STAMMI VICINO, ff particolare....

« Older   Newer »
  Share  
ninìx*
view post Posted on 25/4/2007, 17:53




I due si guardarono a lungo.
Erano così vicini da avvertire il calore dei reciproci respiri..
Dr H.: (duro) “Cameron, dammi la chiave. Non ho intenzione di passare del tempo con questi stupidi giochetti.....Sono qui per lavorare”
L’aveva detto con superiorità, superbia, cercando di farla sentire un’idiota...Ma non c’era riuscito. La crocerossina stava diventando ogni giorno più forte.
Dr C.: “No. Non mi interessa. Voglio solo sapere qual è il problema, poi potrai andare...”
Silenzio
Dr C.: “Ascolta...Io credo di aver fatto qualcosa di sbagliato, ma non so esattamente cosa....Ieri avevo bevuto decisamente troppo e i miei ricordi sono sfuocati...Aiutami a ricordare il mio errore..”
House la guardò. Cameron era sicura che la sua espressione si sarebbe addolcita, ma non fu così.
Dr H.:(freddo e nervoso) “Bene, se è così, ti aiuterò a ricordare. Ieri sera, nel bel mezzo di intensi momenti di passione, è squillato il telefono...Era Wilson. Tu hai voluto sapere per quale motivo avessimo litigato...E io te l’ho raccontato. Ti ho raccontato che ero arrabbiato con lui perché aveva spifferato che prendevo molte pillole alla Cuddy...E tu sai cosa mi hai risposto?”
Cameron abbassò gli occhi.
Ora ricordava...
Avvertì House stringere i pugni, cambiare espressione...
Dr H.:(infuriato) “Mi hai detto che Wilson era innocente e che la stronza degenera che aveva fatto la spia eri tu”
Cameron aprì la bocca per replicare.
Dr H.: “No, non dire una parola...Sono già sicuro della risposta, ma voglio comunque accertarmi, per evitare di incolpare nuovamente un innocente....”
Fissò gli occhi in quelli di lei
Dr H.: “Sei stata tu, Allison?”
Cameron sbiancò.
Dr C.: “L’ho fatto per te....Io non avrei mai voluto...”
Cameron vide lampeggiare negli occhi di House l’ira e la delusione allo stesso tempo e avvertì una presa allo stomaco.
Dr H.: “Non aggiungere nient’altro. Questo mi basta e mi avanza..Non avresti dovuto”
Dr C.: “Ma io l’ho fatto per il tuo bene!”
Dr H.: (urlando) “Santo dio, devi smetterla!! Dovete smetterla di tutti di farmi piaceri, preoccuparvi per me!!! Io sto bene così come sono!! Non ho bisogno di qualcuno che mi dica quante cazzo di pillole prendere!!!”
Cameron si strinse nelle spalle.
Dr C.:(con la voce spezzata) “Mi dispiace...”
Dr H.: “Sei una schifosa bugiarda. Non ti dispiace, non ti dispiace affatto!”
Cameron iniziò a singhiozzare.
Lui le si avvicinò ancor di più e con il dito sotto il suo mento le alzò il volto così da poterla guardare negli occhi.
Dr H.: (sussurrando) “Dimmi che se tornassi indietro non lo rifaresti...”
Silenzio
Dr H.: “Dimmelo”
Cameron tirò su con in naso e scosse leggermente la testa.
House abbandonò le braccia lungo i fianchi, profondamente deluso.
Dr C.: (sussurrando) “Magari potremmo....parlarne meglio stasera....”
Dr H.: “Allison...Non ci sarà nessun stasera...Mai più”
Cameron alzò lo sguardo e puntò gli occhi diritti nei suoi. House vide la sua espressione cambiare, da tristezza a paura, addirittura panico. Si rendeva conto che lei senza di lui non sarebbe riuscita ad andare avanti, non più... L’unica cosa che avrebbe voluto fare in quel momento era stringerla tra le braccia e accarezzarla, ma non poteva...Lei lo aveva tradito.
Cameron, senza pensarci, gli si buttò addosso, aggrappandosi alla sua camicia. Cominciò a baciargli il collo, disperatamente, tra le lacrime. Poi si staccò e lo guardò negli occhi. Facendo uso di tutto il suo coraggio, parlò.
Dr C.: “Greg...Io non credo di aver sbagliato. E se tornassi indietro si, lo rifarei....Ma...ti prego, io...Non so cosa dire, non so come esprimere quello che provo in questo momento...E’ durissima ammetterlo, credimi, ma sei diventato la persona in assoluto più importante per me...L’unico a cui abbia raccontato dello stupro...Senza di te, io sono completamente sola...E non ce la faccio...”
La voce le si spezzò.
Dr C.: “Non sai quanto mi costi dire queste parole....Non lo sai...Perchè so che non provi niente per me, che passi le tue notti con me senza provare nulla...Io ti amo, e tu no...Lo so...L’ho sempre saputo...Ma mi servi Greg. Sei come una droga per me. Mi servono i tuoi abbracci, le tue parole, i tuoi insulti...Mi servi tu. E anche se per te non sono assolutamente niente, ti prego...Non lasciarmi sola...Stammi vicino...”
Una lacrima le scese veloce solcandole la guancia.
Greg abbassò lo sguardo.
Poi, d’un tratto, le si avvicinò bruscamente e la baciò. La baciò come mai aveva fatto in vita sua, con nessun’altra donna, con una passione unica.....Le loro lingue si intrecciavano prepotenti, la sottile barba di lui pizzicava le guance di lei ancora bagnate da lacrime che non cessavano, anzi scendevano più forti che mai. Si baciarono tra i singhiozzi di lei e la rabbia di lui.....Ad un certo punto, lui le infilò una mano da sotto la maglietta e lei pianse ancor di più....Sapeva cosa stava cercando. Greg afferrò la chiave e si staccò. Con l’ira nel cuore, accarezzò la guancia di lei.
Dr H.: “Mi dispiace Allie...Addio”
Così dicendo, la lasciò sola con il suo dolore nello sgabuzzino.


















Il giorno seguente, PPTH, ore 10:35
House, seduto nel suo studio, giocherellava svogliatamente con la sua amata pallina rossa. Facendola rimbalzare rumorosamente per terra e raccogliendola al suo ritorno, si rilassava, o almeno tentava di farlo....I suoi tre dipendenti sarebbero dovuti arrivare a momenti e sperava che si fossero preparati abbastanza da comunicargli la soluzione del caso.....Sperava....Purtroppo però, i pensieri che prepotentemente occupavano ogni millimetro del suo cervello, erano ben altri....Assumevano le forme di un viso angelico rigato di lacrime, distrutto: Allison...Chiuse gli occhi e strinse le dita attorno alla palla, facendole cambiare di colore. Doveva togliersela dalla testa, doveva dimenticare le sue parole di supplica, la sua espressione disperata....Doveva cancellarla...Ma sapeva che non ci sarebbe riuscito, almeno non del tutto. Quella notte, non aveva dormito, era inutile fingere...Non c’era riuscito, e non di certo per il lancinante dolore alla gamba...Gli mancava il suo calore, il leggero profumo della sua crema idratante, l’alone delicato del suo shampoo che emanava dai capelli.....Gli mancava avere qualcuno tra le braccia, qualcuno da stringere, qualcuno che l’aveva fatto sentire importante, in grado di proteggerla dalle tragedie del mondo...No, non qualcuno, lei...Allison...Appena riusciva a chiudere gli occhi, li apriva di soprassalto non avvertendo nessuno dall’altra parte del letto...Come aveva potuto farlo? Come aveva potuto abbandonarla in un momento simile? Lei aveva bisogno di lui e lui lo sapeva...Nonostante facesse di tutto per dimostrare il contrario, era debole, indifesa, completamente esposta a ogni tipo di dispiacere. E sola. Ora, senza di lui, era nuovamente sola. Ma chi non lo era? Anche lui, era completamente solo. Sempre...Sorrise amaramente...Ma sul serio era riuscito a credere anche solo per un istante, che fosse cambiato qualcosa? Cosa pensava, che lei sarebbe stata sempre lì presente e avrebbe alleviato il suo dolore? Se lo aveva fatto, era solo uno stupido...Perchè lui già sapeva di non essere in grado di costruire rapporti duraturi con le persone. Inevitabilmente, con il suo carattere, le allontanava proprio nel momento in cui entrambi avevano bisogno di quel legame...Era sempre stato così...Lui era Gregory House...Allora perché aveva pensato che con Allison le cose sarebbero state diverse? Forse perché lei era..diversa...A quel pensiero fu come se qualcuno gli avesse tirato un pugno allo stomaco.
Aveva creduto fosse diversa, ma si sbagliava.
Era come tutti gli altri.
Lo aveva tradito.
Proprio nel momento in cui il suo sentimento per lei stava crescendo, proprio quando il solo pensiero di perderla era diventato per lui inaccettabile...
Si era comportata come avrebbero fatto tutte le persone che conosceva e che gli volevano bene.
Aveva fatto la cosa giusta....Aveva voluto il meglio per lui...
Ma aveva sbagliato, aveva commesso una grave mancanza..
Proprio facendo la cosa migliore, era caduta in errore.
Lui non aveva bisogno di essere protetto...Non aveva bisogno di qualcuno che gli togliesse i suoi vizi per permettergli di vivere meglio.....Aveva bisogno del suo vicodin....Aveva bisogno di ingurgitare manciate di pillole al giorno e di Allison che facesse finta di niente...Non aveva bisogno di attenzione, almeno non per quanto riguardava la sua gamba. Aveva bisogno di indifferenza, che lei assumesse un comportamento diverso dagli altri...E ormai, era impossibile tornare indietro.
Proprio in quel momento l’oggetto delle sue riflessioni, seguito da altri due medici, fece il suo ingresso distogliendolo dai suoi pensieri.
Dr F.: “Abbiamo capito di cosa si tratta.....”
Dr Ch.: “Almeno si spera....”
House sollevò lo sguardo e si alzò di scatto.
Notò che Cameron teneva gli occhi bassi e, a differenza degli altri due, non aveva ancora aperto bocca.
Dr H.: “Spero per voi che sia così....Avanti, via con la diagnosi!”
Dopo essersi lanciati un’occhiata, la parola fu data al neurologo.
Dr F.: “mieloma multiplo o plasmocitoma: tumore delle plasmacellule. Il tumore è localizzato nel midollo osseo più o meno diffusamente infiltrato da plasmacellule che producono una immunoglobulina monoclonale intatta più un eccesso di catene leggere libere...Causa tutti i sintomi che ha Anne...”
House lo interruppe.
Dr H.: “Eccetto uno! Non ditemi che siete arrivati ad attribuire le macchie ad una stupida allergia...”
Dr C.: “Amiloidosi...E’ quella che origina le macchie....”
House si avvicinò verso di lei.
Dr H.: “Sarebbe così gentile, dottoressa, da spiegarmi come lei e i suoi colleghi siete arrivati a questa conclusione? Avere due malattie abbastanza gravi come l’amiloidosi e il mieloma a cinque anni non è cosa da poco...”
Cameron prese forza.
La stava stuzzicando e lei avrebbe risposto.
Puntò improvvisamente gli occhi nei suoi ed iniziò a parlare.
Dr C.: “Amiloidosi, malattia determinata dall'accumulo di amiloide nei tessuti, specie intorno ai vasi sanguigni e linfatici.....Il deposito di tale sostanza può essere localizzato e non provocare alcun sintomo....In altri casi può essere tanto diffuso da interessare più organi, che aumentano di volume e non sono più in grado di funzionare normalmente....Questo ha determinato la distruzione completa dei reni di Anne...Mentre per quanto riguarda le macchie, essendo una amiloidosi di primo grado (ovvero generata da mieloma) , sappiamo che questa malattia genera Placche rilevate , specie alle ascelle, all'inguine, alla regione perianale, su braccia e collo; spesso è interessata anche la lingua....”
Dr H.: “Stop sapientino!”
Si avvicinò ulteriormente e le sussurrò all’orecchio.
Dr H.: “Ottimo, Allison...”
Cameron distolse lo sguardo...Che razza di bastardo..
Dr H.: “Bene, andate a riferire al Dr Wilson che intendete utilizzare queste terapie...Speriamo sia giusto...Io vado a parlare con la Cuddy”

 
Top
17fede
view post Posted on 26/4/2007, 15:12




Veramente che bastardo House!!!
perchè la storia non è così anche nella serie??? Io rivoglio la Cameron d una volta!! Cmq t giuro mi è preso il panico quando alla fine del primo capitolo ho visto la pagina bianca,poi mi sono accorta che sotto ce n'era un altro!! fiuuuuuuuuuuu!!! Ma dillo che l'hai fatto apposta per farmi prendere un colpo al cuore!!
 
Top
ninìx*
view post Posted on 26/4/2007, 20:16




effettivamente si..no scherzo!!
altri due...

Dr H.: “Buongiorno, mio splendente raggio di sole!”
La Cuddy poggiò la cornetta del telefono sul petto, per evitare che colui che stava dall’altra parte sentisse.
Dr Cu.: “House, sto parlando di una cosa importante, quindi se magari passi più tardi....”
Risollevò la cornetta e se la poggiò all’orecchio, poi prese a parlare.
Dr H.:(urlando) “Proprio non capisco Lisa, come mai non possiamo andare a casa tua...Non trovi che fare del sesso, per di più estremamente violento, in un ospedale sia poco professionale?”
La Cuddy sbiancò..A quanto pareva l’interlocutore aveva sentito tutto.
Dr Cu.: (imbarazzata) “No, scusi, è solo uno squilibrato mentale...Ma no, certo che non lasciamo circolare pazzi per l’ospedale!! No, io...Scusi mah...Ok, richiami quando vuole...”
Così dicendo riattaccò.
Alzò lo sguardo e lo puntò negli occhi di House.
Dr Cu.:(irata) “Per colpa della tua idiozia, ho perso un cliente fondamentalmente importante......Spero che tu abbia qualcosa di serio da dirmi, altrimenti ti consiglio di allontanarti immediatamente, non sono consapevole delle mie azioni..”
Dr H.: “Calmati, mia piccola stella senza cielo...Sai che mi piaci di più quando sei serena, vero?”
La Cuddy mandò gli occhi al cielo.
Dr Cu.: “Arriva al sodo House e in fretta”
Dr H.: “Ok, ok....Ho risolto il caso”
Sul volto della dottoressa si dipinse uno stanco sorriso.
Dr Cu.: “Bene, ne sono estremamente felice...Wilson ne è a conoscenza?”
Dr H.: “Ho mandato i tre scagnozzi ad informarlo...”
Dr Cu.: “Perfetto. C’è altro?”
Dr H.: “A dire il vero, si”
Dr Cu.: “Dimmi pure..”
House prese a gironzolare per la stanza.
Dr H.: “Sai, è da tanto ormai che non prendo neanche una pillola al lavoro...”
Il volto della Cuddy cominciò ad irrigidirsi.
Dr Cu.: “Benissimo. Noto con piacere che stai rispettando perfettamente le mie volontà....”
Dr H.: “Esatto...Ho quindi dimostrato di essere completamente indipendente dal vicodin...Non ha influenza totale su di me come credevi, posso benissimo farne a meno”
La Cuddy annuì assente.
Dr H.: “Allora, sono venuto a qui a chiederti qualche scatoletta”
La dottoressa lo guardò incredula.
Dr Cu.: “Stai scherzando, vero?”
Dr H.: “Affatto”
Dr Cu.: “Bè, anche se non te ne rendi conto, la tua richiesta è a dir poco improponibile!”
Dr H.: “Ma perché?”
Dr Cu.: “House....Ritieniti fortunato...Un’altra al posto mio ti obbligherebbe ad abolirlo completamente o chiamerebbe la polizia, sempre dopo averti licenziato!”
House cominciò ad alzare la voce.
Dr H.: “Forse non capisci...Io passo tutta la mia giornata qui...”
Dr Cu.: “Ancora meglio...Assumere poche pillole migliorerà la tua salute. A presto, House”
Dr H.: “Ma io....”
Dr Cu.: “Vattene subito”
Il medico le rivolse un’occhiata gelida e lasciò l’ufficio.
La giornata, fra ambulatorio e videogiochi, trascorse velocemente e venne l’ora per tutti di andare a casa. House si recò nel suo studio e raggiunse l’appendi panni per prendere la giacca...Proprio in quel momento, sentì dei pasi nella stanza.
Dr C.: “Vai via?”
House non si voltò.
Anche prima che aprisse bocca aveva avvertito la presenza di Allison e sapeva che probabilmente in quel momento stava giocherellando nervosamente con le mani, come faceva sempre.
Dr H.: “Si, e dovresti anche tu, stasera danno beautiful e non se lo vuole perdere nessuno. Dicono che Brooke si farà...”
Dr C.:(dolcemente) “House”
House ammutolì. Finalmente, decise di girarsi, evitando però uno sguardo diretto con Cameron.
Dr H.: “Bè, allora io vado. Buonanotte...”
Si diresse verso la porta e fece per aprirla, ma Cameron gli si piazzò davanti.
Dr C.:(sussurrando) “Mi sei mancato....”
Erano vicini...Troppo vicini...House non sopportava quella situazione.
Dr H.: “Non capisci che così rendi tutto più difficile?”
Cameron deglutì e gli si avvicinò. Delicatamente, gli posò una mano sul braccio. Non ci fu bisogno di aggiungere altro. House resistette ma poi, istintivamente, si allontanò indietreggiando.
Dr H.: “Fammi passare”
Dr C.: “Ma non possiamo almeno...parlarne?”
Dr H.: “Non c’è niente da dire”
Dr C.: “Si, invece”
House sorrise freddamente.
Dr H.: “Ma ti guardi? Sei ridicola...Cerchi disperatamente di arrampicarti sugli specchi...”
Dr C.: “Io non...”
Dr H.: “Buonanotte Cameron”
Le passò accanto e sbattè la porta prima che lei potesse dire qualcosa in grado di fargli cambiare idea.























In una calda giornata di Giugno, una di quelle in cui il sole spaccava le pietre e bruciava l’asfalto, una giovane donna, fin da troppo presto abituata alle tragedie della vita, sedeva sulla tavoletta del suo bagno, guardando fuori dalla finestra. La leggera brezza estiva le sfiorava a mò di carezza la bianca pelle priva di rughe, ma macchiata, sotto gli occhi, da grigie occhiaie...I capelli, sporchi a causa della mancata forza di volontà necessaria per lavarli, le cadevano piatti sulle spalle, anche se non mancavano alcuni ciuffi sbarazzini che si avventuravano fino a coprire gli occhi.....Il suo sguardo era perso nel vuoto, perfino quello espressione di preoccupazione e tristezza...Allison Cameron, non era più la stessa. Era distrutta. Il giorno seguente alla sua rottura con House, non si era presentata al lavoro...Ormai era da cinque giorni che si assentava, ignorando le numerosissime telefonate della Cuddy e di tutti i suoi colleghi....In quei giorni, riusciva a rilassarsi sentendo la voce di Greg alla segreteria telefonica, che la pregava di tornare al lavoro...Ma quello ormai era un problema risolto: il giorno seguente si sarebbe ripresentata al Princeton, qualunque fosse stato il risultato di quel maledetto test.....Il test...Momentaneamente, il suo più grande problema...Era per colpa di quella dannata possibilità, di quella probabile ipotesi dovuta a quell’innervosente ritardo....Non era certo per il dispiacere causatagli da House che si era assentata cinque giorni consecutivi....Proprio il giorno in cui gli aveva detto che era ridicola, era tornata a casa in lacrime e si era resa conto di essere in ritardo...Aveva avuto l’ultimo ciclo il 14 Maggio, e quel giorno, Il 21 Giugno, non erano ancore arrivate...Il suo massimo era stato sei giorni di ritardo, non erano mai arrivate più tardi...Aveva aspettato cinque giorni e ora stava seduta nel suo bagno, con una confezione per test di gravidanza in mano e la paura nel cuore....Silenziosamente, raggomitolandosi in se stessa, iniziò a piangere. Come avrebbe fatto, nel caso fosse...incinta? Non sarebbe riuscita ad accudire un bambino, da sola...Quel piccolo essere frutto di una disgrazia...Armata da un coraggio che non sapeva di possedere, si asciugò le lacrime e cercò di calmarsi. Poi si apprestò ad aprire la confezione...Prima poi avrebbe dovuto farlo....

Nello stesso momento, PPTH, ufficio della Cuddy
Gregory House, seguito a raffica da Chase e Foreman, varcò la soglia dell’ufficio della Cuddy, con fare trionfante.
Dr H.: “Donna, sappi che mi hai profondamente deluso! Non ti bastavo soltanto io, ora vuoi anche il canguro e il cioccolatino...Ti assicuro che a letto non sono niente di che, d’altronde non mi ricordo campi in cui eccellano, comunque....”
Dr Cu.: “House, potresti smettere di parlare a vanvera?”
Dr H.: “Io?? Parlare a vanvera...La mia mente superiore non ha neanche la minima idea di cosa significhi straparlare...”
Chase, infastidito più di tutti da quella situazione, avanzò di un passo.
Dr Ch.: “Ehm...Siamo stati convocati nel suo ufficio...Perchè?”
La Cuddy sorrise.
Dr Cu.: “Grazie, Chase. Vi ho voluti tutti e tre qui perché si tratta di un argomento di notevole importanza...Prego, accomodatevi”
I Tre obbedirono ai suoi ordini e si prestarono ad ascoltare.
Dr Cu.: “Dunque, preferirei arrivare subito al sodo”
Sfoggiò un sorriso di convenienza e si avvicinò col busto alla scrivania.
Dr Cu.: “Cameron”
L’atmosfera cominciò a farsi più tesa.
Dr Cu.: “Come sicuramente avrete notato, la nostra immunologa non si presenta a lavoro ormai da giorni...Sembra abbia deciso di entrare in ferie, senza alcun preavviso....Qualcuno di voi ne sa qualcosa?”
Dr F.: “Io ho provato a chiamarla...Ma non mi ha risposto”
Dr Ch.: “Neanche a me...”
Tutti si voltarono verso House.
Dr H.: “Oh, ma cosa credete? Sarò anche un insensibile bastardo, ma ci tengo al mio team, certo che l’ho chiamata...”
La Cuddy assunse un tono delicato.
Dr Cu.: “House, a dire il vero, ho intenzione di rivolgermi in particolare proprio a te....Ho notato che nell’ultimo periodo tu e Cameron, come dire...avete stretto i vostri legami. Magari sai qualcosa di questa sua improvvisa assenza.....”
Dr H.: “Ti sbagli....Io non ne so niente...Non ha risposto neanche a me, non la vedo dall’ultimo pomeriggio in cui è venuta in ospedale...”
Dr Cu.: “Ok, ma mi chiedevo..Forse sei in grado di intuire il perché di questo suo allontanamento...Negli ultimi periodi tutti abbiamo visto Cameron turbata...Magari tu sei a conoscenza del motivo, stesso motivo che potrebbe averla spinta ad abbandonare il lavoro”
Dr H.: “Lei non ha abbandonato il lavoro...Tornerà...”
Dr Cu.: “Probabile, ma non sicuro....House,
cerca di non sviare l’argomento...Se ci tieni a lei, devi rispondere”
House strinse i pugni attorno bastone. Nei cinque giorni appena passati, non aveva fatto altro che pensare a lei...Preoccuparsi per lei....Il pensiero che potesse esserle successo qualcosa aveva reso insonni le sue notti e invivibili le sue giornate...Ma era troppo orgoglioso per presentarsi da Cameron e chiedere spiegazioni..
Tornò a fissare il suo capo, che lo guardava spazientita. Bè, effettivamente aveva una marea di motivi che avrebbero potuto spingere Cameron ad allontanarsi dall’ospedale....Magari il fatto che lui l’avesse mollata, magari il fantasma mai scomparso dello studio....
Dr H.: “No, io non sono a conoscenza di nessun motivo valido, mi dispiace...”
Stava mentendo spudoratamente....Fortunatamente però, la cosa che gli riusciva meglio era rifilare bugie.
Dr Cu.:(dispiaciuta) “Bè, se è così, non credo ci sia nient’altro da fare...comincerò da subito a cercare qualcuno che prenda il suo posto”
I tre sbiancarono di colpo.
Dr F.: “Non puoi farlo...E’ esagerato!”
Dr Cu.: “Dovrei già averla licenziata per essersi assentata senza chiedere permesso...Ho cercato in tutti i modi di rintracciarla, ma è stato tutto inutile...A meno che non le sia successo qualcosa di grave, ho delle valide motivazioni...”
Dr Ch.: “Ma lei..E’ eccellente nel lavoro, il team non sarà più lo stesso...”
Dr Cu.: “Lo so, Chase...E non sai quanto mi dispiace...Non sarei mai voluta arrivare a tanto...”
House, improvvisamente, si alzò in piedi.
Dr H.: “Dammi un giorno...Domani Cameron sarà qui, puntuale”
Dr Cu.: “House, io ho aspettato tanto...”
Dr H.: “Ma per favore....Dodici ore...Sai benissimo che puoi permetterlo, per la tua migliore immunologa”
La Cuddy resto per poco titubante, poi annuì.
Dr Cu.: “Ok, House....Solo fino a domani”
House non aspettò oltre e si precipitò fuori dall’ufficio.
Mentre stava per abbandonare l’ospedale, qualcuno lo afferrò per un braccio.
Dr Ch.: “House, aspetta....Non so cosa tu abbia in mente, ma non fare cazzate, assicurati che funzioni...Non sarebbe più lo stesso senza di lei”
House lo guardò negli occhi e si allontanò dicendo
Dr H.: “Lo so”

 
Top
17fede
view post Posted on 27/4/2007, 14:36




Povera, povera Cam!!! House!!!! doveva muoversi prima invece d aspettare che la Cuddy glielo dicesse...sempre più bella questa ff....mi stai lasciando da un pò d tempo a sta parte sempre sulle spine....
 
Top
Mr. House
view post Posted on 1/5/2007, 16:48




Che c'è? non si continua più qui? Ho iniziato a leggerla per caso e adesso... non finisce più??? Ahhh! che sofferenza l'attesa!!!
 
Top
ninìx*
view post Posted on 1/5/2007, 16:52




eccoci qua con due capitoli...
fra poco si arriva al punto dove sono veramente, ora ho solo altri pochi capitoli pronti...
mi fa piacere che le mie fan siano diventate due!!
grazie mille...

Al suono del campanello, Cameron imprecò ad alta voce. Chi diamine bussava alla sua porta a mezzogiorno di un giorno feriale? La gente mangiava a quell’ora...Mentre lei si crucciava con un aggeggio in mano, indecisa se guardare o no il risultato. Inizialmente decise che avrebbe fatto finta di non esserci.....Ma in seguito, vedendo che il disturbatore non accennava a smettere, fu costretta ad abbandonare il bagno e dirigersi verso la porta. Senza neanche chiedere chi è la spalancò, trovandosi davanti l’ultima persona che si aspettava.
Dr H.: “Cameron...”
House restò qualche secondo a guardarla. Era sciupata...Molto rovinata. Deciso, entrò e si appoggiò al muro come faceva sempre.
Dr C.: “House...Che ci fai qui?”
Cameron non potè fare a meno di sorridere. House, era venuto a casa sua...Lei pensava che non l’avrebbe mai più voluta guardare in faccia, invece..
Dr H.: “Sono qui per te, Cameron”
Cameron sorrise ancor di più.
Dr H.: “Mi ha mandato la Cuddy....Dice che non hai chiesto nessun permesso per assentarti, e che non rispondi alle sue chiamate...A dire il vero, neanche alle mie...”
Dr C.: “Io ho...ascoltato i tuoi messaggi...”
Dr H.: “Devi tornare”
Cameron sospirò.
Dr C.: (delusa)“Se sei venuto qui per farmi ritornare al Princeton, hai fatto una fatica inutile...Avevo già deciso che sarei ritornata domani”
Il diagonsta parve sollevarsi.
Dr H.: “Bene...Lei, lei vuole cacciarti a meno che tu...”
Dr C.: “Si, non preoccuparti..Ho capito...Domani sarò presente”
Dr H.: “Perfetto”
Ci fu un momento di imbarazzante silenzio.
House si distaccò dal muro e fece per avvicinarsi.
Dr C.: “Bene, perfetto...Ora puoi andare...Ciao, House”
House la guardò, senza lasciar tralasciare alcuna emozione...
Dr H.: “Ok...A presto, Cameron”
Così dicendo abbandonò la stanza, chiudendosi la porta alle spalle.
Cameron sospirò. Si voltò, per evitare di guardare il punto in cui un attimo prima si era appoggiato il suo capo, l’uomo che amava...Si diresse verso il bagno, ancora più distrutta di prima. Per un attimo aveva pensato che House fosse lì come Greg, non per parlarle di lavoro...Ma le sue illusioni erano infondate. Proprio in quel momento, sentì nuovamente il suono del campanello. Si apprestò ancora una volta ad aprire...
House, House era davanti a lei.
Non dissero una parola.
Lui entrò e le si avvicinò d’impeto.
Dr H.: (sussurrando) “Allison, io sono qui per te”
Cameron chiuse gli occhi e sorrise. D’istinto si buttò tra le braccia di House, il quale la strinse in un caloroso abbraccio. Quando si furono staccati si accomodarono sul divano.
Dr H.: “Il vero motivo per cui sono venuto qui, è perché mi preoccupo per te...Che ti è successo, Allison? Sei diversa...”
Cameron abbassò lo sguardo e, silenziosamente, iniziò a piangere. House le si avvicinò e le mise una mano sulla spalla.
Dr H.: “Ehi, Alli...Su, non piangere, ci sono qui io....”
Cameron alzò la testa e si asciugò le lacrime.
Dr C.: “Greg, tu non sai...Io....temo di essere incinta”
Il sangue del diagnosta gli si gelò nelle vene.
Dr C.: “Sono in ritardo, e quando sei venuto tu avevo appunto appena finito il test...Ma non avevo il coraggio di leggere il risultato....”
House le si avvicinò, togliendo la mano dalla sua spalla.
Dr C.: “Io...non sono pronta, Greg. Insomma, non sono neanche in grado di badare a me stessa, figurarsi ad un bambino! Io...non voglio..non posso accettare una cosa del genere....Non ora...Ora che stavo cancellando quell’orribile episodio dalla mia mente..Non riuscirei mai a guardarlo in faccia, perché in lui rivedrei la mia vergogna, il mio dolore...E poi sono una donna completamente sola, non ho nessuno su cui contare e quindi...”
Una lacrima solitaria le solcò il volto. Si girò verso Greg.
Dr C.: “Dimmi che mi starai vicino, comunque vadano le cose...Anche se non provi niente per me, anche come amico o addirittura come collega..Mi basta...Voglio solo che tu stia accanto a me”
House avvertì una fitta al cuore. Era stato uno stupido...E solo ora se ne stava rendendo conto....Si era allontanato da una donna appena stuprata, solo per delle stupide pillole...E quando si era assentata dal lavoro, invece da correre da lei, aveva preferito restare in ospedale perché era ancora offeso. Soltanto un bambino si sarebbe comportato in quel modo....Immaginò cosa avesse dovuto passare la sua Allie in quei giorni. Dubbi e paure da affrontare, completamente sola. La guardo negli occhi e non ebbe più esitazioni.
Dr H.: “Si, te lo prometto”
Cameron sorrise. Avrebbe voluto buttarglisi addosso, ma non sapeva se comunque lui sarebbe voluto restare solo un amico...Comunque era felice.
Dr C.: “Ora, tu dovrai andare...Fra poco inizierete il turno di pomeriggio, non voglio che...”
Dr H.: “Nessun problema...Vai di là per il risultato del test, io chiamo la Cuddy e l’avverto che è tutto a posto”
Cameron sorrise e House capì come mai aveva acconsentito.
Dr C.: “Ok..Grazie Greg”
Si inoltrò in quello che doveva essere il corridoio, lasciando House che componeva un numero telefonico....
Ormai non le interessava più il risultato del test...Non aveva più paura...Anche se fosse stata in attesa, l’avrebbe accettato. Greg le aveva promesso che le sarebbe stato accanto e lei, per una volta, voleva credergli.














House, seduto sul divano azzurro del salotto, tamburellava nervosamente con le dita. Cosa aveva fatto? Aveva appena promesso ad una donna che le sarebbe stato accanto....Donna che probabilmente avrebbe a momenti scoperto di essere in dolce attesa. Una donna con un bambino...Troppo per lui...Aveva fatto la cosa giusta? Proprio mentre stava per interrogarsi a proposito, avvertì dei rumori di passi provenire dal corridoio. Pochi secondi dopo, Cameron spuntò dal fondo, con la testa bassa. Gli si avvicinò lentamente. Era l’ora del verdetto...
Respirò e la voce le uscì debole come un fruscio, ma piena di intensità
Dr C.: “Negativo”
House tirò un sospiro di sollievo.
Cameron alzò finalmente gli occhi, facendo notare ad House quanto fossero pieni di gioia.
Dr C.: “E’ negativo!”
House la guardò.
Era splendida...
Era così fragile, leggera, delicata, ingenua....Proprio quello che aveva sempre desiderato, anche se nel suo più profondo inconscio.
Dr C.:(sorridente) “Allora, sei contento?”
House si alzò.
Dr H.: “Sinceramente no...Avevo già cominciato a cucire la tutina e a comprare i pannolini...”
Cameron rise. Non era di certo una battuta divertente, ma era così sollevata che avrebbe riso per qualsiasi cosa.
Dr C.: “E....la Cuddy?”
Dr H.: “La Cuddy ha detto che non c’è problema. Posso restare con te quanto voglio, l’importante e che domani mattina ti riporti a lavoro”
Dr C.: “Guarda, non c’è nessun problema...se vuoi, ora puoi andare. Non c’è bisogno che tu resti qui...”
House le si avvicinò.
Dr H.: “Ma io voglio restare..”
Dr C.: “In tal caso...”
I due ormai erano separati da pochissimo spazio.
Dr C.:(riconoscente) “Greg, io....Volevo ringraziarti per tutto quello che hai fatto per me”
Dr H.: “Dai Alli, ancora con sti grazie!”
Dr C.: “No, seriamente...Mi hai fornito un aiuto straordinario...Sei stato magnifico...”
Dr H.: (sarcastico)“Ehy, così mi fai arrossire...”
Dr C.: “Mi piacerebbe esserne capace”
Cameron sorrise e poi assunse un’espressione particolare.
Dr C.:(maliziosa) “Ma del resto mi accontento di riuscire a procurarti tantissimi altri effetti...”
Con quelle parole ottenne in un lampo la completa attenzione del medico. Da quando era diventata così sfacciata? House quasi non la riconosceva...Ma doveva ammettere che quel lato di Allison, gli piaceva da impazzire.
Dr H.: “Se fossi in te non ci metterei la mano sul fuoco...Ho gusti difficili”
Dr C.: “Lo immaginavo...Ma sono sicura di essere in grado di soddisfare qualsiasi tipo di desiderio....”
House la prese per i fianchi.
Poi appoggiò le labbra sul suo orecchio.
Dr H.: “Ah si?”
Cameron avvertì un brivido lungo la schiena. Poi, improvvisamente, si staccò da lui come se niente fosse.
Dr C.: “Ma guarda, sono ancora in pigiama! Mi faccio una doccia e mi vesto, poi sono da te...Magari intanto fatti un caffè!”
House aprì bocca per protestare, ma fu tutto inutile, Cameron si era già indirizzata verso quello che doveva essere il bagno. House sbruffò e scosse la testa. Poi, rassegnato, prese a gironzolare per la casa, sperando che dopo l’attesa, avrebbe ricevuto una bella ricompensa.
Casa di Cameron, 30 minuti dopo
House chiuse di scattò la rivista che stava sfogliando e diede un’occhiata al suo inseparabile orologio da polso.
Dr H.: “Ma quanto accidenti ci mette...”
Tamburellò qualche altro secondo con il piede sul pavimento poi, stanco di aspettare, si alzò di stacco. Restò in piedi per qualche minuto poi, deciso, si diresse verso il corridoio. Zoppicò per qualche metro e prese ad abbassare cautamente la prima maniglia che si trovò di fronte...Quando finalmente la porta fu completamente aperta, diede un’occhiata all’interno e si rese conto che doveva trattarsi della sua camera da letto. Un letto matrimoniale si ergeva al centro della stanza, affiancato da un solo comodino. Di fronte al letto c’era una cassettiera in legno antico, sulla quale erano poggiati alcuni portafotografie. House stava per richiudere la porta quando si accorse di cosa stava succedendo. In fondo alla camera, l’armadio era aperto e, rivolta verso di esso, quasi a perdersici dentro, c’era Allison. House fece un passo, attento a non farsi sentire. La sua collega di lavoro, non essendosi minimamente accorta della sua presenza, era completamente scoperta, a eccezione di delle delicate mutandine rosa pallido. Gli dava le spalle, coperte da lunghi capelli fradici, e frugava tra i cassetti, dondolandosi da una gamba all’altra. House approfittò di quella splendida vista...La Fissò a lungo , in modo da imprimere bene i particolari nelle sua mente....Improvvisamente, prese una maglietta a maniche corte fucsia e se la infilò. House notò che non aveva indossato il reggiseno, e la cosa gli fece piacere. Proprio quando aveva preso in mano un grazioso paio di jeans, House decise di intervenire.
Dr H.: “Ehi, Allie...Te l’ha mai detto qualcuno che il rosa ti dona molto?”
Cameron si girò di scatto.
Dr C.: “Greg...Ti avevo detto di aspettare!”
House notò che era decisamente imbarazzata, ma cercava di far apparire tutto completamente naturale...La situazione lo fece sorridere.
Dr H.: “Ci stavi mettendo molto, mi stavo annoiando di là...”
House iniziò ad avanzare verso di lei.
Allison, tenendo il viso basso per evitare di mostrare il rossore, cercava in tutti i modi di infilarsi quel maledetto paio di jeans che però, pareva non poter salire più delle ginocchia.
Notò che House era vicino, e cercò di accelerare ulteriormente l’operazione, non riuscendoci comunque.
Dr C.:(imbarazzata) “Ehm scusa..non salgono...Vai in cucina, vengo subito da te...”
House sorrise. Poi, delicatamente, le si avvicinò tanto da esserle appiccicato.
Dr H.:(dolce) “Posso?”
Nonostante non capisse a cosa si riferisse, Cameron non potè fare a meno di annuire.
Dr H.: “Vedi, è semplice..”
House si piegò leggermente in avanti e afferrò i pantaloni dai passanti.
Tenendoli ben saldi, iniziò a farli salire, lentamente....Era incredibile come aderissero completamente alle sue gambe snelle...
Dr H.: “Il trucco è fare con calma....”
Cameron chiuse gli occhi.
Ormai i jeans avevano aderito completamente al sedere e ad House restava solo da abbottonarli.
Dopo aver tirato su la lampo, prese tra il pollice e l’indice il bottone e lo infilò nell’asola. Dalla bocca di Cameron uscì un lieve sospiro....Nell’abbottonare il jeans, House aveva cominciato a sfiorarla sotto l’ombelico. Erano appicicati, con la mano di lui sulla pancia di lei...Allison, lentamente, aprì gli occhi, appannati di desiderio.
Dr C.: “Grazie mille dottore...Non so come avrei fatto senza di lei”
Dr H.: “Di niente....”
House prese a baciarle il collo. Lei mise le braccia attorno al collo di lui e rivolse il viso verso la sua spalla. Si strinsero, sentendo l’irrefrenabile bisogno di avvertire il corpo dell’altro schiacciato contro il proprio.....

 
Top
Mr. House
view post Posted on 1/5/2007, 19:00




Beh... veramente siamo UN e UNA fan... :)
il mio vizio è che ho un gran livello di curiosità, e volevo sapere come andava a finire eh eh eh

Speriamo ricominci presto anche il telefilm!!!
 
Top
17fede
view post Posted on 2/5/2007, 10:50




Bene!!! Ho compagnia!!!! No ma davvero ninix dov'eri finita?? Già non c'è più il telefilm,sperando che arrivi al più presto settembre, davver non ce la faccio più.....Menomale che hai postato se no impazzivo completamente...
 
Top
Mr. House
view post Posted on 11/5/2007, 13:52




Ehilà, mi son perso via un po', ma a quanto pare non è continuato il racconto, perfavore!!! Non abbandonarlo a metà!!! AAAAAAhhhhhhhh!!!
 
Top
ninìx*
view post Posted on 13/5/2007, 09:20




scusatemi moltissimo...
non ci sono con la testa, proprio per niente...
da oggi in poi posterò come minimo una volta alla settimana, prometto...
per farmi scusare, tre capitoli...

Lui, avendo raggiunto l’orecchio, aveva cominciato a mordicchiarlo e a leccarlo.....
Lei prese a ridere scansandosi
Dr C.: “Greg...Mi fai il solletico!!”
Lui sorrise e le si buttò addosso, scaraventandola sul letto. Allison iniziò a ridere senza sosta, mentre il medico le faceva il solletico da tutte le parti.
Improvvisamente lei mise fine a quel gioco divertente travolgendolo in un bacio, con una straordinaria passione. Quando si staccarono, erano entrambi senza fiato.
Dr H.: “Wow...”
Cameron sorrise.
Dr C.: “Ehi, cosa pensavi?”
House la guardò.
Era sotto di lui...Bellissima...
Stavolta fu lui a baciarla, di certo non con meno impeto della volta precedente.
Lui le portò una mano dietro i capelli, per accarezzarli, e si accorse che erano bagnati.
Dr H.: (staccandosi a fatica dalle labbra di lei)“Allie....Sono ancora fradici!”
Lei sorrise.
Dr C.: “Non ha importanza....”
Senza dargli il tempo di protestare, riprese a baciarlo.
Dopo un po’ si staccarono.
Lui le accarezzò dolcemente una guancia e puntò i suoi penetranti occhi azzurri in quelli verdi limpidi di lei.
Dr H.: (a bassa voce e con calma) “Tu...sei sicura che sia...il momento giusto?”
Cameron restò qualche secondo in silenzio, dopodichè annuì.
Dr H.: “Intendo dire...cioè...io..”
Cameron si alzò sui gomiti.
Dr C.: “Greg io mi sento pronta. Mi sento sicura. Dopo quello che ho subito, non mi sono sentita vicina a nessuno, eccetto che a te. Con te sto bene, mi sento al sicuro....Riesco a dimenticare il passato e mi sento protetta dal mondo esterno....”
Dr H.: “Si ma...Chi ti proteggerà da me?”
Restarono entrambi zitti.
Dr C.: “Hai promesso che mi starai vicino, giusto?”
Dr H.: “Si...Ma anche se non ti abbandonerò, non vuol dire che non ti farò del male....”
Cameron gli posò una mano sulla guancia, avvertendo un brivido al tocco della ruvida barba.
Dr C.: “E’ vero...Non puoi fare a meno di fare del male a chi ami....Però, non voglio pensarci...Voglio dedicarmi al presente”
House annuì lievemente.
Dr C.: “E, ora come ora, voglio farlo, Greg ”
House sorrise.
Cameron si abbandonò dolcemente sul letto, chiudendo gli occhi.
House infilò le mani sotto la maglietta di lei e, delicatamente, l’accarezzò in un andirivieni tra la schiena e gli incavi del seno...Le sfilò la sportiva maglietta fucsia, per poi lanciarla dall’altra parte della stanza. Le baciò la pancia e poi salì sulla spalla, per poi ridiscendere attorno all’ombelico. Senza mai spostare lo sguardo dagli occhi di lei, sbottonò il jeans e glielo sfilò. Lui stava per sfilarle anche le mutandine, quando Allison aprì gli occhi di scatto, gli prese la mano e lo fermò.
Dr C.: “Ehi, mica puoi fare tutto da solo...”
Lo costrinse a scostarsi e si alzò. Poi, in piedi davanti a lui comodamente appoggiato sul letto, si tolse le mutandine. Gli si avvicinò e gli sbottonò la camicia, poi subito dopo il pantalone. Era rimasto in canottiera e boxer e, baciandosi, lo aiutò a liberarsi anche di quelli. Ormai erano completamente nudi, lui sopra di lei....Lui la guardò un’ultima volta per accertarsi che non avesse cambiato idea, e lei sorrise. Poi, tutto d’un colpo, entrò dentro di lei. Lei dapprima continuò a sorridere, poi gli afferrò le spalle e prese a graffargliele....Lui, pieno di desiderio, gridava il suo nome leccandole il collo. Alla fine, vennero insieme. Fu un momento unico, indimenticabile...Loro finalmente uniti, dopo tanto tempo...Insieme... Sfiniti, si abbandonarono uno accanto all’altra e presero fiato. Dopo un po’, lei gli si rannicchiò tra le braccia, come amava fare sempre.
Poggiò la testa sul suo petto e iniziò ad ascoltare il battito del cuore., accarezzandogli dolcemente i pettorali.
Dr C.: “Ti amo...”
House chiuse gli occhi. Avvertì il suo bagnoschiuma al cocco e le goccioline dei suoi capelli bagnati che gli scorrevano sul corpo.....
Dr C.: “E niente ha più importanza di questo".

House aprì gli occhi lentamente....Diede un’occhiata alla solita sveglietta adagiata sul comodino e constatò che era ancora presto...Le 7:00....Si voltò, ancora assonnato, con l’intenzione di vedere cosa stesse facendo la sua compagna....Allison era sdraiata su un fianco, coperta solo fino ai fianchi da un lenzuolo bianco, con i capelli sciolti leggermente umidi che nascondevano un pezzo di schiena. Era meravigliosa....Delicatamente, cercando di non farla svegliare, le accarezzò la parte inferiore della schiena. Poi, completamente nudo anche lui, si tolse il lenzuolo di dosso e si alzò, con l’intenzione di infilarsi i boxer grigi della giornata precedente. Proprio mentre si stava rivestendo però, Cameron si svegliò e si voltò verso la sua direzione.
Dr C.: “Buongiorno...”
Dr H.: “Lo sai che sei una delle donne più fortunate del mondo?”
Dr C.: “Mmm...Non sono ricca, né famosa....perchè mai dovrei esserlo?”
Dr H.: “Ma come? C’è anche bisogno di chiederlo? Hai davanti a te il dottore più affascinante del New Jersey che si sta infilando le mutande, sfoggiando il suo fisico scolpito, e non apprezzi?”
Dr C.: “Chi ti dice che non lo stia facendo...”
Cameron gli puntò gli occhi addosso, scrutandolo dalla testa ai piedi.
Dr H.: (divertito)“Ehi, ma dove è finito il tuo pudore da crocerossina?”
Cameron sembrò finire la perlustrazione e sorrise.
Dr C.: “Decisamente meglio Chase”
House avanzò verso di lei e la raggiunse fra le lenzuola.
Dr H.: “Ah si?”
Cameron cominciò a ridere, notando House che si muoveva gattonando minaccioso verso di lei. Poi le afferrò le spalle e la baciò....Lei, come al solito, cercò di assaporare quel momento sapendo che non sarebbe durato per sempre.
Dr H.:(quando si staccarono) “Sei ancora convinta della tua affermazione?”
Dr C.: “Sto cominciando a ricredermi.....”
Dr H.: “Non ti basta, questa dimostrazione?”
Cameron sospirò.
Dr C.: (con aria di sufficienza)“Bè, si, si...mi basta..Capisco che tu sia un po’ avanti con gli anni, e non ce la faccia a sostenere parecchia attività motoria...”
House la guardò sicuro di sé.
Dr H.: “Vogliamo scommettere?”
Dr C.: “50$”
Il medico rimase sbalordito, non si sarebbe mai aspettato che l’immunologa fosse in grado di sfidarlo....Per di più in una scommessa di quel genere..
Dr H.: “Ma precisamente...in che cosa consiste...”
Cameron gli si avvicinò e gli sussurrò all’orecchio.
Dr C.: “Avrai i tuoi bigliettoni, solo se sarai in grado di soddisfarmi più di quanto abbia mai fatto nessun altro uomo....”
House sorrise.
Dr H.: “Ma dobbiamo andare al lavoro....”
Dr C.: “Paura, eh?”
Dr H.:(indignato) “Certo! Come mai potrò vincere, con quei mostri del maritino malato e del canguro in gara?”
Cameron sorrise e si sdraiò, scoprendosi completamente.
Dr C.: “Io ti ho fatto la proposta, se ci stai....”
House la guardò.
Adorava quella donna.
Quasi tre ore dopo, PPTH, ufficio della Cuddy
In quella calda mattinata di inizio Estate, Lisa Cuddy guardava fuori dalla finestra....Aveva sbrigato tutto il lavoro che aveva da fare e, almeno per qualche ora, non aveva niente da fare....Diede un’occhiata all’orologio e scosse la testa scoraggiata. Se neanche quella mattina Cameron fosse rientrata, se la sarebbe vista davvero brutta...Proprio in quel momento, sentì bussare alla porta e, dopo aver detto -avanti-, fu lieta di osservare chi aveva appena varcato la soglia del suo ufficio.
Dr C.: “Buongiorno...Scusa il ritardo..”
Dr H.: “E’ colpa mia, le avevo detto che sarei passata a prenderla, ma poi il cane ha tardato a fare i suoi bisognini eh...”
Dr Cu.(perplessa): “Non sapevo avessi un cane”
Dr H.: “Sapessi quante cose non sai di me, mia cara Lisa...”
La Cuddy distolse lo sguardo da quello del medico, leggermente sospettosa, e lo puntò addosso a Cameron.
Dr Cu: “Mi fa piacere che tu sia tornata...L’ultima cosa che avrei voluto in questo periodo, sarebbe stato preoccuparsi per una nuova immunologa....”
I due medici si sedettero e, mentre Cameron dedicò completamente tutta l’attenzione al suo superiore, House prese a guardarsi in giro disinteressato.
Dr Cu.: “Cameron, tu sei sempre stata una dipendente modello...”
Alludendo ad House...
Dr Cu.: “Magari certe persone fossero come te....Comunque, sai benissimo che il tuo solitamente egregio comportamento non ti dà il diritto di prenderti cinque giorni di assenza arbitraria”
Cameron annuì.
Dr Cu.: “Non per impicciarmi negli affari degli altri...”
Dr H.: “Cosa che però ama immensamente fare....”
Dr Cu.:(ignorandolo) “..Ma ho bisogno di sapere come mai ti sia assentata per così tanto tempo, per di più senza preavviso”
Cameron sussultò.
Pur sapendo che le sarebbe stata posta questa domanda, non era riuscita a prepararsi la risposta.
House, vedendola in difficoltà, decise di intervenire.
Dr H.: “Ecco...Ha avuto dei problemi familiari. Dei parenti sono stati malati e così....”
Dr Cu.: “House, ti pregherei di fare silenzio. Non sei di certo tu la persona interrogata....”
House sbruffò infastidito.
Dr C.: “Ecco...Lui ha ragione....giovedì sera ho ricevuto una telefonata da mia madre....Mi ha informato che papà stava male...”
Cameron, sapendo che il padre aveva sempre goduto di ottima salute, si augurò di non portare sfortuna.
Dr Cu.: “Ah capisco...Ora sta meglio?”
Dr C.: “Fortunatamente si. Tutto risolto”
Dr Cu.: “Bene....Mi fa piacere...Comunque sai, che avresti potuto avvertirmi...”
Dr C.: “Si, riconosco di aver sbagliato. Ero molto preoccupata e ho agito di impulso...Mi sono precipitata a casa dei mie genitori, che sta a un’oretta e mezza da Princeton...E ho addirittura lasciato il cellulare a casa...Sono tornata ieri pomeriggio, e quando House è venuto a casa, stavo giusto componendo numero per avvisarti che sarei tornata oggi...”
La Cuddy sorrise a malapena.
Dr Cu.: “Bene, l’importante è che tu sia tornata ora. E, per la prossima volta, avvisami prima, mi raccomando!”
Dr C.: “Certamente!”
I due si alzarono e lasciarono la stanza.
La Cuddy girò nuovamente la sua sedia girevole verso la finestra.
Per ora si sarebbe limitata ad indagare, la bugia di Cameron non le sembrava tanto grave da agire....Decise che avrebbe aspettato di vedere come si evolvesse la situazione....A lei piaceva molto Cameron, ma tutti sapeva che odiava essere presa per il culo.


House e Cameron, leggermente distanziati fra di loro per non apparire troppo legati, camminavano per i corridoi del PPTH, con passo svelto.
Dr H.: “Allora, quand’è che me li dai quei 50$?”
Cameron sorrise.
Dr C.: “Perché sei così sicuro di aver vinto?”
Dr H.: “Forse per le tue assordanti grida che ha sentito perfino la vicina....”
Cameron arrossì.
Dr C.: “Non esagerare...E poi abbassa la voce, non vorrai farti sentire da tutto l’ospedale!”
Dr H.: “In effetti sprecherei solo fiato, tutti qua dentro conoscono le mie particolari doti...”
Cameron si finse arrabbiata e voltò lo sguardo.
Dr H.: “Su, dai, Allie, lo sai che stavo scherzando! Credi veramente che mi sia portato a letto quel mostro di infermiera che sta al reparto di oncologia?”
Dr C.: “In effetti ne dubito...Credo di essere l’unica persona al mondo disposta a sopportarti per più di una notte...”
Dr H.: “Su questo siamo d’accordo! Sotto le lenzuola sono un vero animale....Poche donne riescono a reggermi”
Dr C.: “A dire il vero, io parlavo del tuo caratteraccio....”
Proprio in quel momento, arrivarono a destinazione e furono costretti ad abbandonare quella stuzzicante conversazione.
Appena entrati, furono assaliti dalle parole di Chase.
Dr Ch.: “Ehi, piccioncini, abbiamo un caso...”
House si avvicinò al collega.
Dr H.: “Ehi, canguro, cos’è quest’umorismo insolito?”
Chase si finse seccato e House preferì chiedere informazioni al neurologo.
Dr H.: “Foreman, di che si tratta?”
Dr F.: “Barbara Rosenberg, 28 anni, dirige uno zoo in centro. E’ appena tornata da una lunga vacanza ai Carabi. Tosse, vomito e diarrea...In più sembra avvertire i primi sintomi di gastroenterite..Le feci sono ricche di elementi non digeriti..”
Dr H.: “E se entro tre o quattro giorni comincerà a defecare metà acqua e metà merda, dato che perlopiù siamo nei mesi caldi, saremo sicuri che si tratta di gastroenterite...”
Chase, il quale stava facendo colazione con una tazza di caffè e una ciambella, assunse un’espressione disgustata.
Dr Ch.: “House, potresti essere meno esplicito, cortesemente? Sto mangiando, certe cose mi danno allo stomaco...”
Dr H.: “Innanzitutto dovresti smetterla di mangiare tutte quelle ciambelle, a meno che tu non voglia rendere ancora più esplicita la tua somiglianza con Homer Simpson...Poi, non capisco perché te la prendi soltanto con me! Sai che feci e merda sono sinonimi vero?”
Dr Ch.: “Si, ma...Lasciamo perdere. E’ praticamente impossibile instaurare un dialogo con te....”
Dr H.: “Ok, Homer, vuol dire che la prossima volta la chiamerò cacchina....”
Cameron sbruffò.
Dr C.: “Sapete, in questo momento non mi è molto chiaro quale sia il nostro compito....Siamo per caso bambini dell’asilo, oppure medici che devono curare qualcuno?”
House la guardò e scosse la testa.
Dr H.: “E’ inutile...Il sarcasmo non è roba da tutti....”
Dopo segni di protesta generale, tutto tornò alla normalità.
Dr H.: “Allora, Stavamo parlando della paziente, quella....”
Dr F.: “Barbara Rosenberg”
Dr H.:”Mmm...Rosenberg...Chissà perché mi ricorda qualcosa...”
Dr F.: “Te lo dico io, il padre è il direttore di quella grande agenzia finanziaria...”
Dr H.: “Ah ah: giovane, ricca e viziata...Proprio come piacciono a me!”
House si appoggiò al tavolo e continuo.
Dr H.: “ Bè, comunque non ho neanche scritto i sintomi alla lavagna, perché non capisco che bisogno ci sia...Insomma, quella donna non è affatto grave, magari ha una semplice influenza presa da un negretto caraibico che le passerà entro domani...Sapete che odio i casi noiosi”
Dr Ch.: “Probabile...Ma la Cuddy ha detto che è una di quelle clienti – speciali- che dobbiamo trattare bene e con rispetto...”
Dr H.: “Come al solito, sono proprio stufo di gente raffreddata che vuole farsi curare dal Dottor House...So di essere un genio, ma non posso mica passare la vita a soddisfare capricci”
Dr C.: “Servono fondi per l’ospedale, House...Quando alla Cuddy si presentano queste figlie di papà, cerca di cogliere l’occasione al volo...”
Dr F.: “E poi, cerca di cogliere il lato positivo: meno lavoro”
House abbozzò un sorriso e prese a pensare.
Dopo pochi minuti, ebbe come al solito una delle sue illuminazioni.
Dr H.: “Aspettiamo qualche giorno, giusto per accertarci che sia gastroenterite....Se sarà così, è salmonella”
I tre annuirono.
Dr C.: “Giusto..I sintomi corrispondono...E potrebbe benissimo aver mangiato qualche schifezza in vacanza, oppure averla presa da qualcuno dei suoi animali...”
Dr H.: “Esatto....Ma per ora, ditele che non abbiamo la minima idea di cosa abbia, insomma, fatele pensare che potrebbe morire da un momento all’altro...Più resta in quel letto, più il paparino paga...”
Fece una faccia amaramente sbalordita.
Dr H.: “Non posso crederci...Sembravo quasi la Cuddy...Ho bisogno di un periodo di ferie!”
Così dicendo, lasciò la stanza.
Cameron, non lasciandosi sfuggire l’occasione, lo seguì.
Dr C.: “Ehi!”
House si voltò.
Dr H.: “Che c’è?”
Dr C.: “Dove stai andando?”
Dr H.: “Al bagno, non si può?”
Dr C.: (in imbarazzo)“No, pensavo...niente”
Dr H.: “Ecco brava”
House si accorse che Cameron mostrava una leggera delusione.
Dr H.: “Ascolta, io non sono il tipo da...Non pensare insomma, che io e te staremo sempre appiccicati qua dentro, perché non è da me...Voglio che il lavoro resti lavoro, punto”
Dr C.: “Certo, capisco...Mai mescolare il piacere con il dovere...”
Dr H.: “Quello che dico anch’io”
Cameron sembrò un po’ incerta sul da farsi, poi sorrise maliziosamente.
Dr C.: “Guarda, è venuto anche a me da andare in bagno...”
Gli passò accanto e lo sfiorò volontariamente con una spalla.
Poi, arrivata alla porta della toilette per donne, si voltò e gli fece l’occhiolino.
House dapprima sembrò stupito, poi sorrise. Mai rifiutare l’invito di una donna...Soprattutto poi se si tratta di una giovane bella immunologa di nome Allison Cameron.

 
Top
17fede
view post Posted on 13/5/2007, 11:18




Oh!! Che gioia rivederti e rileggerti ninix!!! Ne è passato d tempo...ma sei perdonata Dato che questa ff è davvero molto bella!!! Spero d rileggerti più spesso!! Alla prossima!
 
Top
ninìx*
view post Posted on 13/5/2007, 13:41




si si bellissima...
ecco un altro capitolo...

House si diede un’occhiata in giro, per accertarsi che non lo vedesse nessuno, poi spinse quella porta sulla quale era appeso un cartello raffigurante una piccola connetta disegnata. Entrato, sperò con tutto il cuore che non ci fosse nessuno eccetto lei...Le sue preghiere furono accontentate. Cameron, appoggiata contro quadrangolari mattonelle azzurre , gli fece cenno di avvicinarsi. Quando ormai la distanza fra loro era praticamente inesistente, lei gli cinse le braccia intorno al collo.
Dr C.: (sensuale)“Ho avuto paura che non avessi colto il segnale...”
House non rispose.
La guardò per qualche secondo, poi non resistette.
La schiacciò contro la parete e prese a baciarla con passione. Dopo un po’ , capirono che in quel momento chiunque fosse entrato avrebbe potuto sorprenderli....Senza mai staccarsi dalle labbra di lui, Allison abbassò la prima delle cinque maniglie che le capitò a tiro e lo trascinò con sé nella vera e propria sala bagno.
Dr C.(staccandosi da lui): “Ecco, chiudo a chiave...”
Dr H.: (divertito ed eccitato) “Chi l’avrebbe detto, la per fettina Dottoressa Cameron che infrange le regole per farsela con me...Te l’ho detto, nessuno può resistermi...”
Dr C.: “Purtroppo è così...”
House sorrise e la avvicinò nuovamente a sé. Poi, la schiacciò per la seconda volta contro la parete, e si impossessò per l’ennesima volta in quella giornata delle sua splendida bocca. I loro corpi erano attaccati, le loro labbra si scontravano voracemente, a caccia di nuovi sapori. House, preso dal desiderio, sbottonò ogni bottone del camice della collega e lo buttò per terra. A Cameron sfuggì una risatina...Lui infilò la mano sotto il suo maglioncino di filo azzurro e cominciò a massaggiarle la pancia. Lei avvertì i primi segni di piacere....Cominciò a baciare il collo di lui, con passione, cercando di assaporare il più possibile l’odore della sua acqua di colonia e il sapore della sua pelle, che per tanto tempo aveva potuto solo sognare. Non riuscì a trattenere un lieve sospiro nell’avvertire le calde mani di lui che accarezzavano l’insenatura dei suoi seni...In quel momento si rese conto di quanto, in quei tre anni, avesse amato e desiderato con tutta se stessa quell’uomo....Proprio mentre lui stava scendendo verso la cerniera dei pantaloni, entrambi avvertirono un rumore. Rimasero immobili in quella strana posizione, per capire cosa fosse successo....Avvertirono il chiaro suono di alti tacchi a spillo che ticchettavano rumorosamente sul lindo pavimento del bagno....E non ebbero più dubbi: una donna era appena entrata nella toilette. I due si allontanarono delicatamente, il più silenziosamente possibile. Si lanciarono uno sguardo allarmati e lui sperò che l’immunologa fosse in grado di capire il labiale...
Dr H.:(appunto senza voce) “Cerchiamo di capire chi è...”
Cameron annuì.
House si rese conto che era terrorizzata, e le posò una mano sul braccio, con l’intenzione di tranquillizzarla.
Poi il medico, salì sul water e vi si appollaiò, intenzionato a non farsi vedere i piedi...
Cameron, che ormai era quasi un tutt’uno con le mattonelle, cercò di trattenersi e di non ridere...
In quel preciso istante i due sentirono uno scatto e dei corti e ripetitivi suoni....La donna stava chiamando al cellulare.
Dr Cu.:(a voce non molto alta) “Pronto?”
I due sussultarono contemporaneamente. Quella voce era inconfondibile....D’altronde, avrebbero dovuto pensarci prima...Quello era il bagno riservato al personale, e nessun medico del PPTH, eccetto appunto Lisa Cuddy, aveva mai indossato tacchi a spillo.
Dr Cu.: “Buongiorno, mi sono appena accorta della chiamata....Lisa Cuddy, l’ho contattata qualche giorno fa...”
House appoggiò l’orecchio alla porta del bagno e Cameron lo fulminò con lo sguardo.
Dr C.:(labiale) “Cosa facciamo???!!”
House alzò le spalle, facendole capire che non ne aveva la minima idea.
Dr Cu.: “Allora.....Ecco..A cosa devo la sua chiamata?”
Silenzio.
Dr Cu.: “Lo immaginavo.....Si...Certo...No guardi, se è possibile, gradirei saperlo all’istante...”
Calò di nuovo il silenzio....Ma stavolta, risultò molto più lungo.
Dr Cu.: (scossa) “Si, si...Mi scusi...Ci sono ancora..Ma certo, sto benissimo...”
Cuddy tirò un lungo sospiro.
Dr Cu.: “Senta, le sono immensamente grata. Ma.,...Le ho già detto l’altra volta, che ho assolutamente bisogno che questi risultati restino riservati....Nessuno deve saperlo, capisce? Come già sa, ho un intero ospedale a disposizione, potrei farmi qualsiasi tipo di test senza muovere un dito...Ma mi sono rivolta ad un altro edificio, perché so che le infermiere parlano, e presto tutto il PPTH sarebbe venuto a conoscenza della mia...Insomma, mi sembra di essere stata chiara, vero?...Guardi, le garantisco che sono molto informata, se vengo a sapere che la mia privasi non è stata rispettata, sono capace di fare di tutto...Benissimo, mi fa piacere abbia capito....Grazie mille, arrivederci”
Si sentì premere un tasto e poi più nulla.
Allison e Greg cercarono di farsi ancora più piccoli, nel poco spazio a loro concesso.
Mentre pregavano che la Cuddy si fosse recata lì solo per una telefonata privata e non per bisogni fisiologici, sentirono qualcosa di strano.
Un singhiozzo....
Entrambi pensarono di aver udito male, ma poi dovettero ricredersi.
Un altro singhiozzo...
Sentirono la Cuddy piangere sommessamente, e tirare su con il naso.
Non era un pianto disperato, ma si sentiva che stava cercando in tutti i modi di trattenersi.
Entrambi puntarono gli occhi a terra, imbarazzati.
La donna si sfogò per un altro po’, poi parve asciugarsi le lacrime.
Dr Cu.(parlando da sola) “Dai Lisa...fatti coraggio...”
Poi, avvertirono i tacchi del medico e lo sbattere della porta.
Aspettarono un altro minuto, in silenzio, poi girarono la manopola ed uscirono.

 
Top
ciux
view post Posted on 15/5/2007, 13:39




nooooooooooooooooooo non puoi finire così....perchè piangeva???
mi intriga la storia , complimenti, certola scena di greg in canotta non è edificante, però, vabbè dai...quindi hai una fan in più attendo il seguito..
 
Top
ninìx*
view post Posted on 15/5/2007, 13:41




Lisa Cuddy sedeva a poca distanza dalla sua scrivania, con le gambe accavallate e le braccia conserte. Era girata verso la finestra e guardava fuori, completamente assente. All’improvviso i suoi occhi si concentrarono su una coppia anziana che attraversava la strada, mano nella mano. Pur volendo, non riuscì ad impedire ad una lacrima di solcarle la guancia. Lei non avrebbe mai avuto quella vita....Mai.
Fino al giorno prima aveva almeno conservato un briciolo di speranza, aveva creduto che un giorno le cose si sarebbero aggiustate e si sarebbe fatta...una famiglia.
Ma il risultato del test che aveva effettuato, l’aveva completante distrutta.
Aveva stroncato quello a cui aspirava...
Una vita. Felice.
Proprio in quel momento sentì qualcuno entrare nel suo ufficio.
Dr Cu.: “House”
House rimase sbalordito.
Dr H.: “Mi spieghi come diamine hai fatto a capire che ero io?”
La Cuddy si asciugò la lacrima, sorrise e si voltò verso di lui.
Dr Cu.: “Semplice: Tu sei l’unico che entra senza bussare”
House sorrise.
Poi, senza invito, si accomodò in una delle due poltrone.
Stettero qualche secondo in silenzio, a fissarsi.
Dr Cu.: “Senti, se sei qua per il vicodin, puoi benissimo accomodarti fuori....”
Dr H.(deluso) “Neanche tre o quattro pillole?”
Dr Cu.: “No”
House la guardò falsamente infastidito.
Dr Cu.: “Bè, ora puoi andare...”
Dr H.: “Veramente, non ero venuto qui solo per le pasticche..”
La Cuddy si fece improvvisamente interessata.
Dr Cu.: “Dimmi...Novità con la Rosenberg?”
House puntò gli occhi nei suoi e inspirò profondamente.
Dr H.: (piatto)“Tu..come stai?”
La Cuddy non potè fare a meno di sgranare gli occhi.
Dr Cu.:(divertita) “Stai scherzando?”
Dr H.: “Perché dovrei?”
Dr Cu.: “Forse perché tu sei Gregory House, il medico cinico e menefreghista che non si interesserebbe mai e poi mai della salute del suo capo....”
House restò impassibile, al che Cuddy si fece seria.
Dr Cu.: “Perché me lo chiedi?”
Silenzio
Dr H.: “Niente, curiosità...”
Dr Cu.: “Allora tu, per pura curiosità, una mattina qualunque ti presenti nel mio ufficio e mi chiedi come sto?”
Dr H.: “Non sei proprio in grado di rispondere e basta ad una semplice domanda, vero?”
Dr Cu.: “Senti chi parla...”
Lui le regalò uno dei suoi splendidi sorrisi...Da quando stava con Cameron aveva iniziato a farlo più spesso....
Poi si alzò e fece per andarsene.
Dr Cu.: “Aspetta!”
Lui si voltò.
Dr Cu.: “Scusami...E’ solo che mi sembra strano....”
Lui si riaccomodò con disinvoltura.
Dr Cu.: “Và tutto alla grande, straordinariamente bene”
Lei sorrise aspettandosi di essere ricambiata.
Ma non fu così.
House era rimasto serio...Troppo, considerando la situazione.
Dr H.: “Sicura?’”
Dr Cu.: “Scusa perché non dovrei?”
House capì che stava iniziando a sospettare qualcosa.
Dr H.: “Semplicemente perché ultimamente ti trovo un po’ giù...”
Lisa sorrise falsamente.
Dr Cu.: “Deve essere stata una tua impressione”
Dr H.: “Ah, bè...Ricordati che, nel caso avessi bisogno, noi siamo qui...”
La Cuddy prese a squadrarlo.
Dr Cu.: (titubante)“Voi chi?”
Dr H.: “Noi in generale...Io, Cameron...”
Silenzio.
Dr H.: “Ok, vorrà dire che la prossima volta in cui avvertirò impulsi da crocerossina, li terrò per me...”
Così dicendo se ne andò, lasciando la Cuddy notevolmente perplessa.
Quella stessa sera, ore 9:30, camera da letto di House.
Cameron, appoggiata al petto del suo medico preferito, prese ad accarezzargli i pettorali. House immerse ancora di più il naso nei suoi capelli e sorrise.
Dr C.: “Mm...Non abbiamo ancora cenato....”
Dr H.: “Bè, non prendertela con me!!Stamattina ci hanno interrotti e mi era rimasta la voglia..”
Cameron sorrise.
Dr C.: “Che ne dici se ti alzi e prendi la pizza surgelata in frigo?”
Dr H.: “Come sai che ho una pizza surgelata in frigo?”
Dr C.: “Credevi forse che non avessi mai mangiato niente dopo praticamente un mese che dormo da te?”
Dr H.: “Io comunque non mi alzo...”
Dr C.: “Neanche io....”
House le alzò il mento con le dita.
Dr H.: “Che ne dici, per oggi potremmo stare a dieta...”
Così dicendo la baciò.
Lui la adagiò sul letto e continuò a baciarla, sopra di lei.
Improvvisamente udirono il trillo del telefono.
A malavoglia si staccarono.
Dr H.: “Giuro che se stavolta è Wilson, lo ammazzo sul serio..”
Cameron sorrise al ricordo.
Dr H.(alzando la cornetta): “Pronto?”
Dr Ch.: “House?”
Dr H.:(rivolto a Cameron) “Tesoro, stavolta è un canguro...”
Dr Ch.:(stranito) “Con chi stai parlando?C’è qualcuno con te?”
Dr H.: “Che sono tutte ste domande?”
Dr Ch.: “Ah, capito...L’ennesima ragazza squillo. Bè, mi dispiace ma dovrai lasciarla, devi venire in ospedale”
Dr H.: “E perché mai?”
Dr Ch.: “Non è gastroenterite...”
Dr H.: “Idiota, non ho detto fate passare ventiquattro ore...Per la comparsa delle feci particolari ci vuole di più...”
Dr Ch.: “Non è gastroenterite...A meno che disturbi asmatici gravi non facciano parte dei sintomi”
House tacque.
Dr Ch.: “Io e Foreman ci siamo già, abbiamo provato a chiamare Cameron ma non risponde...”
Dr H.: “Ok. Sto arrivando”
House riattaccò e afferrò la maglietta che giaceva a terra accanto al letto.
Dr C.: “Dobbiamo andare?”
Dr H.: “Purtroppo si”
 
Top
17fede
view post Posted on 20/5/2007, 12:10




Noi aspettiamo...ormai siamo troppo presi dalla storia....
 
Top
77 replies since 21/3/2007, 14:32   1217 views
  Share