Sic eras in fatis, fic su Doctor Who per la Lo...

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Jade_Cameron
view post Posted on 28/7/2006, 18:23




Marita, Melissa, Laurie... eccomi qui!
L'ho già detto alla Lo, i compiti sotto l'ombrellone li ho fatti (seguiti da relative prese per i fondelli da parenti e amici che ci ospitavano... è il loro hobby vacanziero, che ve posso dì), devono solo essere trascritti nel computer. Ancora un poco di pazienza e aggiorno!
 
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maritahouse
view post Posted on 30/7/2006, 22:24




ma che carina che sei... anche in vacanza, nonostante gli elementi di disturbo... sai che ti dico, peggio per loro! io nn vedo l'oraaaa
ops, mi sono resa conto di non averti dato il mio bentornata!
 
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Jade_Cameron
view post Posted on 30/7/2006, 22:26




Elementi di disturbo con il ritornello 'E cosa scrivi? E perchè scrivi? Ma prendi il sole! Scrivi scrivi che poi ti pubblichiamo!'.
Insomma, il genere di cose che ti fa rimpiangere di non avere un Dalek come guardia del corpo.

Ecco l'aggiornamento!



La mattina seguente, un messaggio olografico di Relena sul tavolo della cucina disse al Dottore, Jackie e Mickey che sarebbe stata all’ospedale tutta la giornata e di fare come se fossero a casa loro. Il dottore ripeté più o meno le stesse parole a Jackie e Mickey, e andò diritto verso il centro della Cittadella, il Panopticon, dove erano organizzati tutti gli organi di potere, e sotto il quale era custodito l’Occhio dell’Armonia, un buco nero neonato tenuto in costante equilibrio, da cui veniva tratta l’energia che alimentava i Tardis. Solamente il Lord Presidente poteva accedervi, assieme ad una schiera decisa personalmente da lui e che non necessariamente coincideva con il Consiglio. Se l’equilibrio veniva a mancare, l’energia distruttiva rilasciata sarebbe stata immane, tale da distruggere l’intero pianeta e da innescare una reazione a catena che avrebbe distrutto anche i pianeti che alimentava.
“Affascinante, vero?” disse Rani, avvicinandosi al Dottore che stava ammirando pensoso gli edifici.
“Torri d’avorio, alte e bellissime… addirittura innocue, si potrebbe pensare. E covano sotto di esse un potere che potrebbe ucciderci tutti in un solo istante.”
“Non dovresti pensare a certe cose.”
“E perché no? Morte e vita sono parti dello stesso cerchio. Possiamo anche ingannarla quanto ci pare con le rigenerazioni, ma presto o tardi ci coglierà tutti.”
“Non capisco perché lo stai dicendo a me.”
Rani gli sorrise “Nemmeno io. Ma quando ti ho visto la prima volta mi hai dato l’impressione di un uomo che sa apprezzare un ragionamento.”
“Immagino dovrei sentirmi lusingato.”
“Infatti dovresti. Non sono molti quelli che possono essere considerati al mio livello.”
Il Dottore s’irrigidì, ma Rani non se ne accorse. Al suo livello… Rani era una delle scienziate più brillanti del pianeta, ma senza dubbio era anche la più spregiudicata. Molte volte i suoi esperimenti erano stati sottoposti a strenue valutazioni perché considerati al limite dell’etica, e tutte le volte ne era uscita più disinvolta di prima nel suo lavoro. C’era chi si domandava, tra i suoi oppositori, quando avrebbe iniziato a sostituirsi a Dio. Il Dottore purtroppo sapeva che questo momento si era già verificato, e lo coinvolgeva in prima persona. Per questo trovava estremamente difficile mantenere il controllo quando avrebbe solo voluto colpire quella donna fino a farle perdere conoscenza, e poi ancora… l’universo sarebbe stato un posto più sicuro senza quella donna…
“Relena mi ha detto ieri sera che sei una ricercatrice” disse per cambiare discorso. Anche Rani mutò espressione. Il Dottore non voleva credere a quello che vedeva negli occhi di Rani. Se lo avesse fatto avrebbe voluto dire che Rani, quella donna malvagia e immorale, aveva un cuore, e che Relena incredibilmente era in esso.
“Biochimica. Non è noioso come sembra.”
“Relena sembra essere molto ferrata in materia.”
“E perde il suo tempo come Guaritrice! Potrebbe fare così tanto come ricercatrice! O vista la laurea che sta prendendo adesso non mi stupirebbe se tra una ventina d’anni la vedessi in giro per la galassia con una missione scientifica. Visto chi si è sposata, sarebbe la candidata perfetta.”
“Relena? Ma andiamo, le piace troppo questo pianeta per pensare di andarsene…”
“La conosci davvero poco” rispose Rani, gelandolo con la risposta successiva. “Relena sogna di andarsene più o meno da quando è comparsa. Le piace Gallifrey, ma dovresti sentirla parlare… non vivrà in eterno delle avventure di suo marito, ne vorrà di sue. E non mi dispiacerebbe essere con lei, quando avverrà. Insieme potremo fare grandi cose.”
E quest’ultima fase lo fece tornare al suo sentimento precedente verso Rani. Di quella donna non ci si poteva fidare, mai, nemmeno per un attimo. Relena per quanto affascinata non si era mai fatta tentare da Rani, e il Dottore era determinato affinché le cose andassero così anche questa volta.
“Ma guarda un po’ chi c’è!” esclamò Relena, raggiungendo i suoi due amici intenti a fissare il Panopticon.
“Relena!” disse Rani, con un gran sorriso. “Ma non dovresti essere a lavoro?”
“Me la sono filata appena ho realizzato la confusione che avevano fatto con i turni.”
“Sensato.”
“E voi, che state facendo? Contemplazione del Panopticon?”
“E quattro chiacchiere…” aggiunse Rani, lanciando un’occhiata piuttosto esplicita al Dottore, di cui lui fortunatamente non si accorse.
Relena invece sentì che il gesto della sua amica le dava fastidio, anche se non sapeva perché. Lo conosceva appena! Eppure, se Rani lo avesse fissato ancora una volta in quella maniera avrebbe seriamente rischiato di vedersi cavare quei due begli occhi verdi. Rani vide l’occhiata truce di Relena, e smise di sorridere… per poi riprendere subito dopo, per altri motivi.
Il Dottore iniziava a sentirsi a disagio, come se si trovasse al centro di una situazione in cui non voleva assolutamente trovarsi. Serviva una via d’uscita, e alla svelta… ringraziando il cielo arrivò sotto forma di Rath, come al solito dedito all’inseguimento di Relena.
“Ma brava! Ce la filiamo prima della riassegnazione dei turni, eh?”
“Lo ammetto… la tua scusa per filartela?”
“Quello che faccio d’abitudine da che ti conosco, inseguirti per tutta la Cittadella. A quanto pare i nostri turni toccheranno a Varya…” ridacchiò il ragazzo, e Relena fece lo stesso.
“Povero Varya!”
“Quel rompiballe si merita un po’ di sofferenza di tanto in tanto. John Smith, bello vederti ambientato… ti dispiace venire un attimo? Ci sono delle cose che vorrei mi chiarissi… Ushas, sempre un piacere” concluse Rath già allontanandosi con il Dottore, con uno sguardo che non collimava con il gesto di saluto che aveva appena fatto o con il tono di voce usato. Rani ricambiò lo sguardo gelido e fece un piccolo cenno di saluto ai due uomini. Il malumore le durò solo un attimo… appena si rivolse a Relena, prese uno sguardo malizioso e si preparò a punzecchiarla.
“Sai, credevo non mi avresti mai dato retta, con tutte le tue idee moraliste sul matrimonio. Ma l’hai scovato tu per prima, e questo implica, anche se mi dispiace, un diritto di prelazione…”
“Rani” domandò Relena confusa “ma di che stai parlando?”
“Ma di lui ovviamente!” esclamò la donna indicando il Dottore con la mano. Relena si affrettò a fargliela abbassare, imbarazzata, mentre Rani ridacchiava divertita.
“Guarda che ti sbagli.”
“Ah, davvero? Non mentirmi, piccola, sono io la prima ad aver suggerito di farti un amante!”
“Ma non è così!”
“Allora perché mi hai fulminato prima?”
“Sinceramente? Lui mi piace e non vorrei vederlo finire come gli altri. Tu te li mangi a colazione, gli uomini!”
“Gli altri, forse. Lui è diverso. L’hai sentito anche tu, vero?”
Relena non poteva negare.
“È come il Dottore. Impossibile restare indifferenti.”
“E visto che il Dottore è già tuo, che ne diresti di lasciarmi il suo clone?”
Relena rise spintonando scherzosamente l’amica “Non ci provare! Ho diritto di prelazione, l’hai detto tu!”
“Accidenti a me e alla mia lingua…” fece Rani, fintamente costernata, e poi scoppiò a ridere con Relena.

Intanto il Dottore stava ancora ringraziando Rath di averlo sottratto da quella strana situazione.
“So riconoscere un grido d’aiuto quando lo vedo.”
“E di questo sono grato al cielo.”
“Sinceramente, come va?”
“Potrebbe andare meglio. Io e i miei compagni contiamo di andarcene al più presto, appena avrò controllato cosa non va nella mia nave.”
“Buon per te, ma facci un fischio quando parti, o meglio, aspetta il ritorno del fratello prodigo” disse Rath strappando una risata al Dottore, che trovava divertente sentire suo fratello Rath definirlo così. “Lo scudo va disattivato, e il Dottore è un asso a infrangere le leggi da queste parti.”
Poi, prendendo un’aria più seria, gli disse di stare più che poteva alla larga da Rani.
“Mi dispiace dirlo, ma da quel che ho visto ti ha proprio puntato.”
“Puntato nel senso di…”
“Proprio quello.”
“Allora meglio che mi muova a sparire!”
“Non sarebbe una brutta cosa, lo dico anche a nome del tuo istinto di conservazione.”
I due scambiarono di nuovo un sorriso e una risata, e poi Rath lo salutò e lo lasciò.
“Se rimango in un luogo aperto, rischio di finire beccato e ricondotto all’ospedale… credo andrò a nascondermi alla Biblioteca Capitolare per un po’.”
“Saggia scelta. A presto, Rath.”
Il giovane fece un cenno con la testa e andò via. Il Dottore allora si volse a guardare Relena e Rani parlare e ridere. Rani era attratta da lui? Per tutte le divinità dell’universo, era abbastanza da far rabbrividire. C’era stato un tempo, molto prima di Relena, in cui avevano pensato che avrebbero forse potuto combinare qualcosa, ma tutto era scomparso, finito, appena aveva realizzato di cosa poteva essere capace… di cosa era stata capace... di cosa, ora sapeva, aveva fatto a lui. E a Relena. Vederla così in buoni rapporti con sua moglie gli faceva ribollire il sangue nelle vene dalla rabbia. L’impotenza lo stava uccidendo. Purtroppo sapeva che il sé stesso più giovane era stato mandato in missione diplomatica su Kobol da parte del Consiglio e del Lord Presidente, missione che si sarebbe rivelata una trappola… aveva riportato a casa la pelle per puro caso. Ed era stato allora che aveva scoperto la reale portata delle ambizioni di Rani.
“Brutti pensieri?”
Il Dottore sobbalzò. Era talmente assorto che non si era nemmeno accorto che Rani se n’era andata e che Relena gli si era avvicinata.
“Non più del solito, no.”
“Rani non ti piace.”
Il Dottore prese un’aria grave “Non lo negherò, allora. Ho un sesto senso per le persone, e non sbaglio mai. Quella donna è pericolosa.”
“L’avessi io metà del suo coraggio e della sua intraprendenza” disse Relena iniziando a camminare, non in direzione dell’ospedale, ma da qualche altra parte.
Il Dottore senza riflettere si bloccò e le mise le mani sulle spalle “Non tentare di emularla, Rose, ti prego…” disse, poi realizzò come l’aveva chiamata. Senza parole, lasciò andare la ragazza. Anche lei però aveva la stessa aria turbata.
“Solo Theta mi chiama così.”
“Lo so. Scusa. Non volevo. É solo che…”
“È solo che io te la ricordo. Si chiamava Rose la tua compagna di viaggio che è scomparsa?”
Il Dottore non sapeva se sorridere o rattristarsi ancora di più. Cos’era peggio, aver dimenticato quanto Relena fosse in grado di spiazzarlo col suo acume, o aver sentito Rose parlare di sé stessa come di un’estranea sconosciuta?
Optò per una via di mezzo, e con un sorriso doloroso sulle labbra disse a Relena che il nome della sua compagna era Rose Tyler.
“Aveva solo diciannove anni. Tu e lei…” e cercò di non strozzarsi nel dirlo “potreste essere gemelle da quanto vi somigliate.”
“Beh, io ho un po’ più di diciannove anni… ma è per questo che mi guardavate come se fossi un fantasma? Perché Mickey ha sempre quello sguardo e Jackie piange quando crede che non la veda? Perché assomiglio a questa ragazza? Un momento… Tyler… Jackie Tyler… Oh cielo… È sua madre?”
"Sì."
No, avrebbe voluto dire il Dottore. È tua madre, perché tu sei Rose Tyler. Ma si ripresentava sempre lo stesso identico problema. Non poteva dirle la verità.
Ignara dei suoi dilemmi interiori e vista la giornata libera, Relena disse al Dottore che ne avrebbe approfittato per andare a trovare un amico.
“Solo, ecco… se capita, non dirlo al Dottore” mormorò un po’ imbarazzata. “Ha certe sue idee al riguardo, dubito seriamente approverebbe. Ne avrei anche discusso con lui, ma non si riesce a tenerlo ancorato al suolo per più di una giornata!”
Il Dottore la guardò confuso. Che mai gli aveva tenuto nascosto Relena? Oltre al suo desiderio di andarsene, che poteva spiegare con il subconscio di Rose che tentava probabilmente e senza molto successo di farla ricordare e di farle capire che non era esattamente il suo posto.
Si rilassò, ma neanche tanto, quando vide che il grande segreto era un Tardis. E ancora meno quando vide che all’interno c’era un ragazzo giovane che la stava aspettando e che la salutò con calore… anzi, per niente. Era ufficialmente nervoso. E geloso. Chi era quello?
“Ciao! Non ti aspettavo prima di un paio d’ore… che è successo?”
“Cambio di programma… ti crea qualche problema se anticipiamo?”
“No, figurati… non è che mi faranno tornare lassù tanto presto.”
“Bene… allora, presentazioni. John, lui è Djimon. Djimon, lui è John Smith… un mio ospite, non farmi domande. Bene, iniziamo” disse a Djimon, e poi sottovoce fece giurare al Dottore che non avrebbe detto niente a Theta, senza sapere l’ironia della richiesta.
“Allora” iniziò Djimon “le volte precedenti ti ho fatto vedere le manovre basilari. Vediamo un po’ come te la cavi.”
“D’accordo” disse Relena concentrandosi e avvicinandosi alla consolle. Per un attimo, i cristalli e gli altri strumenti sparirono, rimpiazzati dalla più strana accozzaglia di valvole, manopole e aggeggi vari che avesse mai visto. Chiuse gli occhi un attimo, e quando li riaprì tutto era normale.
“Prima cosa, annullare le operazioni precedenti” e fece il movimento come se volesse sfilare un cristallo oblungo dalla sua sede nella consolle. Secondo passo, inserire le coordinate.”
“E per le coordinare, devi…?”
“Devo determinare le coordinate spaziali in base a S, P, C, C. Sistema stellare, Pianeta, e se richiesti continente e città” e sottolineò ogni parola indicando in rapida successione una serie di pulsanti.
“Le temporali… era, secolo, anno, data precisa da raggiungere e ora.”
“Quindi, se ti chiedessi di portarmi a Castrovalva, nella capitale, nel primo pomeriggio del 10 agosto 3105…”
Relena iniziò a muoversi per la consolle facendo vedere a Djimon quel che faceva, e il Dottore, da disparte, osservava e doveva ammettere che Relena sapeva il fatto suo. Aveva una notevole padronanza di termini di viaggio e delle parti della nave, sembrava quasi non avesse mai fatto altro. Chissà da quanto andava avanti… Relena aveva ragione, non avrebbe visto di buon occhio quelle lezioni, ma solo perché non voleva saperla in pericolo in giro per la galassia. E poi era fermamente convinto che Relena fosse più utile su Gallifrey come guaritrice che nello spazio come esploratrice.
Una cosa buona da tutto questo veniva, però. Come John, appena finita la lezione di volo, ora avrebbe potuto torchiarla a dovere.
Così facendo, scoprì che il ragazzo si chiamava Djimon, diminutivo di Djimondvotrasmarkor, e che anche lui era uno scienziato col pallino dei viaggi. Al termine di uno di questi però era ritornato ferito gravemente, e appena sbarcato su Gallifrey era caduto in uno stato di coma profondo tipico dei Signori del Tempo, con un rallentamento vistoso di tutte le funzioni vitali e abbassamento della temperatura, talmente grande che si poteva quasi parlare di ibernazione, con scarsissime possibilità di risveglio. Relena però aveva deciso di non mollare e di aggrapparsi a quelle scarse possibilità. E lentamente, Relena era riuscita a farlo emergere dal coma, a rimetterlo in piedi, e a farlo tornare alla sua vita. L’uomo le aveva sempre giurato gratitudine eterna, e Relena ne aveva approfittato per chiedere lezioni di volo e viaggio nel tempo.
“Perché hai deciso di imparare?” chiese il Dottore, una volta salutato Djimon e fuori dal Tardis
“Per non essere impreparata” rispose Relena. “E poi perché appena avrò i requisiti d’età, di studio e di esperienza voglio partire. Mi piace Gallifrey e quello che faccio, ma è come se sentissi che questo non è il mio posto. Non solo, almeno.”
“E tuo marito?”
“Lui francamente non può proprio parlare!” esclamò Relena. “Per una volta, una sola unica volta, vorrei che tornasse e fosse lui quello a fissare il vuoto a casa nostra. Forse capirebbe come mi sento. Sai che Rani dice che dovrei farmi un amante e che tu saresti il candidato perfetto?”
Il Dottore rischiò di strangolarsi deglutendo, e Relena dovette dagli parecchie pacche sulla schiena per aiutarlo.
“Calmati! Dicevo per dire… mica l’avrei fatto!”
“Mi fa piacere saperlo.”
Relena lo fissò con uno sguardo al metà tra il perplesso e il divertito “Neanche fossi tu mio marito!”
“Simpatizzo con Theta, tutto qui” minimizzò il Dottore. “Solidarietà maschile.”
“Sarà..”
“Fai spesso quello che ti dice Rani?”
“Rani la donna? Spesso. Dà consigli che si rivelano molto sensati. Rani la scienziata? Altro discorso. È brillante, intelligente, difende le sue idee… ma due volte su tre io non le condivido, queste idee. Né quello che fa per difenderle. Certe volte oltrepassa i limiti, e sembra non rendersene nemmeno conto.”
Non poteva nemmeno immaginare quanto fosse sollevato il Dottore nel sentire queste parole. Stava per proporre di ritornare verso casa – Jackie era sicuramente sul piede di guerra, con solo Mickey su cui sfogarsi – quando un Signore del Tempo che il Dottore non aveva mai visto chiamò Relena dicendole di avvicinarsi. Confabularono per qualche istante, e Relena mutò espressione. Ringraziò l’uomo, che le mise un braccio sulla spalla per confortarla, e ritornò dal Dottore con l’espressione più dolorosa che le avesse mai visto. Stava per chiedere che cosa quel Signore del Tempo le avesse detto, quando un urlo familiare gli fece rovesciare gli occhi all’interno del cranio dal gran rotear d’occhi.
“ECCOTI QUI! DISGRAZIATO!”
Memo per la prossima volta: mai menzionare Jackie, nemmeno in via ipotetica.
“DOVE SEI STATO! DA SOLI! IN QUELLA CASA! POTEVA CAPITARCI QUALSIASI COSA!”
Il Dottore aveva smesso di ascoltare Jackie più o meno dopo ‘Eccoti qui’, completamente concentrato su Relena da non accorgersi nemmeno dell’arrivo di Mickey, distanziato a causa del passo di marcia di Jackie. Relena improvvisamente si mise a correre, e il Dottore si lanciò al suo inseguimento. Temeva dove sarebbe andata, perché avrebbe voluto dire che la sua teoria, mai verificata, sul ritorno di Lyria era corretta…
Djimon stava effettuando una piccola riparazione e dava le spalle all’entrata, così quando sentì la voce di Relena le domandò scherzosamente se così non avrebbero dato adito a pettegolezzi. Voltandosi vide che Relena non era decisamente dell’umore per scherzare.
“Devi darmi la nave.”
“Relena che dici? Non sei assolutamente pronta a…”
“So portarla avanti e indietro nel tempo, tanto basta. Ti prego, non te lo chiederei se non fosse di estrema importanza.”
“Lo sai anche tu, io sono bloccato per altri tre mesi, e la nave con me.”
“Lo scudo si può disattivare… non chiedermi come, ma si può fare. E farò ritorno entro cinque minuti dalla partenza, non lo saprà nessuno. Lo giuro sulla tomba di Rassilon.”
Djimon tentennava, diviso tra cos’era saggio e cos’era giusto da fare. Scelse la seconda opzione, e lanciò le chiavi a Relena.
“Ti prego, non farmene pentire.”
“Non considerarti mai più in debito con me, Djimon. Mai più.”









Edited by Jade_Cameron - 31/7/2006, 12:19
 
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MelissaJo
view post Posted on 1/8/2006, 07:52




CITAZIONE (Jade_Cameron @ 30/7/2006, 23:26)
..... Scrivi scrivi che poi ti pubblichiamo!'.

Io di certo non lo escluderei: le capacità ci sono e sono pure evidenti, servirebbe un po' di fortuna e........ mai dire mai.
Cmq grazie Jade, mi sono stampata il nuovo capitolo ripromettendomi di leggerlo appena posso (ora non sono nello stato d'animo ideale per godermelo ma passerà); perciò nessun commento per ora, anche se so che mi piacerà come i precedenti.
 
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maritahouse
view post Posted on 2/8/2006, 20:16




L'ho letto in due volte perche sono una "rimandapiaceri"...
bello bello bello...
quando l'ha chiamata rose mi si è fermato il cuore...
grazie... all'infinito! :GrazieGrazie:
 
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MelissaJo
view post Posted on 7/8/2006, 16:31




CITAZIONE
Stava per chiedere che cosa quel Signore del Tempo le avesse detto, quando un urlo familiare gli fece rovesciare gli occhi all’interno del cranio dal gran rotear d’occhi.
“ECCOTI QUI! DISGRAZIATO!”
Memo per la prossima volta: mai menzionare Jackie, nemmeno in via ipotetica.
“DOVE SEI STATO! DA SOLI! IN QUELLA CASA! POTEVA CAPITARCI QUALSIASI COSA!”
Il Dottore aveva smesso di ascoltare Jackie più o meno dopo ‘Eccoti qui’,

bellissimo :Azzurro07:
Brava anche questa volta Jade... però adesso desidero sapere dove si precipita Relena e perchè...
Aspetto il prossimo capitolo, grazie ancora Jade :AngelStar14:
 
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Jade_Cameron
view post Posted on 16/8/2006, 18:59




Volevi sapere dove si è precipitata Relena e perché?
E mo' ti accontento, Melissa!

Quando il Dottore e gli altri raggiunsero Relena, lei stava già muovendosi da un lato all’altro della consolle di un Tardis ormai quasi pienamente funzionante. Abbastanza per far spalancare la bocca a Jackie e Mickey, increduli che Rose, la loro Rose, fosse realmente in grado di fare una cosa del genere… e la stesse facendo di fronte a loro!
“Relena…”quasi balbettò Jackie, appena ripresasi un minimo “Ma dove… cosa stai facendo?”
“Parto” rispose Relena senza smettere di muoversi e quasi non guardando Jackie. “Devo partire. Ha bisogno di me.”
“Ma questa nave ha ancora bisogno di essere riattivata” obiettò il Dottore, dando un’occhiata al Vortice del Tempo con fare esperto. “Ti servirà…”
Relena si fermò un istante a guardarlo “O potrebbe pensarci l’altro Signore del Tempo in questa nave.”
Il Dottore sorrise, incapace come al solito di dirle di no, e si mise al lavoro al suo fianco in quello che per lui era un gigantesco e stupendo dejà vu.
Sfortunatamente si era dimenticato di informare anche gli altri due viaggiatori del fatto che Relena sapesse chi era (almeno in parte), quindi Mickey e Jackie rimasero per parecchio tempo ad osservarli domandandosi come Relena lo avesse scoperto. Non osarono però dare voce a quella domanda. Il Dottore e Relena stavano lavorando come una perfetta squadra, intenti a far partire quel Tardis nel minor tempo possibile, e dubitavano seriamente si sarebbero anche solo accorti che qualcuno aveva rivolto loro la parola. Relena ogni tanto lanciava qualche occhiata curiosa al Dottore, quando non poteva vederla. Raramente aveva avuto un feeling tanto immediato con qualcuno, e la cosa continuava ad incuriosirla, come quella strana sensazione di familiarità nei suoi riguardi… almeno adesso poteva consolarsi e dirsi che non era del tutto folle. E appena di ritorno, avrebbe scoperto chi lui fosse tra i Signori del Tempo del Capitolo di Prydon e perché la conoscesse da prima di Theta.
“Bene, Relena. Tutto è in linea. Dove?”
Relena gli si avvicinò, dopo qualche tentennamento, e gli sussurrò la destinazione.
“Ci sono già stato” commentò. Ed era vero. C’era stato da solo, con Susan, per viaggi suoi personali… e la maggior parte di questi a insaputa di Relena. Anche lui aveva i suoi segreti, e ora Relena li avrebbe scoperti… pregava capisse e perdonasse.
“Sai da dove cercare?”
“No” rispose semplicemente Relena. “Ma grazie ad un amico, so da dove iniziare” e inserì le coordinate del luogo.
“Bene” disse il Dottore, e azionò il Tardis prima che qualcuno dei presenti potesse protestare.
Appena partiti, il Dottore si rese conto che a circuiti vecchi e malfunzionamenti, quella nave se la giocava alla pari con il suo Tardis. Assieme a Relena, non fece altro che correre da una parte all’altra della consolle col cacciavite sonico in mano (quando tale oggetto non era in mano a Relena) urlandosi ordini l’un l’altra, e in generale, nonostante la situazione, divertendosi un sacco. All’ennesimo malfunzionamento, Relena prese in mano un martello, e fissò il Dottore con aria cospiratoria, pari a quella angosciata di Jackie e Mickey, che silenziosamente facevano segno di no con la testa e la bocca. Il Dottore ricambiò il sogghigno di Relena e preso il martello iniziò a colpire la parte di consolle che non funzionava.
La ripresa delle funzioni coincise con l’atterraggio, e il contraccolpo spedì Relena e il Dottore lunghi distesi sul pavimento. Ridendo. Di nuovo, se non fosse stato per le circostanze Relena avrebbe archiviato questa esperienza come una delle più belle della sua vita finora.
Stare con quel Signore del Tempo era eccitante… non aveva tentato di dissuaderla come avrebbe fatto Theta, sebbene fosse stato proprio il suo carattere ribelle a farlo innamorare di lei in primo luogo. Una splendida contraddizione in atto. Lui invece sapeva esattamente come lei voleva essere trattata, e reagiva di conseguenza… Doveva scoprire chi lui fosse. Ad ogni costo.

“Dove siamo? E quando?” domandò Jackie.
“Cardiff, Galles. 1980. E non fatemi altre domande” disse Relena sparendo per un corridoio del Tardis, diretta al guardaroba. Ne uscì venti minuti più tardi con addosso un paio di jeans, scarpe da ginnastica e una maglietta, e in mano una giacca pure di jeans, niente di diverso da quello che indossava quando era Rose. L’unica nota stonata – che il Dottore appena ripresosi le fece notare, assieme a Jackie e Mickey – erano i capelli, che Relena teneva sempre raccolti. Relena fece spallucce e li sciolse sulle spalle… e così facendo Rose Tyler riemerse per la prima volta da quando era scomparsa sulla Gamestation. Solo che l’unica a non saperlo era proprio l’interessata.
“Ro… cioè, voglio dire, Relena… niente domande, d’accordo, ma qualcosa potrai dirci.”
“Ti prego, Jackie, fidati di me.”
“E mi fido, tesoro… ma non possiamo aiutarti se non ci dici che ti è successo.”
Relena fece un respiro profondo, cercando di non piangere. Non era proprio il caso.
“Un amico mi ha detto… Passava per caso da queste parti, e ha visto… Qui a Cardiff hanno visto mia figlia, Lyria. Non la vedo da quando aveva 15 anni. Questo amico mi ha detto di aver visto una ragazza che le somiglia parecchio…”
“E hai rubato una nave per dei sospetti?” fece Mickey.
“No, ho preso in prestito una nave perché la suddetta ragazza, mi ha detto il mio amico, aveva un tatuaggio sul braccio che ha intravisto chiaramente per qualche secondo. L’emblema di Rassilon e di Prydon, che sono sconosciuti sul pianeta. E lo ha aiutato salvandolo da alcuni Signori del Tempo rinnegati, che volevano fare la pelle a lui e possibilmente catturare lei, anche se non so perché. Ma deve avere a che fare con il motivo per cui è scappata. Sono cinque anni che la cerco cercando di non farmi scoprire.”
“Per cui… per cui Lyria ha vent’anni? Tu hai una figlia di vent’anni?”
A quel punto, Relena perse la pazienza “Per Rassilon e Omega, Jackie, ho quarant’anni! O sono ancora troppo giovane per avere una figlia di venti?”
Jackie sbarrò gli occhi. Continuava a scordarlo… ma come poteva tenerlo a mente? Sua figlia era come l’aveva sempre vista, abbigliata anche alla stessa maniera… invece per qualche assurda ragione la sua vita aveva fatto un balzo in avanti di vent’anni, in cui aveva avuto una figlia… soprattutto quest’ultimo pensiero la sconvolse. Era nonna! A quarant’anni! L’età di sua figlia!
Il Dottore osservò Jackie tentare di digerire la notizia, poi si voltò a osservare Relena, che fissava qualcosa che teneva in mano. Pur sapendo come quella storia andava a finire, quella prospettiva era per lui sconosciuta, e non sapeva se esserne grato o meno. Relena non aveva mai parlato di questo viaggio, probabilmente temeva di farlo andare in collera… era veramente stato così iperprotettivo nei suoi riguardi da spingerla a mentirgli, o talvolta a mentirle lui stsso? Nemmeno dopo la morte di Lyria, Relena aveva detto qualcosa. A quanto pareva, però, ora le sue risposte le avrebbe avute e di prima mano.
Osservò il modo in cui Relena uscì dal Tardis, e lo colpì un dejà vu spaventoso del loro primo viaggio nel passato, quel Natale a Cardiff a combattere i Gelth…
“CHE DIAVOLO È QUESTO?”
L’unica cosa che non cambiava mai, pensò il Dottore mentre usciva a vedere che fosse successo, era il modo di urlare di Rose. Impossibile non notare il legame genetico tra lei e Jackie una volta sentite urlare entrambe.
Trovò Relena che fissava con aria incredula l’aspetto esteriore del Tardis. La guardò con aria curiosa, poi si girò a guardare il camuffamento scelto dal Tardis e dovette soffocare una risata. Il Tardis di Djimon, notò (e notarono bisbigliando anche Jackie e Mickey) si era camuffato come il loro, una cabina telefonica blu degli anni Cinquanta.
“Cos’è?” ripeté Relena, rivolgendosi al Dottore in cerca di spiegazioni.
“Una cabina telefonica speciale. Era collegata con la stazione di polizia più vicina, potevi chiamare per avere aiuto o assistenza. Poteva all’evenienza servire anche come cella di fortuna.”
“Grazie della lezione di storia, ma siamo negli anni Ottanta. Probabilmente è il circuito camaleonte… dovrò dirlo a Djimon quando torniamo” disse Relena chiudendo a chiave le porte del Tardis. Poi tese la mano verso il Dottore, che fu più che felice di prenderla e stringerla forte, e insieme agli altri iniziarono a camminare in mezzo alla folla.
“Non vorrei sembrare scettico” fece Mickey “Ma come pensi di trovare Lyria?”
“Grazie al mio amico posso restringere il campo a questa città, e a questa zona. Per il resto dovrò pensarci io e affidarmi a questo” e mostrò quello che aveva sempre tenuto stretto in mano. Il Dottore guardò l’oggetto, poi alzò gli occhi su di lei, ammirato.
“Un rilevatore di differenze biologiche.”
“Calibrato sulle differenze che intercorrono tra umani e Signori del Tempo: sangue, due cuori…” “Sistema di bypass respiratori, rigenerazione cellulare iperrapida …”
“Solo che per funzionare deve trovarsi in un raggio d’azione ben limitato. Eccetto noi, dovremmo localizzare solo un altro segnale che rispecchia tutte le caratteristiche di una Signora del Tempo adulta. Non ci sono missioni, l’ultima si è conclusa poco fa, e questa non è una meta d’interesse… a meno di non essere innamorati della Terra. E ora, se non ti dispiace… ”
Relena chiuse gli occhi, concentrandosi, e il Dottore seppe che stava ricorrendo alle sue doti di Signora del Tempo per localizzare Lyria.
Poteva avvertire che il tempo stava rallentando, sentiva i pensieri di Relena scorrere centinaia di facce e pensieri, alla ricerca di un qualsiasi appiglio che le facesse riconoscere sua figlia. Poi ad un tratto si fermò di colpo su una ragazza, che stava all’interno di una stanza buia, e guardava fuori la strada nascosta dalla tenda. Aveva lunghi capelli castano chiaro e mossi, gli occhi azzurri del Dottore, e sembrava in preda all’ansia…
Il Dottore avrebbe desiderato continuare a osservare sua figlia, felice di poterla vedere viva, ma Relena, sconvolta quanto lui, lasciò andare la sua mano e interruppe il contatto psichico. Aveva fatto per mettersi a correre, ma era riuscito a bloccarla.
“Calmati.”
“Non posso! Mia figlia…”
“Concentrati di nuovo su di lei, o perderai la traccia che hai trovato. Trova un punto di riferimento… dicci dov’è.”
Relena chiuse di nuovo gli occhi, facendosi guidare dalla voce del Dottore che le aveva posato le mani sulle spalle mentre le parlava. Pur nell’urgenza del momento, quel minimo contatto riuscì a trasmetterle la serenità necessaria per quel che doveva fare. Ritrovò Lyria, che era ancora alla finestra riparata dalla tenda… sembrava aspettare qualcuno… dalla finestra vedeva un’insegna verde e gialla al neon, e vicino c’era una cabina telefonica rossa… e un cartello con il nome della via!
“Gloucester Street. Non so il numero, ma so quello che vede dalla sua finestra.”
Il Dottore le fece un gran sorriso, e presa di nuovo la sua mano si lanciò con lei in una corsa a perdifiato, diretti a Gloucester Street, schivando la folla e dimenticandosi di Jackie e Mickey, che non li persero di vista per un puro caso.
E il congegno le diede ragione. Escluso il risultato ovvio, le diede quasi subito un’idea di dove poteva essere sua figlia, e l’insegna verde e gialla glielo indicò al di là di ogni dubbio.
Tentò di nuovo di correre verso la sua porta, ma il Dottore la bloccò afferrandola per le braccia.
“Lasciami andare!” disse Relena cercando di divincolarsi, ma il Dottore per tutta risposta la afferrò più forte, sempre facendo attenzione a non farle male.
“Aspetta. Non concluderai niente se ti presenti da lei in questo stato. E poi sappiamo cosa vede, ma non a quale porta bussare…”
“Aspettare? Ho aspettato cinque anni, direi che è abbastanza!”
“E cosa vuoi fare?” le domandò Mickey intromettendosi nel discorso (e sperando di non pentirsi). “Buttare giù tutte le porte finché non la trovi?”
“Ti dispiace evitare di darle idee, Ricky?” disse sarcasticamente il Dottore.
“Allora cerca di calmarla, Dottore!”
“Ehi!” sbottò Relena “Io sono ancora qui!”
“I due uomini si guardarono con aria leggermente imbarazzata. Relena desiderò poterli fulminare, ma fu distratta dall’arrivo nella strada di una donna con una bambina. La donna non aveva di per sé niente di straordinario… la bambina d’altro canto catturò totalmente l’attenzione della donna. Aveva lunghi capelli castani e occhi azzurri, e l’età apparente di quattro anni… ed era la copia perfetta di Lyria alla stessa età. La donna che la teneva per mano le fece salire le scale di una delle case popolari a loro vicine, e sparirono dentro ad una porta senza che chi l’avesse aperta si facesse vedere.
“Non può essere un caso” mormorò Relena senza staccare gli occhi da quella porta. “Lyria è lì.”
 
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MelissaJo
view post Posted on 17/8/2006, 11:52




O mamma miaaaaaaa! qui le cose si complicano. Comunque che bel caratterino che ha Relena ^_^
E adesso? adesso mi metto buona buona ad aspettare che Jade sforni il prossimo capitolo.
Ti ringrazio per l'aggiornamento, ti saluto (vado in ferie per due settimane) e spero al mio rientro di trovare la soluzione alla domanda che ci stiamo ponendo tutti su chi sia quella bimba :rolleyes:, e sul prossimo colpo di scena. Un bacio grande Jade. :GrazieGrazie:
 
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Jade_Cameron
view post Posted on 17/8/2006, 16:43




E non è ancora finita...

Buone vacanze Melissa! Divertiti mi raccomando!:GrazieGrazie:
 
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MelissaJo
view post Posted on 2/10/2006, 10:41




Jade! dopo aver aggiornato Reverie, ricordarti che poi devi proseguire anche con questa ff, te lo rammento così, caso mai tu ti fossi dimenticata..... :P
 
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MelissaJo
view post Posted on 8/1/2007, 09:58




Ma come?? nessun aggiornamento? Jade dove sei?
 
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40 replies since 29/5/2006, 20:18   630 views
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