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Torna finalmente il Dr. House, con grosse novità. Anche la produzione di House M.D. ha deciso di incrementare il proprio cast come pianificato da altre serie, vedi Desperate Housewives, Grey’s Anatomy, Prison Break, solo per citarne alcune. Resisi conto che le dinamiche tra i personaggi del cast originario andavano esaurendosi (l’interazione tra sei individui, ovviamente, ha più limiti rispetto alle dozzine e più di protagonisti e comprimari di telefilm come Grey’s Anatomy, E.R., o Lost), la terza stagione si è conclusa con un colpo di scena: House si ritrova senza il suo team. Foreman se ne va come annunciato, Chase viene licenziato, e Cameron si dimette per solidarietà verso il bell’australiano, che ha finalmente riconosciuto di amare. Ma il diagnosta è veramente disposto a assumere nuovi collaboratori? Nel corso dell’ultima stagione, più che mai il House è stato messo in questione da Foreman e Cameron, i suoi metodi radicali sono stati spesso denunciati dalla ragazza alla “capa” Cuddy e sia lei che Foreman si sono rifiutati di somministrare ai pazienti le cure proposte dal loro superiore. Solo Chase, in vena di riscatto dopo il tradimento passato, si è sempre reso disponibile ad aiutarlo. Per inciso, è anche l’unico dei tre che ha azzeccato un paio di diagnosi, laddove solo House sembra in grado di risolvere i casi impossibili che giungono al Princeton Plainsboro, mentre il borioso Foreman (che si illude-delude al pensiero di essere come il suo capo) al massimo è riuscito a far fuori una paziente, e Cameron ne ha lobotomizzato un altro. Nonostante tutto, Greg nasconde una certa affezione per i tre dottori, e la nuova stagione si aprirà con un House restìo all’idea di vagliare candidati per un nuovo team. In difficoltà senza qualcuno con cui confrontarsi sulle diagnosi, non vuole ammettere che l’inserviente di turno non offre il feed back intellettuale sufficiente. Cuddy naturalmente lo sa, e nessuno dei trucchi della mente manipolatrice di House riesce a beffarla, così i primi episodi si concentrano sulla ricerca dei nuovi collaboratori. Per la cronaca, parliamo di un uomo che non fa mai niente in modo ortodosso, infatti Greg decide di vagliare un numero impressionante di candidature, che sfoltirà con un ancor meno ortodosso (e poco obiettivo) metodo “alla Survivor”. Altro non vi anticipiamo, ma sappiate che House si divertirà un bel po’ giocando a Dio con le carriere dei ragazzi, tutti disposti a qualsiasi espediente (compreso rubare il Sacro Graal dell’ospedale, il perizoma di Cuddy) per assecondarlo e conquistare l’assunzione. Caso più unico che raro, l’outsider House – un uomo che ha sempre vissuto al di fuori degli schemi sociali – può infatti permettersi – grazie a un datore di lavoro disposto a tollerare le sue provocazioni – di creare una microsocietà tutta sua dove sono gli altri a premere per entrare, piuttosto che lui a vivere ai margini di essa. Nel suo piccolo regno, è lui che decide chi vive e chi muore. E questo gli piace talmente tanto che lo vediamo anche impasticcarsi di meno. Naturalmente si divertono molto meno i candidati costretti a sopportare i capricci di House, che, in questi episodi è – se possibile – ancora più affascinante. Come del resto lo è il telefilm stesso. I cambiamenti di cast sono sempre un grosso rischio, molti fans della serie hanno storto il naso guardando, nella season finale, Foreman, Cameron e Chase andarsene; eppure i primi episodi della quarta stagione sono stai definiti da molti – anche l’inteprete principale Hugh Laurie si è detto impressionato – tra i più belli dell’intera serie. E a ragione, tanto da rincuorare i più scettici e più affezionati ai vecchi personaggi. Che ovviamente vedremo ancora, maturati e migliorati dalla svolta. Affrancato Foreman dall’imbarazzante presunzione di essere come House, Cameron da atteggiamenti poco in linea con il personaggio (e altrettanto imbarazzanti) e Chase, diventanto incredibilmente il più saggio dei tre, il telefilm ci mostra i tre dottori graziati e rinnovati dal cambiamento. E profondamente cambiati dall’influenza di House. L’unico fattore in grado di ostacolare il successo di questa serie pare essere lo sciopero degli autori americani (la WGA, Writers Guild Association), in sciopero contro le majors a tempo indeterminato. House e molti altri programmi sono infatti bloccati a causa dell’assenza degli sceneggiatori, in ogni caso le cose per il medical drama continuano ad andare bene. Lontani i tempi in cui Dr. House passò per la prima volta sui palinsesti italiani, relegato a ruolo di riempitivo estivo nel luglio del 2005, la serie ha operato la scalata miracolosa che tutti conosciamo, e le cose negli Stati Uniti vanno anche meglio. Infatti quest’anno sarà proprio un episodio di House a andare in onda dopo il Superbowl (evento a Grey’s Anatomy valse una audience da record), anche se non sarà con l’episodio in due parti che molti attendevano, episodio destinato a indagare il lato romantico di House. Con chi? Non vogliamo spoilerarvi troppo, ma ci potete arrivare…
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