L'Ultimo Caso, House/Cuddy, pg13, one-shot, what if

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LisaCuddles
view post Posted on 15/4/2009, 00:12




L'ultimo caso

Wilson bussò nel cuore della notte. Dall'interno proveniva un tramestio di oggetti da cucina e il pianto di un bambino molto piccolo.
House aprì la porta. Il neonato si agitava nella culla, vicino al pianoforte. Wilson poté quasi sentire la tristezza gelata che giaceva negli occhi dell'amico. House invitò Wilson ad entrare.
E fu la prima volta dopo una settimana.
***
La pancia era così liscia e tonda, che poteva sentire con le dita il monticello formato dal pugnetto del piccolo, puntato contro la pelle tesa. Accarezzò dolcemente quella sconosciuta promessa per il futuro, ripensando al giorno in cui si era resa conto dello scambio delle provette.

-Ma cosa pensavi di fare? Quanto tempo è passato prima che trovassi il donatore? Quanto tempo hai avuto per essere sincero con me?- gli aveva urlato. - Non puoi interferire così nella vita della gente, non puoi affermare e negare ogni volta tutto, non avevi il diritto di farmi questo! -
Non avrebbe mai decifrato l'enigma silenzioso della sua espressione, mentre la guardava, in piedi di fronte a lei, nello studio dove tanto tempo prima il Decano di Medicina gli aveva rivelato il progetto di diventare madre.
Lui se ne andò con il passo stanco e il silenzio complicato di chi ama e non sa dirlo.
E lei sedette alla propria scrivania, con il trauma di un futuro imminente che le pulsava nelle tempie e nei polsi e le lacrime dell'impotenza chiuse a forza negli occhi asciutti e sbarrati dalla sorpresa.

Fuori nevicava da tre giorni e il giallo caldo delle pareti della cameretta scacciava il freddo che cercava di entrare dalle finestre ghiacciate. Aveva appena finito la tazza di limonata calda che si era preparata per calmare quella sensazione di nausea persistente che da qualche giorno la tormentava. Si alzò dalla poltrona e lasciò aperto sul bracciolo "The sign of four", più o meno a metà. Pensò di chiamarlo e magari dirgli qualcosa. Pensò di proporgli un caso, pensò di ricordargli le ore di clinica che le doveva, pensò di comunicargli che l'ultimo paziente gli aveva fatto causa per quell'irruzione in sala operatoria, che pure gli aveva salvato la vita.
Sì avvicinò a quel telefono che aveva evitato per sei lunghi mesi e non sapeva come rompere un silenzio così lungo, da sembrare quasi irreale.

Lo sguardo di Wilson diceva tutta l'incredulità che riusciva a sorprendere perfino l'amicizia di anni.
- House -
- Wilson -
- Non... -
- Non ti ho chiesto un parere -
- Tu, tu hai... -
- ...Fatto irruzione nel mio studio mentre la mia paziente muore. Cosa causa convulsioni, fotofobia, rash cutaneo...-
- Forse una sindrome paraneoplastica. Le hai parlato? -
- No, al momento è sotto anticonvulsivi e non ha intenzione di farmi sapere se si droga oppure... -
- House -
- Mi serve un'illuminazione. Cancro al cervello con sindorme paraneoplastica o droga. Sarebbe interessante sentire quale delle due preferirebbe Cameron -
- Cameron è di sotto con Cuddy. E forse è proprio con lei che dovresti parlare adesso -
- Con Cameron? So già che escluderebbe il cancro per l'ingiustizia della diagnosi. Forse si droga perché è cresciuta in un ghetto nero di Philadelphia. Chiamo Foreman! -
- Esci di qui e vai dalla Cuddy -
- Lei non è un vero medico, a che vuoi che mi serva il suo aiuto? -
- Ha appena effettuato un test di gravidanza -
E negli occhi del suo amico, Wilson vide per la prima volta la consapevolezza di quel gioco troppo pericoloso. E irrimediabile.

Alzò la cornetta del telefono e compose il numero. La sua concentrazione era tutta nel suono della linea libera. Quel La naturale ripetuto per otto, nove, dieci, infinite volte, quel profondo suono dal timbro fisso la ipnotizzava, mentre il battito del suo cuore le martellava i timpani. E quando finalmente lui rispose, poté sentire solo il respiro affannato e un gemito sordo provenire dall'altro lato del filo.

Cameron prese il terzo codice rosso di quel giorno. Un'anziana infartuata e un ragazzo con probabile danno spinale dopo un tuffo avevano preceduto quella chiamata per il soccorso di una donna incinta con severa disidratazione dovuta a nausea e problemi intestinali persistenti.
- Donna, sui quaranta, all'inizio del terzo trimestre dopo IVF, forti dolori addominali, nausea, movimenti intestinali, disidratata - La squadra di soccorso corse attraverso l'entrata spingendo il lettino a rotelle.
Cameron corse verso la nuova paziente e vide che era itterica. Chiamò l'infermiera.
- Controlla gli enzimi epatici e portami i risultati non appena arrivano. Per il momento va reidratata -.
Poi guardò davvero la donna terrorizzata che giaceva sulla barella ed ebbe un tuffo al cuore.

- Buongiorno e buona settimana. La positiva assenza di qualcuno da questo ospedale mi fa sperare che questo lunedì sia il primo di sette lunghi giorni senza un vero caso. -
- House, c'è qualcosa di cui dovremmo... - Tredici si alzò e gli si avvicinò incerta.
- Già, dimenticavo: i pazienti della clinica ti aspettano fino a mezzogiorno. Da mezzogiorno alle 5 tocca a Kutner... -
Foreman fece per porgergli una cartella.
- e domani è il turno di Foreman per la mattina e Taub il pomeriggio. Da mercoledì stessi turni, ma di notte. Sembra che il buio riempia le sale del Pronto Soccorso di pazienti e le svuoti di dottori -.
Taub guardò Kutner, che stringendosi nel camice sperò di affogarci dentro. Tredici prese la cartella, ma la lasciò cadere proprio mentre Foreman gliela passava. E senza volerlo, House lesse il nome della sua nuova paziente.
- L'hanno portata qui due ore fa - Taub parlò in un tono che dissimulava il disagio e la preoccupazione.
- La pressione è 180/120, è itterica: dal controllo degli enzimi epatici l'AST è maggiore della soglia di 70 U/L e l'LDH è oltre le 600 U/L - Kutner emerse dal camice in cui non era riuscito a nascondersi, leggendo i risultati delle analisi di Cameron.
- C'è Cameron con lei giù al Pronto Soccorso, la stanno reidratando - Foreman cercò nel suo capo un segno, la manifestazione di un qualsiasi sentimento.
E House era lì, in piedi nel suo studio, con un caso da risolvere e due pazienti da salvare.

- Permesso? -
- Che ci fai qui? -
- House, cosa sta succedendo? -
- Ho una paziente disidratata, con gli enzimi epatici impazziti, che vomita da tre giorni e pur essendo medico ha pensato di venire in ospedale solo oggi - House guardò l'amico in piedi di fronte a lui - il che prova che non è un vero medico. Ah, è incinta, all'inizio del terzo trimestre -
- Forse dovresti vederla e parlarle -
- Certo, non sono Dio perché ancora non ho creato un albero, ma potrei entrare in competizione se riesco a parlare con un fegato disobbediente. -
- House, cosa aspetti che accada se non le parli da sei mesi? Hai interferito con la sua vita senza capire neanche tu lo scopo del tuo gioco e senza sapere che cosa volevi dimostrarle. Sta accadendo qualcosa che in parte è colpa tua e per l'ennesima volta ti nascondi dietro l'assurda idiozia del tuo sistema filosofico! Quanto sangue dovrete versare tutti e due, prima che questa... cosa... abbia una fine?! -
E prima che Wilson finisse la sua domanda, House era uscito dallo studio in cerca della squadra.

- Può essere porpora trombocitopenica autoimmune... - Tredici passeggiava avanti e indietro, vicino alla fila di microscopi.
- Ma l'hanno controllata stamattina al Pronto Soccorso, non c'è traccia di petecchie, sanguinamenti delle mucose o della pelle... - Foreman era sicuro, Cameron l'aveva chiamato per primo per consultarlo sulla gravità del caso prima di sottoporlo ad House.
- Se è porpora trombocitopenica dobbiamo cercare cosa la causa. Infezioni batteriche o virali... - Taub elencava le possibili cause di una diagnosi che pure non lo convinceva del tutto.
- Che ne dite della sindrome emolitica uremica? - L'idea gli sembrava calzante.
- La diarrea non è emorragica, non c'è oliguria o anuria... - Foreman pensò che non era stata rilevata traccia di insufficienza renale.
- Controllate le piastrine. -
Si voltarono e lui era lì, sulla porta, con un'espressione che non ammetteva repliche.
- House, non può essere porpora trombocitopenica - Foreman replicava anche a certi sguardi.
- Controllate le piastrine. -
- Ma non c'è segno di sanguinamenti da pelle o mucose! Le piastrine basse si manifesterebbero in qualche modo! -
- Controllate le piastrine adesso -.
E la squadra uscì dal laboratorio.

L'ala Witherspoon non era mai stata così vuota. Pensò ai dialoghi che quelle mura avevano ascoltato, ai balletti che quel pavimento aveva ospitato, al suo bastone, che batteva sul linoleum col ritmo deciso che aveva quando andava a cercarla per chiederle un permesso che sapeva avrebbe ottenuto. La porpora trombocitopenica era una malattia autoimmune che colpiva soprattutto in età infantile o avanzata. Sarebbe stato un caso alquanto anomalo... Ma il trauma che scatena un'autoimmune gli sovvenne improvvisamente e la colpa si riversò some una scarica di pietre sulla sua schiena.
Lo trovarono lì, seduto e immobile. E capirono quanto dolore gli si era riversato addosso.
- Presenta una piastrinopenia di classe I: il conto è di 48000 piastrine per mm3, tra poco comincerà a sanguinare da ogni orifizio. E' la porpora trombocitopenica autoimmune -
House vide la sicurezza negli occhi di Tredici.
- Bene, datele cortisone e se non fa effetto somministrate immunoglobuline ad alto dosaggio -.
Sì alzò e andò a casa.

- Il cortisone può provocare... -
- ...ritardi di crescita nel bambino, lo so - Cuddy parlava con la fermezza del medico, ma tutta quella freddezza era una maschera. - Sono alla 28a settimana, potete far crescere i polmoni con gli steroidi - abbassò lo sguardo e le lacrime le velarono gli occhi per un attimo.
- Mi dispiace - Cameron le prese la mano.
- Lo so -
- La squadra di House sta facendo il possibile. Se il cortisone non funziona proveranno con le immunoglobuline ad alto dosaggio. Ce la farai. Ce la farete entrambi - .
- Lo so -
Cameron la lasciò sola nella stanza.
Non voleva rassicurazioni. Cercava solo il rumore del suo passo sbilanciato in ogni camminata che udiva in corridoio. Sperava di sentire il suo sarcasmo in ogni voce, credeva che avrebbe aperto gli occhi e se lo sarebbe trovato davanti, come tante volte era accaduto.
Lo odiava per quel gioco di cui avevano entrambi perso il controllo, lo odiava perché il passo fatale l'aveva compiuto lui. Odiava il silenzio che c'era stato fra loro da quel momento e odiava se stessa per avervi contribuito. E temeva per una vita che di tutto questo non aveva colpa.
Poi sentì un dolore lancinante all'addome e un fiotto di sangue bagnò il lenzuolo. Poco prima di svenire, riuscì a sollevare il sacchetto del catetere e notò che dalla mattina era assolutamente vuoto.

Il blues riempiva l'appartamento. Sul pianoforte il gin dentro un bicchiere da liquori tremolava alle vibrazioni delle corde. Il telefono interruppe la musica sulla terza di un arpeggio di Do minore.
- Provate le immunoglobuline -
- House, sono Taub -
- Peccato per le immunoglobuline... Chiamate Chase per una splenectomia d'urgenza -
- Non possiamo farlo... -
- Chase è nello stanzino delle scope con Cameron o vi dispiace condannarla alla terapia antibiotica a vita? -
- E' in insufficienza renale acuta. Non è quello che pensavamo -
La moto partì quasi all'istante.

- E' sindrome emolitico uremica, presenta anuria e lo confermano i parametri ematologici e di funzionalità renale - Taub era sicuro che la porpora trombocitopenica non fosse una buona idea.
- Allora dovrebbe avere anche un'infezione da VTEC, che non ha - interruppe Kutner - Se ci fosse, dovremmo rilevare la verocitotossina circolante proprio ora, che è nella fase acuta. Ci serve un test di agglutinazione per Escherichia coli O157...-
- E' una procedura troppo lunga. L'avrà sicuramente preso per via alimentare, dobbiamo procedere con la somministrazione di fluidi. La trombocitopenia potrebbe essere una conseguenza dell'infezione! - Foreman questa volta sembrava davvero sicuro.
- Non siamo certi -
House entrò proprio allora, sbattendo casco, giacca e bastone sul tavolo.
- House, non siamo mai certi! - ribatté Tredici.
- Dobbiamo fare il test -
- Ma ci vorrà troppo tempo. Ha già perso la funzionalità renale. La condanneremo alla dialisi a vita! - Foreman era già sulla porta.
- No -.

Tredici e Taub erano in casa di Cuddy, a cercare la fonte dell'infezione.
- Non le ha ancora parlato -
- Cosa le dovrebbe dire? Dio solo sa che cosa è successo tra quei due -
- E lei sta per avere un figlio -
- Con lui -
- Come lo sai? -
- Non lo so. Ma tempo fa è successo qualcosa e da sei mesi non si parlano -
- Allora non le parlerà mai più -
- Perché non avranno il tempo, se continua a peggiorare -
- No, perché se lui le ha giocato un tiro mancino tale da provocare un silenzio così lungo, lei non lo perdonerà davvero mai più -
- Non so quanto "mai più" significhi per lei ora, ma di certo parliamo di giorni -
Uscirono con una busta di carne di manzo e dello yogurt.

Wilson bussò gentilmente alla porta a vetri, prima di entrare nello studio di House.
- Da quando fai fare accertamenti su una diagnosi sicura? -
- Da quando...vediamo...quanto tempo fa ho ucciso la tua fidanzata? -
- Non è stata colpa tua e comunque non stiamo parlando di Amber -
- Beh, comunque sia è stata una lezione di prudenza -
- House, ci sono due vite in pericolo. Di là c'è una donna che ami e che aspetta tuo figlio -
- Di là c'è una paziente con probabile SEU da Escherichia coli, incinta -
- Tra quanto pensi di dirle che deve avere subito il bambino? O stai inconsciamente cercando di salvarli entrambi? Non ammetterai mai di voler vedere un figlio tuo al mondo e non ammetterai mai di volerlo da lei, ma li stai uccidendo mentre cerchi di salvarli. Devi allenarti meglio se vuoi essere buono -
- Devo allenarmi meglio per non trovare la diagnosi dopo tre tentativi -
- Il cibo è perfetto. -
House e Wilson si voltarono verso la porta laterale. C'era Kutner.
- Non ha l'infezione da verocitotossina. Non ha l'Escherichia coli -.
Tredici e Taub arrivarono proprio in quel momento, insieme a Foreman.
- Ha un distacco precoce di placenta - l'allarme nella voce di Foreman era inconfondibile - che ha causato CID -.

- Cuddy -
Erano le tre di mattina.
Lei aprì gli occhi e lo vide entrare nella penombra della stanza. Sentiva che avrebbe perso il suo bambino e ciò che più la addolorava erano quei mesi passati nel rancore e nella consapevolezza che, dall'altra parte, c'era la colpa silenziosa di una dichiarazione d'amore sbagliata e fallita. Chiaramente il gioco gli era sfuggito di mano, ma altrettanto chiaramente lei sapeva che lui non avrebbe mai scambiato quelle provette senza uno scopo. Per tutto quel tempo non l'aveva ammesso nemmeno con se stessa, ma ora sentiva l'inadeguatezza e il desiderio di amare che avevano spinto oltre il confine il padre del suo bambino. Perché questo era, ormai. Il padre.
- Cuddy. Dobbiamo farlo nascere -
- Lo so. Quanto e distaccata la placenta? -
- Troppo. Hai la CID, stai rischiando la vita -
Non le importava di morire. Voleva solo che vivesse l'unica persona che non aveva nessuna colpa, quel bambino che in quei sette mesi non aveva mai sentito la voce di suo padre dal caldo giaciglio in cui lei l'aveva prima odiato e poi cullato come un sogno, come la promessa di una felicità che sembrava così lontana e comunque così probabile, da farle sperare per il meglio. Quante volte aveva desiderato che le loro mani accarezzassero insieme quella promessa ancora sconosciuta, quante volte aveva sentito il peso della decisione di tenere il piccolo e allevarlo da sola. Questo non era il caso tipico di fecondazione in vitro che aveva cercato per anni. Era l'errore provocato, l'errore che lei credeva caso tipico. Quel bambino non era il figlio pianificato, ma la sorpresa più assurda che avesse mai ricevuto.
- Quali sono le ipotesi? -
- Abbiamo provato con la porpora trombocitopenica, poi con l'infezione da Escherichia coli con Sindrome emolitico uremica. Non abbiamo trovato niente a casa tua. Quindi non sappiamo da cosa è causata la SEU. Le piastrine sono scese ancora... -
Proprio in quel momento lei si alzò improvvisamente a sedere ansimando e tossendo, mentre un rivolo rosa le bagnava le labbra, le braccia strette sotto il seno.

- Edema polmonare e frattura epatica. Cesareo immediato e arresto dell'emorragia. Chase, sala operatoria numero 3 e anestesia. Tredici, Kutner, Taub, in laboratorio: ripetete tutti gli esami che abbiamo fatto finora. Cameron, in sala per il pronto intervento sul bambino. Foreman, torna a casa sua e ricontrolla tutto -.
House diramò le direttive quasi in un sussurro, mentre Wilson gli infilava il camice per la sala operatoria. Poi rimasero un momento soli.
Non servirono le parole, così come non servì l'abbraccio che Wilson pensò di offrire al suo amico e che poi tenne per sé. Prima di entrare in sala, i due si guardarono negli occhi e le espressioni di quel momento erano già passate sui loro volti tanto tempo prima, quando a rischio era stata la vita di un'altra donna, di un altro amore.

Fu lui, da solo, a somministrarle l'anestesia preparata da Chase. Erano tutti pronti, nella stanza di fianco, per quando lei avesse chiuso gli occhi. Dovevano estrarre il bambino e fermare l'emorragia epatica, ma non sapevano cosa avrebbero trovato. La finestra di osservazione incorniciava i volti preoccupati di infermiere e medici, ma nessuno di loro era un membro, né vecchio, né nuovo, della squadra di House. Ognuno di essi era occupato a chiarire un mistero che sarebbe potuto essere davvero l'ultimo, per quell'uomo complicato che era entrato prepotentemente nelle loro vite e non ne era più uscito.
Attaccò il sacchetto della flebo e agganciò il tubicino.
- Cuddy -
Abbassò lo sguardo e i loro occhi si incrociarono per la prima volta dopo tanto tempo.
Le toccò la pancia e sperò, per la prima volta e con tutto il cuore, che vi avrebbe trovato un bambino vivo. Le loro mani si sfiorarono su quella rotondità promettente e delicata.
- Mi dispiace tanto. Perdonami -
- House... -
- Sì, anch'io -.
Poi le infilò l'ago nel braccio sottile.
Guardò i suoi occhi velarsi lentamente, il suo viso ricadere piano di lato.
- House, è la HELLP...spiega tutto... -
E su queste parole cadde l'effetto dell'anestesia.

Da quel momento la sala operatoria si riempì di ordini concitati, intervallati ai suoni dei macchinari che monitoravano i parametri vitali.
Chase eseguì l'incisione addominale per il cesareo, mentre Cameron si teneva pronta per il primo soccorso insieme a una neonatologa.
- Passa al fegato adesso. Sbrigati -
House chiuse gli occhi per un momento e pregò che le sue mani cogliessero un fremito, dentro il ventre dell'unica donna che avesse mai amato. Trovò due minuscoli piedini e un brivido gli percorse la spina dorsale. Tirò.
In quel momento i macchinari emisero una serie di assordanti dissonanze, mentre la pressione precipitava e Chase constatava la gravità dell'emorragia. House si gettò sulla milza spremendola disperatamente per produrre piastrine, mentre il sangue si prendeva tutto e lo lasciava solo a combattere. Di nuovo. Come sempre.
Lei se ne andò dopo pochi minuti, mentre tutta l'equipe era uscita dalla sala operatoria, lasciandolo solo con il suo capo, la sua migliore amica, la sua donna, la madre di suo figlio.
Mentre la guardava in silenzio, pensò che era di nuovo solo.

Proprio allora, Cameron entrò e gli porse un involto di coperte azzurre che dormiva beatamente.
- E' un miracolo, respira da solo e sta bene. Dobbiamo tenerlo in osservazione per qualche giorno, ma non è in pericolo di vita. E' un miracolo... -
- I miracoli non esistono -.
House prese il piccolo tra le braccia, guardò suo figlio e si sentì un po' meno solo. Il neonato aprì gli occhi, ed erano dello stesso verde di quelli di sua madre.

***
Quella notte House e Wilson non giocarono a poker, non mangiarono cinese e non parlarono dei massimi sistemi. Il suono del pianoforte calmò il piccino, mentre suo padre lo osservava da sopra il leggio e Wilson cullava la carrozzina.

The End



 
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LaurieLo
view post Posted on 19/4/2009, 19:46





:D Bella!!
 
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milla95
view post Posted on 9/6/2010, 21:10




lacrimeee ... bellissimaa
 
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2 replies since 15/4/2009, 00:12   231 views
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