvoltura la mano sulla spalla di Cameron. Dr Ch.: “Ah, va bè, ci sono queste settimane…Comunque sono qui per dirvi che Wilson è venuto in ufficio, dice che ha una richiesta importante da farci…” Cameron iniziò a tremare, contro la sua volontà. Chase continuava a parlare, ignaro di quello che stava succedendo…House non ci vide più. Sapendo che si sarebbe pentito della sua azione avventata, prese Chase per il colletto e avvicinò il viso al suo. Dr H.(irato): “La dottoressa gradirebbe che tu non gli appiccicassi quelle tue luride mani addosso, ci siamo capiti?” Chase lo guardò a dir poco allibito. Dr Ch.: “Non capisco, non ho fatto niente di male….” House lasciò il ragazzo, dandogli una forte spinta all’indietro. Dr H.: “Non voglio che si ripeta mai più una cosa del genere, chiaro?! E ora seguitemi, si va nel mio ufficio….” House accelerò il passo, drigendosi verso Wilson. Cameron e Chase rimasero indietro. Dr Ch.: “Ma…Che diamine sta succedendo?” Cameron, sentendosi in enorme imbarazzo, si apprestò a raggiungere House, mollando Chase nella più totale confusione.
Dr W.(preoccupato): “Che è successo?” House abbassò lo sguardo, cercando di non incrociare quello molto perspicace dell’amico. Dal canto suo il dr Wilson aveva subito avvertito che c’era qualcosa che non andava. Si era visto piombare precipitosamente nella stanza House che emanava rabbia da tutti i pori, Cameron tremante che non accennava a smettere e Chase completamente spaesato. Dr H.(sarcastico): “Robert ha rubato il ciuccio ad Allison e ho dovuto prenderli a sculacciate prima che allarmassero tutto l’ospedale…Devo ammettere che palpare il roseo sederino della piccola è stata una di quelle esperienze che non si dimenticano facilmente…” House lanciò uno sguardo spinto a Cameron la quale, già rossa come un pomodoro, cercò di nascondere il volto. Wilson sapeva che l’umorismo di House voleva nascondere qualcosa di più grave, ma decise di lasciar perdere, dato che c’erano cose più importanti di cui occuparsi. Dr H.: “Allora, cosa ci fai nel mio ufficio, intruso?? Non vorrai fregarmi il caffè per caso..La crocerossina lo fa ottimo!” Dr W.: “A dire il vero House, si tratta di una cosa piuttosto seria. Ecco, una mia paziente ha presentato delle particolari complicanze…Sono subentrati sintomi speciali, non certo facili da affrontare” Dr H.: “E cosa c’entro io in tutto questo?” Dr W.:(nervoso) “la Cuddy….Ha ritenuto giusto che mi rivolgessi a te e al tuo team per risolvere il capo….” Wilson pronunciò quelle ultime parole con una punta d’amarezza e iniziò a giocherellare con le dita nervosamente. House sorrise beffardo. Dr H.: “Eh…Vecchio mio…Non credevo avresti toccato così presto il fondo…A quanto pare Lisa vuole che io venga a vedere che stai combinando, giusto per accertarmi che tu faccia bene il tuo lavoro!!” Wilson cercò di mantenere la calma…House aveva colto nel segno..L’oncologo aveva avuto una discussione con il suo capo a proposito del suo nuovo caso…Secondo Lisa stava diventando troppo strano e complicato e Wilson aveva bisogno di aiuto per affrontarlo….La cosa lo aveva profondamente turbato. Come mai tutti in quell’ospedale pensavano che lui non sapesse fare niente?? Come mai c’era quella venerazione particolare per quello scorbutico di House?? Dr W.: “ esattamente, Greg. Ho bisogno del tuo aiuto perché la situazione mi sta sfuggendo di mano, lo sanno tutti che sei tu quello esperto di medicina generale” Si sforzò di dire quelle parole come se non avessero alcuna importanza per lui, mentre il sorriso di House si allargava sempre di più… Dr H.: “Ok, Jimmino, ti aiuterò, ma solo perché mi fai davvero pena…” Si guardò attorno ed assegnò i compiti. Dr H.: “Voi tre per ora andate a fare le domandine di base alla paziente…Fra non molto vi darò una diagnosi su cui lavorare…” Wilson lo guardò perplesso. Dr W.: “House, è da due settimane che sto curando la bambina…Ovviamente so già tutto di lei, oltre ad aver già eseguito molteplici analisi…Io ho già iniziato la terapia” Dr F.:” E allora noi a cosa serviamo?” Dr H.: “Ottima domanda cioccolatino” Dr W.: “Mi dovete aiutare con delle complicanze sopraggiunte recentemente…Che potrebbero, diciamo, smentire le mie precedenti constatazioni” Dr H.: “Tutto chiaro….Dicci cosa hai pensato, che noi correggiamo…” Wilson invitò i quattro a seguirli nel suo studio. Quando tutti si furono accomodati, estrasse una cartella dal primo cassetto della sua scrivania e iniziò a sfogliare il fascicolo. Dr W.: “Si chiama Anne Grishman, 5 anni, sempre stata in soprappeso” Dr H.: “Diagnosi” Dr W.: “Feocromocitoma” House cominciò a tamburellare con il bastone sul pavimento. Dr H.: “Trema e suda freddo?” Dr W.: “Ovviamente…Ha i reni praticamente a pezzi. Ha colpito la ghiandola surrenale” Dr H.: “Perché non Neuroblastoma?? E’ molto più diffuso nell’infanzia….” Dr W.: “In effetti sono della stessa famiglia, ma ho optato per quello perché non ha lividi e molti sintomi che non corrispondono al neuroblastoma” Dr H.: “Il problema dove sta?” Dr W.: “Non risponde alle cure. Io sono convinto si tratti di un tumore celebrale, ma a quanto pare…Peggiora sempre di più…La febbre non scende” Dr H.: “Bè, che si può fare, è andata…Purtroppo temo che entro pochi giorni uscirà dalla porta di dietro” Dr W.: “No…Lei…Lei ce la farà me lo sento…Sarò io che ho sbagliato la diagnosi…” Dr C.: “Io credo che per ora non ci sia niente che possiamo fare. Se non è feocromocitoma dobbiamo aspettare nuovi sintomi per capire cos’altro potrebbe essere…Non basta sapere che non risponde alla terapia per curarla…” House si voltò compiaciuto contro la dottoressa. Dr H.: “Mi hai tolto le parole di bocca…Wilson, riposati, non hai un bell’aspetto…Quando alla tua cicciona piccolina succederà qualcosa di grave, cercheremo di fare il possibile…Sempre se intanto non sia già morta” Particolarmente di buon umore House abbandonò l’ufficio dell’amico, seguito a raffica dai suoi tre dipendenti. Era ormai giunta ora di andare a casa e tutti incominciarono a raccogliere le proprie cose. House si stava infilando il giubbotto, quando fu interrotto da qualcuno. Dr C.: “Vai a casa?” Non si voltò. Sapeva che Cameron era dietro di lui, aspettando una risposta…Come sapeva anche che Foreman e Chase se ne erano appena andati, e la situazione non prometteva bene. Dr H.: “No, in realtà ho intenzione di fare una passatine al casinò…L’ultima volta sono stato fortunato” Dr C.: “Bè, anche io” House Finalmente si girò e se la trovò davanti, avvolta in un simpatico cappotto verde. Ignorando volutamente la sensazione che aveva provato guardandola negli occhi, si finse estremamente stupito. Dr H.: “Lo sai vero, che le ragazzine come te non dovrebbero frequentare posti simili?? Attorno alle macchinette girano tanti brutti ceffi…” Cameron sorrise. Dr C.: “Intendevo dire, che anche io vado a casa…” Dr H.: “Mi fa piacere. Il gioco d’azzardo non fa per te” Oltrepassò la soglia dell’ufficio e si precipitò nel corridoio, non intendendo restare un minuto di più in quella stanza. Appena calpestò l’asfalto grigio, si sentì raggiungere. Dr C.: “Aspetta!” Nonostante House avesse fatto chiaramente capire a Cameron che doveva levarsi di torno, lei lo stava seguendo, intenzionata a non lasciarlo andare. Probabilmente proprio questa sua determinazione, ad House fino a quel momento sconosciuta, spinse quest’ultimo a fermarsi e ad ascoltarla. Dr H.: “Che c’è?” Dr C.: “Mi chiedevo..se…magari…” Dr H.: “Cameron…Possiamo evitare di parlare di questo argomento?” Dr C.(confusa): “Quale argomento, scusa?” Dr H.: “Io-e-te-fuori-dall’-ospedale” House si aspettava che lei se ne sarebbe andata senza dire una parola o magari avrebbe cominciato a balbettare imbarazzata…Ma stavolta non fu così. Dr C.: “Perché non dovremmo discuterne, scusa?” House cominciava ad interessarsi seriamente. Dr H.: “Perché non c’è niente da dire…” Sospirò. Dr H.: “Allison, il fatto che ieri tu ed io…Insomma…abbiamo dormito insieme, non significa che fra noi due ci possa mai essere qualcosa..” Cameron scoppiò a ridere fragorosamente. Dr C.: “Andiamo House, chi vuoi prendere in giro??”
|