STAMMI VICINO, ff particolare....

« Older   Newer »
  Share  
ninìx*
icon1  view post Posted on 21/3/2007, 14:32




a voi i commenti... :D
“STAMMI VICINO……”
La vecchia sveglia situata accanto alla scatola dei biscotti segnava le 12:30. Cameron sedeva spossata al tavolo da pranzo, giocherellando con un bicchiere vuoto. Appena era arrivata a casa aveva spalancato la finestra , per permettere alla leggera brezza primaverile di inondare la stanza e forse anche il suo cuore…..Ma non aveva ottenuto l’effetto desiderato. Il suo cuore era pieno di rabbia, amarezza, nervosismo, dolore e non bastava un fievole venticello a farlo svuotare…..Era colmo fino all’orlo di ricordi che le arrecavano sensazioni spiacevolissime e non riusciva ad ignorarlo. Si alzò di scatto e chiuse la finestra con un gesto secco e scocciato. Depositò il bicchiere nel lavello e aprì il frigorifero in cerca di qualcosa…..Ma sapeva che quello che cercava non l’avrebbe mai di certo trovato lì, nella cucina vuota della sua casa , in una notte più buia del solito. Appoggiò le mani sul bancone e piegò forzatamente il collo all’indietro, in modo da trovarsi con il viso rivolto al soffitto. E, improvvisamente, senza neanche darle il tempo di prepararsi, quel ricordo da lei tanto sofferto la prese in pieno, travolgendola.

Quella stessa sera, circa 3 ore prima.
Non era rimasto nessuno al Princeton Plasboro, si poteva intuire dalle luci spente e dai rumori inesistenti. Gregory House, in piedi accanto alla sua scrivania, teneva una cartella in mano, che sfogliava con fare disinteressato. Non era la prima volta che rimaneva l’ultimo in ospedale, ma di solito lo faceva quando si trattava di casi importanti e all’apparenza irrisolvibili. E per giunta, non era mai rimasto oltre le 7:30 di Sabato. Eppure quella sera, sebbene il suo paziente più grave avesse solo una banale polmonite, stava lì e non intendeva andarsene. Non aveva niente da fare ma non voleva tornare a casa….La verità era che da qualche sera qualcosa era cambiato. Da circa una settimana, quando lasciava l’ospedale e tornava a casa, una strana sensazione lo prendeva e lo demoralizzava. La solitudine. Si sentiva solo, ogni sera a suonare il suo amato pianoforte ingozzandosi di Vicodin e ad aspettare che arrivasse la mattina. Ma non ce la faceva più a continuare così…..Così quel Sabato aveva deciso di rimanere di più al PPTH, rifilando una banale scusa alla Cuddy. Purtroppo però aveva fatto male i suoi conti: non sapeva infatti di non essere solo, scoperta che avrebbe fatto molto presto.
Allison Cameron, dall’altra parte dell’ospedale, era intenta a lisciare le coperte di un povero vecchietto malato terminale. Credeva di essere l’unica rimasta in quel posto……E anche lei non l’aveva fatto per dovere. I suoi genitori erano venuti in città e l’avevano invitata ad una di quelle strazianti cene di famiglia che lei tanto odiava. Quale scusa migliore del troppo lavoro? Nel profondo si sentiva un verme ma se provava ad immaginare lo svolgimento dell’ipotetica serata finiva sempre a convincersi di aver fatto la scelta giusta. I rapporti con i suoi genitori erano rovinosamente cambiati da quando si era sposata e quando poi suo marito era morto la situazione era degenerata al massimo…..Loro facevano di tutto per vederla e per passare un po’ di tempo con lei, ma lei riusciva sempre a scamparla. Amava sua madre e suo padre ma…..No, non avrebbe retto una cena insieme a loro, non dopo quello che le avevano fatto in passato….Diede un’occhiata all’orologio e decise che ormai poteva tornare a casa. Raccolte le sue cose, si diresse a passo svelto verso l’uscita, immersa nei suoi pensieri. Quando stava per raggiungerla però, si accorse di una luce proveniente dall’ufficio di House e sbruffò. Convinta che ancora una volta il suo capo si fosse dimenticato di spegnerla, si apprestò a rimediare. Quando mise piede nella stanza però, si accorse di essersi sbagliata.
Dr Cameron(meravigliata): “ House? Che ci fai qui?”
Dr House: “ Potrei farti la stessa domanda….”
I due si guardarono a lungo, incuriositi. Capirono che entrambi avrebbero dovuto fornire delle spiegazioni ed iniziò Cameron.
Dr C.: “ Io avevo del lavoro da sbrigare e così…..”
Dr H.: “ Idem….”
Cameron si guardò intorno incerta sul dove posare lo sguardo. Anche House all’inzio sembrò stranamente imbarazzato ma poi riprese subito la sua ostentata sicurezza. La guardò negli occhi per pochi secondi e poi estrasse il vicodin dalla tasca. Dopo aver ingoiato una manciata di pillole tornò a posare lo sguardo su Cameron, che lo stava guardando contrariata.
Dr C.: “ House….non ti è bastato il rimprovero della Cuddy?”
Dr H(irritato).: “ Che c’è, ora vuoi sgridarmi anche tu?”
Quello stesso giorno La cuddy aveva fatto un’incredibile scenata ad House, minacciandolo addirittura di licenziarlo. Il punto era sempre lo stesso: Non amava che nel suo ospedale esercitasse un medico drogato ed inoltre erano tutti preoccupati per la sua salute. Nell’ultimo periodo era risultato ben chiaro che il dolore alla gamba del medico fosse peggiorato e questo lo aveva portato ad aumentare la sua dose già elevata di pillole. La Cuddy gli aveva ordinato di smettere al più presto, altrimenti non avrebbe mai più messo piede in quell’ospedale. Ma a quanto pare, House non demordeva.
Dr C.: “ Devi smetterla….”
House non poteva crederci….Chi era quella per parlarle in quel modo?? Una sua dipendente non avrebbe mai dovuto rivolgersi a lui in quella maniera!
Dr H.: “ Senti un po’ ragazzina, ma chi ti credi di essere?Io faccio quello che voglio…..”
La mano di Cameron fu scossa da un fremito. Stava accadendo di nuovo…..Stava per scatenarsi la bufera. Era da molto ormai che lavorava per House e le furiose liti che si scatenavano fra loro due, di solito caratterizzate dalle urla di house, erano note a tutto l’ospedale. Cameron doveva rassegnarsi….Ogni volta che parlava con lui la questione diventava spinosa e finiva tra parole offensive e pianti. Lei odiava quelle liti…..la spossavano più di qualunque cosa al mondo, l’abbattevano totalmente…..Anche perché erano proprio la dimostrazione che fra quell’immunologa e quel diagnosta, non c’era mai stato un rapporto solo professionale.
Dr C.: “ Mi devi ascoltare House….Ti prego, la devi smettere. Stai esagerando e se continui così la Cuddy….”
Dr H.: “ La Cuddy cosa? Mi butterà fuori?? Bè che faccia pure….Questo non è mica l’unico ospedale del New Jersey…”
Dr C.: “ Non è solo per quello House. Se non vuoi smetterla per non perdere il posto di lavoro allora fallo per te…Stai male, te ne rendi conto?”
Dr H.: “ Purtroppo si, non sono ritardato…..E comunque credo spetti a me decidere cosa è meglio fare per la mia salute….Se avessi seguito i consigli degli altri a quest’ora mi troverei senza una gamba!”
Dr C.: “ Si, ma…..”
Dr H.: “ Non ci sono –ma-, Cameron…..E non capisco perché stai ancora qui….Vattene….”
Cameron abbassò lo sguardo e House si strinse i pugni. Ancora una volta era stato troppo duro con lei, ancora una volta con le sue parole l’aveva ferita.
Dr C.: “ No, House. Io non me ne vado finchè non mi prometti che la smetterai di riempirti di vicodin”
Gli occhi brillavano di determinazione e House si accorse che era davvero bellissima. D’istinto si avvicinò, provocando il suo allontanamento.
Dr H.: “ Non posso prometterlo…Non devo e non voglio……E’ inutile che cerchi di cambiarmi Cameron, sono e sarò sempre io. Quindi ti prego, vattene”
Cameron lo scrutò a fondo facendo sentire ad House una strana sensazione. E che diamine, perché stare con quella donna era tanto difficile ma allo stesso tempo….Interessante? Restò altri due secondi, poi prese le sue cose, se ne andò.



Gregory House si riprese improvvisamente….Era caduto nei ricordi…..Bevve un altro po’ dal bicchiere di vodka poggiato sul suo pianoforte e respirò a lungo. Lei per lui non era mai stata una semplice collega….
Dall’altra parte della città Cameron aveva appena indossato il giubbotto e aperto la porta. Stava scendendo le scale del suo condominio e si era appena ritrovata all’aria aperta. Lasciò per qualche secondo che il vento freddo le sfiorasse le guance e poi si incamminò senza una meta precisa. Aveva sentito il bisogno di uscire per alleggerirsi, per cercare di alleviare il dolore di cui era stracolma…..Ma se avesse potuto immaginare quale orribile sorpresa aveva in serbo per lei il destino, non l’avrebbe mai fatto.




 
Top
17fede
view post Posted on 21/3/2007, 18:06




Oh....che bello!!! Un'altra ff su House e Cam!!! Bellissimo inizio...promette benissimo e non potrebbe essere altrimenti!! Sono curiosa dis apere che cosa succederà??? Incontrerà i genitor4i o House?? Magari nessuna delle due...Continua!!!
 
Top
ninìx*
view post Posted on 21/3/2007, 20:22




fin ora ho scritto solo quest'altro pezzo....l'aggiornamento verrà venerdì, massimo lunedì...
Non appena aprì gli occhi, Cameron avvertì un incredibile dolore alla testa. Per qualche minuto ebbe la vista appannata, tanto da vedere di fronte a lei solo mille luci colorate. Dopo poco tempo girò la testa verso il lato sinistro e vomitò. Si accorse che oltre alla testa che le scoppiava anche lo stomaco e la schiena dovevano essere in pessime condizioni. Chiuse gli occhi sperando che quando li avrebbe riaperti avrebbe visto più chiaramente….E cosi fu…..Era sdraiata per terra, sul freddo asfalto grigio e da quella posizione riusciva a vedere solo il cielo e qualche insegna colorata. Intuì che doveva ancora essere notte, dato che la luna brillava più che mai. Si sforzò di ricordare…. Come era finita lì? Non le veniva in mente nulla…..Decise di mettersi seduta, anche se sapeva che sicuramente il cambiamento di posizione le avrebbe procurato non poco dolore. Non appena si alzò sui gomiti però, notò un particolare a dir poco sconvolgente. La leggera gonna rosata che aveva indossato quella sera era alzata tanto che i veli di essa raggiungevano il suo petto. E non era tutto. Le sue mutandine panna giacevano al livello delle caviglie, bloccate dallo sfilarsi solo dalle scarpe. Cameron rimase allibita. Terrorizzata,si portò una mano sulla guancia e avvertì un rigonfiamento, segno di una botta che presto avrebbe originato un livido violaceo. La sua mente era offuscata dal timore, non riusciva a dire una sola parola e neppure ad emettere fiato. Improvvisamente la realtà le apparve limpida e chiara come un pugno in faccia, crudele, bastarda, che non si poteva accettare…..era stata violentata. Qualcuno era entrato dentro di lei, l’aveva perforata, aveva violato la sua più profonda intimità……Le lacrime le sgorgavano senza che lei se ne accorgesse, calde e piene di vergogna. La piccola Allison, senza più la forza neanche di pensare, si ributtò a terra, in un mare di fremiti e singhiozzi.
* * *
Il Lunedì seguente ,ore 10:30 a.m.
Dr Chase.:(preoccupato) “ Secondo me le è successo qualcosa……”
Dr Foreman.: “ Non pensare sempre al peggio, Chase. Probabilmente avrà avuto qualche piccolo problema…..”
L’equipe di House era riunita nel solito ufficio e tutti si chiedevano perché mai Cameron fosse così ritardo. Nella stanza aleggiava il nervosismo e stavano uscendo fuori tutte le ipotesi possibili…
Dr H.: “ Sentite, francamente o se Cameron avesse perso il rossetto o se fosse finita sotto un tram non mi interesserebbe più di tanto…..Anche se è in ritardo, il lavoro continua anche senza di lei. Quindi su, che caso abbiamo oggi?”
Foreman e Chase lo guardarono seccati e contrariati.
Dr H.: “ Ragazzi, un collega sta male e nessuno lavora? Cosa vi siete bevuti stamattina?!”
Fortunatamente in quel momento la donna tanto discussa fece il suo ingresso.
Dr (strana) C.: “ Eccomi….scusate il ritardo!”
Tre paia di occhi la scrutarono curiosi…..
Dr C.: “ Ehm….Ho avuto un imprevisto con la macchina, mi ero scordata di fare benzina…E’ tutto ok, possiamo cominciare”
Infilato il camice si sedette affianco a Foreman e la solita routine cominciò. Iniziarono a trattare un caso non eccessivamente complicato e, mentre Chase e Foreman furono spediti a parlare con il paziente, Cameron andò a fare delle analisi. House, non avendo niente di meglio da fare, decise di andare a trovarla.
Dr H(entrando).: “ Ciao!”
Cameron sobbalzò.
Dr H.: “ Che è successo?”
Dr C.: “ No, scusami……Mi sono spaventata, perdonami”
House le si avvicinò con il suo solito sguardo indagatore.
Dr H.: “ Pessima scusa quella di stamattina….Tu non sei tipo da rimanere a secco”
Cameron lo guardò e sorrise, ma non era il suo solito sorriso luminoso. Nell’osservarla House si accorse che aveva le occhiaie e, stranamente, le mani le tremavano in continuazione.
Dr C(ridacchiando).: “ Si, è vero….. Ieri sera ho fatto tardi e stamattina non ce la facevo proprio ad alzarmi dal letto, ho fatto un miracolo….”
House si avvicinò per osservarla ancora meglio….C’era qualcosa di strano in lei….E le sue teorie furono confermate quando Cameron, vedendo che stava lui avanzando verso di lei, si era allontanata di scatto.
In quel momento l’immunologa desiderava solo sparire. House le si stava avvicinando sempre di più e lei stava….scappando. Non avrebbero potuto continuare a correre in tondo per sempre…Sapeva che lei avrebbe dovuto dire qualcosa…Ma cosa?
Dr H.: “ Cameron, tutto ok?”
House era a minimo 10 m di distanza ma lei lo sentiva vicino…Troppo….I suoi penetranti occhi azzurri la stavano perlustrando e sapeva che presto si sarebbe accorto del livido. A lui non sfuggiva mai nulla…..Così, dopo essersi portata i capelli davanti agli occhi, gli rivolse uno sguardo per non sembrare troppo imbarazzata.
Dr C.: “ Certo….Va tutto benissimo”
House si accorse che lei aveva fatto di tutto per sembrare il più naturale possibile, ma quel piccolo segno d’incertezza nella sua voce e il tremolio che percuoteva le sue dita lo spinsero ad insistere.
Dr H.: “ Non sapevo che anche tu avessi imparato a mentire…”
Dr C.: “ Perché mai dovrei?”
Dr H.: “ Non lo so…Dimmelo tu”
Cameron sospirò profondamente. I suoi occhi si posarono involontariamente su quelli di lui…...ed un’idea folle l’assalì. Avrebbe dovuto dirglielo?? No, non poteva….Non l’aveva detto a nessuno, non c’era riuscita. La sua mente ritornò a due sere prima…. Dopo essere rimasta a piangere per un bel po’ di tempo in quel losco vicolo, di cui non avrebbe dimenticato neanche l’odore, si era alzata e diretta verso casa. Arrivata aveva più volte alzato la cornetta, intenzionata a chiamare qualcuno…Magari la polizia…..Ma era stato tutto invano. Si sentiva sporca, stupida, troppo ingenua….E neanche quel piacevole bagno caldo aveva cambiato qualcosa. Non era più la stessa. Aveva passato tutta la Domenica a poltrire nel letto, considerandolo un giorno di riposo prima di riprendere a vivere dopo quell’orribile esperienza. Quella mattina aveva indugiato sull’andare al lavoro, soprattutto perché temeva che lui avrebbe indagato….e scoperto. E ora si trovava in quella situazione ancora più difficile. House stava davanti a lui imperterrito, aspettando una risposta che smentisse i suoi sospetti…
Dr C.:(sorridendo) “ House, io sto bene. Non preoccuparti per me….Non c’è bisogno che tu resti qui…”
House abbassò la testa e sorrise beffardo.Impugnò il bastone per lasciare la stanza, cosa che fece sperare Cameron di averla fatta franca.
Dr H.: “ Ok, me ne vado…Comunque, per la prossima volta, ti consiglio di usare un altro fondotinta perché questo da leggere sfumature violacee”
Uscì e la lasciò sola. Cameron si mise le mani tra i capelli e sospirò nuovamente. Come aveva potuto pensare di poter nascondere una cosa simile ad House? Presto lui avrebbe saputo tutto…..Quest’ultima osservazione la portò nel più totale sconforto.



 
Top
17fede
view post Posted on 21/3/2007, 22:35




Oh povera cam!!! che triste!!! io se fossi stata in lei non sarei andata a lavoro e mi sarei presa una bella settimana anche se non si sarebbe aggiustato gran chè...
Cmq se puoi posta venerdì perchè io poi da lunedì a sabato sono in gita e quindi non posso leggerla,così pèrima di partire mi leggo un bel pezzo di ff...sempre se puoi
 
Top
ninìx*
view post Posted on 22/3/2007, 17:34




ci provo....tutto per la mia super fan!
 
Top
ninìx*
view post Posted on 22/3/2007, 20:45




e, incredibilmente, sono riuscita a scrivere giovedì!!
Cameron stava ancora riflettendo su come affrontare la situazione quando qualcuno irruppe nel laboratorio.
Dr Ch.: “ Cameron, abbiamo un problema….Il paziente è peggiorato….Foreman è già andato da House, meglio raggiungerlo; Ti spiegherò strada facendo….”
Dr C.: “ Ok”
I due attraversarono uno dei tanti corridoi discutendo e alla fine raggiunsero l’ufficio. Chase e Cameron si sedettero, mentre Foreman si appoggiò accanto alla macchinetta del caffè.
Dr F.: “ Ah, eccoli sono arrivati…Stavo dicendo che Stewart ha improvvisamente avvertito brividi di freddo e la febbre…”
Dr H.: “ Stewart chi?”
Dr F.: “ Stewart Beel….Il paziente!”
House lo guardò e scoppiò a ridere fragorosamente.
Dr H(quasi in lacrime).: “ Stewart…..non ci posso credere….Che nome!!”
I tre lo guardarono infastiditi, cosa che lo indusse a smettere.
Dr H.: (avvicinandosi alla lavagna)“ Ok, ok…..Non sapete apprezzare i veri valori della vita. Comunque non ricordo quasi niente di quel tizio, quindi è meglio che mi riforniate tutte le informazioni…Di questi periodi ho molti problemi di cui occuparmi, e non sono di certo l’unico….”
Cameron, sentendosi osservata, decise di cambiare discorso.
Dr C.: “ Uomo bianco, 62 anni, zero problemi gravi di salute. E’ stato ricoverato in ospedale per la tosse cronica insistente…Ma si pensava ad una cosa da nulla…”
Dr Ch.: “ Invece, a quanto pare, ci sbagliavamo. I sintomi sono aumentati.….Ora ci troviamo di fronte a febbre alta, emottisi e dispnea….”
Dr H.: “Accipicchia!”
House riflettè , picchiettando il bastone contro la lavagna bianca.
Dr H.: “ Che lavoro fa?”
Dr Ch.: (non capendo)“ Ehm…se non sbaglio il reporter….E’ abbastanza noto nel mondo del giornalismo, ultimamente un suo reportage nelle Filippine ha riscosso molto successo”
A quella notizia il medico parve illuminarsi e, con un sorriso stranamente inquietante, finalmente si voltò verso i colleghi.
Dr H.: “ Voi cosa ne pensate?”
Dr F.(stranito): “ Mi è sembrato…Che ti fosse venuta un’idea, House…”
Dr H.: “ Esatto, infatti il caso è già risolto”
I tre si guardarono stupefatti.
Dr Ch.: “ Ah bè….sarebbe fantastico!”
Dr C.: “ Ma è molto improbabile…Comunque, dato che hai una teoria valida, potresti esporcela”
Dr H.:( ridacchiando) “Troppo semplice così….Oggi mi sento particolarmente….sadico…..A dopo, miei prodi!”
Così dicendo, enigmatico come non era mai stato, lasciò la sala e si apprestò ad attraversare il corridoio. Gli specialisti esitarono per qualche secondo, poi si precipitarono alle sue spalle.
Dr C.: “ Dove stai andando?!”
Dr H.: “ A soddisfare i piaceri sessuali della Cuddy….Purtroppo non si accontenta mai….”
Dr C.: “ House, seriamente!”
Dr H.: “ Ho già risolto questo caso. So la risposta e sono sicuro che non sia sbagliata….Volendo quel Signore potrebbe essere fuori di qui domani…”
Dr Ch.: “….Ma?”
Dr H.: “ Ma….voglio che questa settimana siate voi a lavorare. Io andrò a riposarmi, sempre dopo aver provato quelle due o tre posizioni con Lisa si intende, mentre voi dovrete scervellarvi per diagnosticare qualcosa…Domani mattina esigo che abbiate delle teorie da sperimentare, tutte diverse…Non vale collaborare, ma potete fare quello che volete al paziente.Chi vince, ovvero colui che azzeccherà la diagnosi o vi si avvicinerà maggiormente, riceverà un raddoppiamento di stipendio per un mese… Spero solo che il povero Stewart non muoia prima che i vostri cervelletti riescano a pensare a qualcosa, perché se il paziente muore…ehm…diciamo che la gara è annullata!”
Accellerò il passo, si infilò in ascensore salutandoli in modo strafottente agitando la mano. Cameron, Foreman e Chase, dopo essersi lamentati fra di loro per la follia del loro capo, si misero a lavorare separatamente.
* * *
Erano le 19:30 precise ed House era appena tornato dalla sala della risonanza, dove Chase stava analizzando il paziente. Precedentemente era stato da Foreman, il quale stava escogitando una teoria un po’ troppo semplice per i suoi gusti…Ma ovviamente non aveva detto una parola a nessuno dei due. Nonostante loro avessero sperato in qualche cenno indicatore, lui era rimasto impassibile, ridendosela sotto i baffi. Ora gli restava da analizzare solo l’ultimo dei concorrenti….Cameron. Aveva saputo che si trovava in laboratorio…Era estremamente curioso su come stesse gareggiando la donna, ma soprattutto gli interessava cosa le stava succedendo….Chiunque avrebbe potuto pensare che lui lo facesse per via di un particolare sentimento che nutriva verso di lei, ma non era così. House era semplicemente curioso, anzi sospettoso….E quando House cominciava a sospettare qualcosa faceva di tutto per scoprire qualcosa di più…O almeno così definiva quello strano interesse per la bella immunologa. Bussò ed entrò nella stanza piena di provette e macchingegni complicati.
Cameron stava lavorando senza sosta da circa quattro ore, praticamente da quando House aveva dato il via a quella bizzarra “caccia al tesoro”. Aveva deciso di buttarsi a capofitto nel lavoro, onde evitare di trovarsi senza nulla da fare….Non voleva pensare a quella sera, non voleva pensare a lei, non voleva pensare a nulla di personale….E per questo aveva deciso di concentrarsi completamente su Beel. In fondo era stata una fortuna che proprio quel giorno ad House fosse venuta quella stramba idea…Quando il suo capo la raggiunse, lei iniziò subito a parlare.
Dr C.: “ Dunque, ho analizzato dei campioni di sangue, oltre che ad aver fatto alcune domandine al paziente e…..”
Dr H.: “ Non mi interessa”
Dr C.: “ Cosa?”
Dr H.: “ Non serve che tu mi spieghi tutto”
Dr C.: “Ah capisco….vuoi fare tutto da solo, controllarmi…Ok, mi sta bene….”
House si avvicinò di un passo.
Dr H.: “ Quello che volevo dire è che in questo momento non mi importa di quale sia la tua diagnosi….”
Cameron sussultò. Di nuovo, nella stessa stanza, lui troppo vicino…..E quel segreto che scottava…
Dr H.: “ Cameron, te lo chiedo ancora una volta. Cosa ti sta succedendo?”
Inizialmente la Dottoressa pensò di cercare nuovamente di convincerlo che era tutto a posto…Ma poi capì che quella scusa banale non sarebbe durata più di tanto. Puntò gli occhi sul microscopio e iniziò a parlare.
Dr C.(acida): “ Cosa te ne dovrebbe interessare?”
Dr H.: “ Senti non mi va di discutere….”
Dr C.: “ Allora dovremmo cambiare discorso”
House si avvicinò un altro po’ e abbassò il tono della voce.
Dr H.: “ Senti non voglio che mi racconti i problemi della tua vita, ok? E’ solo che ho notato che oggi sei un po’…Strana….E questo non fa bene alla tua carriera….”
Cameron avvertì un leggero pizzichio agli occhi…..No, non adesso…
Dr C.: “ Si…Cercherò di stare più attenta”
House la guardò ancora un secondo e poi le si avvicinò bruscamente. Cameron, inaspettatamente, alzò le mani in segno di difesa e si allontanò di scatto. House, sbalordito, cercò di capire il perché di quella strana reazione. Quando i suoi occhi incontrarono quelli verdi scintillanti di Cameron, avvertì una strana sensazione allo stomaco.








 
Top
17fede
view post Posted on 1/4/2007, 11:33




Sono tornata!!!!! Ora mi sto facendo un bel giro sul forum per vedere cosa mi sono persa....non t ho risposto prima perchè da giovedì in poi non ho potuto usare il pc perchè dsal tecnico!!! Bellissimo pezzo però triste!! Mi disiace un macello per Cameron e House quando ci si mette diventa fastidoso forte!! Continua...
 
Top
ninìx*
view post Posted on 1/4/2007, 19:20




Dr H.: “ Ed hai ancora il coraggio di dire che non c’è niente che non va?”
House non si sarebbe mai aspettato una reazione simile da Cameron: spostarsi quando lui le si avvicinava, non era da lei…E questo lo preoccupava.
Dall’altra parte della stanza, Cameron teneva gli occhi bassi. Tremava. Sapeva che presto sarebbe scoppiata in lacrime e stava velocemente valutando tutte le possibilità di sfuggire a quell’uomo tanto determinato…Ma sapeva che ormai il peggio era fatto. Aveva provato a restare impassibile, ma non c’era riuscita. Da quando aveva subito…quella violenza, se qualcuno le si avvicinava aveva l’impulso di scansarsi. Perfino in quel momento, nonostante House fosse ad una distanza ragionevole, si sentiva minacciata. Cercò di prendere coraggio come meglio poteva.
Dr C.: “ House, vattene”
Non aveva usato nessuna espressione, la sua voce era parsa fredda e per niente emotiva, distaccata da quello che stava succedendo. House dovette ammettere che per la prima volta, quella donna lo stava spaventando.
Dr H.: “ Ho paura che colui il quale dovrà andarsene da qui sarai tu”.
Cameron lo guardò, non capendo.
Dr H.: “ Voglio dire che….”
House inspirò profondamente e cercò di apparire naturale.
Dr H.: “…Penso tu debba prenderti un periodo di pausa”
Cameron strabuzzò gli occhi.
Dr C.: “ Ma che stai dicendo?”
Dr H.: “ Sto dicendo che mi piacerebbe che tu prendessi un pò di tempo….Per te stessa.Non so, una settimana, forse un mese….”
Dr C.:(nervosa) “ House stai scherzando!….Non mi pare che ci siano motivi ragionevoli per buttarmi in mezzo ad una strada…”
Dr H.: “ Infatti non ti sto licenziando… Ti sto solo consigliando ti prenderti qualche giorno di pausa…”
Dr C.: “ Bene, ma non accetto il tuo consiglio”
Dr H.: “ Cameron…”
Dr C.: “ No. E basta. Mi dispiace per come mi sono comportata prima…Non succederà più, te lo prometto”
House incrociò il suo sguardo. No, non poteva sopportarlo. Non avrebbe potuto reggere la sua presenza un secondo di più, a meno che lei non gli avesse spiegato la situazione. Odiava non sapere qualcosa di una persona. La sua immunologa stava male, e comunque era suo compito capire cosa c’era che non andava….Non si sarebbe arreso così facilmente. In tutta franchezza, nel momento in cui Cameron si era scansata, un terribile sospetto si era insinuato dentro di lui. Eppure, anche se stentava ad ammetterlo, stava cercando in tutti i modi di non prenderlo in considerazione…
Dr H.: “ Ok, mettiamo una volta per tutte in chiaro questa situazione. O mi dici immediatamente cosa ti sta succedendo, oppure ti consiglio di raccogliere tutte le tue cose, perché non metterai mai più piede qui dentro”
Cameron sbiancò. Era questo il suo modo di affrontare la situazione?? Gli si avvicinò di un passo e, con freddezza, gli comunicò tutto il suo sdegno.
Dr C.:(incredula) “ Questa è una minaccia?!”
Per un attimo nessuno dei due fiatò. La camera era caduta in un muto silenzio, fatto di pensieri nascosti e non detti.
Dr H.:(duro) “ Sei stata tu ad obbligarmi a farlo…”
Cameron mise le mani sui fianchi e si lasciò sfuggire un’esclamazione di indignazione.
Dr C.: “ Bene, allora vado a salutare i miei colleghi”
Così dicendo abbandonò la stanza, lasciando House a riflettere sull’azione appena commessa.

 
Top
17fede
view post Posted on 2/4/2007, 14:10




Noooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo.....
Che litigata!!!!! Vediam come va a finire... certo che tra tutti e due non so chi è messo peggio

Edited by LaurieLo - 3/4/2007, 13:16
 
Top
ninìx*
view post Posted on 2/4/2007, 19:39




Cameron corse via veloce, cercando di trattenere il più possibile quelle lacrime prepotenti che insistentemente cercavano di uscire. Quando arrivò all’ufficio di House la sua frustrazione si era trasformate ormai in un pianto a dirotto, cosa che incuriosì Foreman e Chase, i quali guarda caso si trovavano lì per una pausa caffè. Cameron, tra i singhiozzi e le lacrime, alzò lo sguardo e cercò di giustificarsi.
Dr C.: “Ragazzi…scusatemi….”
Non riuscì più a proseguire.
Dr Ch.(preoccupato): “ Cameron…Che è successo?”
Dr C.: “Niente di grave…Solo…House mi ha licenziato, ecco tutto”
Foreman si alzò di scatto e Chase assunse un’espressione che metteva chiaramente in mostra la sua incredulità.
Dr F.: “Cameron ma che stai dicendo? Non è possibile…”
Dr C.: “ Scusate, non ho voglia di parlarne…Mi mancherete, siete stati degli ottimi colleghi…Ora, perdonatemi, ma devo prendere le mie cose”
Così dicendo raccolse quello che poteva e si precipitò fuori dall’ospedale, lasciando Foreman e Chase nel più totale smarrimento.
Fuori pioveva. Le goccie d’acqua cadevano leggere, mescolandosi alle lacrime di Cameron. Nell’aria aleggiava un incredibile profumo di fiori appena sbocciati, ma la Dottoressa non era certo dell’umore giusto per assaporarlo. Si infilò in macchina il più velocemente possibile. Appena entrata, lasciò che il suo corpo cadesse a peso morto sul volante dell’auto. I singhiozzi si fecero più forti, accompagnati da gemiti di dolore. No, non poteva sopportarlo. Proprio ora che stava attraversando un momento difficilissimo, veniva minacciata e poi buttata in mezzo ad una strada…Questo era decisamente troppo. Lanciò un’imprecazione e mise in moto. Mentre guidava, cercava in tutti i modi di riprendersi, ma con scarsi risultati. Perché?? Perché diamine doveva succedere sempre a lei? Non se lo meritava…Non meritava si soffrire così tanto.Perdere il lavoro, pergiunta dopo quello che le era successo, era decisamente troppo.lavorare era l’unica cosa che le permetteva di non pensarci…Di non pensare a quella sera…A quel terribile crimine di cui era stata vittima, e che non era riuscita a raccontare ad anima viva. Ma mai, mai e poi mai, si sarebbe aperta lui…Si maledì per aver pensato anche solo per un momento di dirglielo, di confidarsi…No, non sarebbe mai successo. Avrebbe presto trovato un altro lavoro, e le ferite di quello spiacevole episodio si sarebbero rimarginate…Prima o poi. Salì le scale del suo appartamento, rimproverandosi per aver anche solo immaginato, che questa volta sarebbe stato diverso, che avrebbe affrontato il dolore…con qualcuno. No. Lei era sola, e ormai avrebbe dovuto farci l’abitudine.
Intanto al PPTH, una donna infuriata cercava di mantenere la calma il più possibile.
Dr Cuddy.:(adirata) “House, non puoi averlo fatto davvero…”
Dr H.(pacato): “ Io…Io non pensavo l’avrebbe fatto…”
Dr Cu.: “ Non ci posso credere….Ti rendi conto che hai appena licenziato l’immunologa migliore dell’ospedale??!!”
Dr H.: “ Me ne rendo perfettamente conto”
Dr Cu.: “ Sei soltanto un idiota”
Dr H.: “ Vedrai che tornerà..Domani sarà di nuovo qui e si scuserà per il suo comportamento”
La Cuddy si mise le mani tra i capelli. Era così infuriata che avrebbe desiderato cacciare a calci quel medico insolente.
Dr Cu.: “ Sei più idiota di quanto pensassi…Lei non tornerà”
Dr H.: “ Ok..Allora vorrà dire che andrò a supplicarla...D’altronde l’ho già fatto una volta, non dovrebbe risultare difficile”
Dr Cu.: “ NO!! Stavolta non servirà a niente!”
Dr H.:(urlando) “E allora, ne troveremo un’altra, porca puttana! Cos’è, ora lei era l’unica immunologa disposta a lavorare qui??”
Dr Cu.: “ No, lei era l’unica disposta a lavorare per te”
House sospirò.
Dr H.: “ Lei era diversa…Non stava lavorando, davvero…Era assente”
Dr Cu.: “ Ti prego House, dimmi che non l’hai cacciata solo perché aveva una giornata no?!”
Dr H.: “ Non si trattava di una giornata storta!! C’è qualcosa che non va….E’ scossa…Oserei dire…danneggiata. Ti assicuro che le deve essere successo qualcosa, qualcosa di…grave”
La Cuddy lo guardò profondamente negli occhi.
Dr Cu.:(lentamente) “ E tu, vedendola in difficoltà, l’allontani da una delle cose per lei più importanti?”
House per un attimo pensò che non stesse parlando di lavoro. Si rese conto, di aver effettivamente compiuto un grosso sbaglio.
Dr H.: “ Cosa dovrei fare, a questo punto?”
Dr Cu.: “ Non ne ho la minima idea…House, ascoltami bene: voglio Cameron in ambulatorio domani, altrimenti tutta la tua equipe passerà i guai”
House, senza pensarci un minuto di più, lasciò l’ufficio.
* * *
Quando Cameron sentì bussare alla porta, non aveva dubbi su chi fosse. Non sapeva esattamente perché, ma quando lui era vicino, riusciva ad avvertirlo senza bisogno di entrarci in contatto….Per un attimo pensò di non andare ad aprire, ma poi qualcosa la convinse a farlo. Spalancata la porta, si trovò davanti l’uomo che tanto amava e odiava allo stesso tempo.
Dr H.: “ Posso entrare?”
Cameron non rispose, e lui evidentemente lo prese per un si, perché entrò e si appoggiò noncurante alla parete del salotto.
Dr C.: “ House, sono le 9 di sera, se non ti dispiace gradirei fare un bagno…”
Dr H.: “Qualsiasi cosa, sono sicuro che può aspettare”
Cameron mise le mani sui fianchi, come faceva sempre quando stava per perdere la pazienza, e decise di stare al suo gioco.
Dr C.: “ Bene. Allora, che vuoi?”
Dr H.: “ Voglio che tu torni”
Cameron scoppiò in una fragorosa risata.
Dr C.: “ Che cosa buffa, non credi?? Non eri tu che meno di tre ore fa mi hai –pregato- di andarmene?”
Dr H.: “ Si….E mi sono reso conto di aver sbagliato…”
Dr C.: “ Credo che tu commetta decisamente troppi errori, Gregory House”
Ci fu un momento di imbarazzante silenzio.
Dr H.: “ Se non vuoi farlo per me, fallo per i tuoi cari amichetti. Il canguro e muso nero saranno nelle tue stesse condizioni…”
Dr C.: “Lo so benissimo”
House sorrise stupito.
Dr H.:(meravigliato) “ E la cosa non ti turba? Non pizzica il tuo animo da crocerossina?”
Dr C.:(strafottente) “ Non sono come te, fortunatamente. Ho chiamato la Cuddy e ha ceduto…Ha detto che per loro non c’è pericolo. Credo che l’unico che rischi di perdere il lavoro sia tu!”
House ammutolì.
Dr C.: “Allora House, tutto qui?”
House sollevò lo sguardo, e per la prima volta da quando era entrato in casa sua, la guardò negli occhi.
Dr H.: “No”
Cameron gli fece capire con gli occhi che stava cominciando a seccarsi.
Dr H.: “Te lo chiedo per l’ultima volta…Voglio sapere cosa ti sta succedendo”
Dr C.: “ Sai, penso che la dovresti smettere di preoccuparti così per me. Da quanto fai capire hai parecchi problemi, vedi di occuparti dei tuoi…”
House sorrise nuovamente. Cameron stava cercando di essere forte, di sembrare intoccabile. Ma lui sapeva qual’era il suo punto debole…
Senza darle il tempo di realizzare si avvicinò e le mise le mani sulle spalle, bloccandola e sbattendola contro il muro.In quella posizione era per lei si difficile muoversi, ma House non stava utilizzando eccessiva forza, quindi volendo avrebbe potuto facilmente liberarsi. Fu così che il suo presentimento fu finalmente chiarito. Cameron cominciò a tremare e a sudare e cercò in tutti i modi di non urlare.
Dr C.(sussurrando): “ lasciami…”
House la guardò negli occhi. Erano così…puri. Avvertì una strana sensazione al cuore ma cercò di non darlo a vedere. Improvvisamente mollò la presa, lasciando Cameron libera. Lei si voltò, dandogli le spalle, cercando di non dare a vedere in che condizioni si trovava.
Dr H.: “ Ora vuoi dirmi o no cosa ti sta succedendo? Credo di averlo già capito, ma ho bisogno di una conferma….”
Cameron non si mosse di un millimetro.
House si avvicinò e le sussurrò
Dr H.: “ Ti prego….”
Cameron deglutì e decise di girarsi.
 
Top
17fede
view post Posted on 3/4/2007, 18:36




Non so se anche d questa sei giàù a buon punto o avanti,se sì posti più capitoli alla volta??
Ok immagino che quello dopo sia la confessione ad House..non vedo l'ora
Bellissimo anche questo capitolo......certo non pensavo si sarebbe licenziata ma sero che questa volta non ritorni subito a lavorare per lui
 
Top
ninìx*
view post Posted on 5/4/2007, 09:26




si sono avanti..ma di poco...posto due capitoli....

Per un attimo nessuno dei due fiatò. House notò che gli occhi di Cameron erano diventati ancora più lucidi e fragili e sentì un pizzico di rimorso. Dopo poco però, tornò ad essere quello di sempre. Cameron cercò di riprendersi da quello che le aveva appena fatto House.
Dr C.:(con voce spezzata) “House…Sto male….E…Non mi sento di dirti quello che sto passando in questo momento…Sarebbe a dir poco scioccante non voglio che….”
Dr H.: “Allison….”
Cameron avvertì un brivido…Non l’aveva mai chiamata per nome. Era forse solo una tattica per invitarla a confidarsi? Notò che House si era riavvicinato e si allontanò un po’. Non c’era niente da fare, ormai si era rassegnata al suo non sopportare tutti gli uomini che accorciavano eccessivamente le distanze…
Dr C.: “ Ti pregherei di allontanarti…Non sopporto la tua vicinanza”
House abbassò lo sguardo. Nonostante ormai la cosa fosse più che chiara, faceva fatica ad accettarla.
Dr H.: “Io credo di aver capito cosa ti sta succedendo, Allison. Ma gradirei molto di più sentirtelo dire personalmente..”
Cameron non potè fare a meno di sorridere. House la guardò incuriosito.
Dr H.: “Bè, ora perché ridi?”
Dr C.: “ Non sto ridendo…E’ solo che…Tu, House, che fai tutto il gentile per sapere qualcosa su di me…”
House si mise una mano tra i capelli e distolse lo sguardo, imbarazzato. Non poteva crederci…..Lui, il medico senza pudore, messo in difficoltà da quella ragazzina. Stava decisamente perdendo colpi….Cameron se ne accorse e sorrise ancor di più, compiaciuta.
Dr C.: (dolce e riconoscente)“Comunque…Volevo dirti…Grazie”
House alzò lo sguardo, invitandola a proseguire.
Dr C.: “Apprezzo quello che fai per me…So che lo fai per l’ospedale, ma va bene lo stesso…..Da uno come te vuol dire già aver ottenuto tanto. Grazie davvero”
Dr H.: “ Allison….Credi davvero che io lo faccia per lavoro?”
Cameron rimase di stucco. Senza darle il tempo di rispondere, House lasciò la casa, non salutando come era entrato. Cameron si sedette sul divano e sospirò…Quell’uomo era riuscito a farla sorridere.
House, tornò a casa, contento di aver ottenuto il suo scopo. Era sicuro che Cameron il giorno seguente si sarebbe presentata a lavoro, non c’erano dubbi, specialmente dopo la sua frase finale ad effetto. Si chiese se pensava realmente quello che le aveva detto prima di lasciarla sola….Poi, inevitabilmente, tornò a pensare a quello che poteva esserle successo…A quello che lei non aveva voluto dirle…E a quello che purtroppo, lui più di una volta aveva alluso.
* * *
PPTH, Martedì, ore 9:30 a.m.
Dr C.: “Buongiorno!”
Il Dottore nero e quello biondo si girarono di scatto, non credendo alle loro orecchie.
Dr F.(stupito): “ Cameron!!!”
Dr Ch.:(stupito) “ Sei…sei qui!!”
Dr C.(sorridente): “Ebbene si!”
In quel preciso momento, un uomo affetto da un handicap, da lui tanto odiato, si infiltrò nella conversazione.
Dr H.. “ Grazie, grazie…E’ tutto merito mio!”
I tre lo guardarono torvi.
Dr H.: “Ok, forse è meglio cambiare argomento…..Vi ricordate il compitino che vi ho affidato ieri?? Risultati prego…”
Chiuse gli occhi e puntò il dito contro Chase.
Dr H.: (con enfasi)“ Vai Canguro…Illuminaci!”
Chase tossicchiò e cominciò ad esporre la diagnosi.
Dr Ch.: “Ehm…Io credo si tratti di Carcinoma polmonare”
House strinse gli occhi.
Dr Ch.: “Sono arrivato a questa diagnosi perché ho riscontrato nel paziente emottisi,dispnea,febbre e altri sintomi potrebbero apparire dopo….”
Dr H.: “Mmm…Hai fatto un buon lavoro…Peccato che il carcinoma generi inevitabilmente sibili e stridori fin da subito”
Dr Ch.: “Bè ci avevo pensato, ma credevo si potesse sottovalutare…”
Dr H.: “ Se non sapessi di cosa soffre il paziente metterei in atto la tua diagnosi…Ma purtroppo è sbagliata. Comunque complimenti, augurati che nessuno riesca a scavalcarti”
Osservò i due concorrenti rimasti e optò per il neurologo.
Dr H.: “ Vai pure negretto….”
Dr F.: “ Embolia polmonare”
House cominciò a ridacchiare.
Dr H.: “Mi aspettavo di più..Che razza di diagnosi scontata….”
Dr F.:(deluso) “ perché? La febbre e l’emmotisi ci sono…”
Dr H.: “ Si, ma dove li metti: tumefazione, dolore pleuritico, sincope…potrei elencarli mille altri!”
Foreman non rispose, turbato.
Dr H.: “ Ho l’impressione che qualcuno non si sia impegnato abbastanza…..”
Dopo avergli lanciato uno sguardo alterato, si concentrò sull’ultimo suo dipendente rimasto…Sicuramente quello per lui più importante.
Dr H.: “ E’ il tuo turno signorina…Noi gradiremmo sapere qual è il frutto del tuo duro lavoro di ieri”
Cameron puntò gli occhi in quelli di House, volontariamente, ed iniziò ad esporre quello per cui aveva sudato.
Dr C.: “Sapevo che nessuno ci avrebbe pensato…Quindi ho deciso di partire da un punto fondamentale: è un giornalista,giusto?Che viaggia molto se non erro…Gli ho fatto alcune domande e ho scoperto che recentemente è stato anche in Africa…quindi,TBC. I sintomi coincidono tutti….La tosse potrebbe essere nascosta ed riversarsi da un momento all’altro”
Ci fu un momento di teso silenzio. House, il quale non aveva smesso un attimo di perdersi negli occhi di Cameron, sorrise compiaciuto.
Dr H.: “Non sapete quanto mi costa ammetterlo, ma le donne vincono sempre….”
Dr C(entusiasta).: “ Non ci posso credere!! E’ TBC!”
Dr H.: “A dire il vero no…..”
Il subbuglio generale si spense in un soffio.
Dr H.: “Ma ci sei andata davvero vicinissima…Hai trascurato un piccolo particolare però..L’emottisi si presenta solo se la TBC è in stato avanzato, e se fosse così il paziente avrebbe sicuramente iniziato a sputare sangue…, Sapevo che nessuno di voi ci sarebbe arrivato. E’ paragonimiasi”
Chase e Foreman scossero la testa, mentre Cameron si stampo la mano sulla fronte.
Dr C.: “ Come ho fatto ad essere così stupida…Infezione da verme piatto…Che quasi sempre viene scambiata per TBC”
Dr H.: “Esatto…Comunque devo complimentarmi con Cameron. Voi due andate a curare il riccone, La dottoressa resta qui, dobbiamo organizzare gli accordi per lo stipendio…”
Chase e Foreman abbandonarono la stanza, lasciando il diagnosta e l’immunologa da soli.
Dr H.(sorridente): “ Allora…Ecco qua la mia vincitrice…Ti avverto, posso darti più soldi, ma non di certo una fortuna..”
Dr C.: “ Non voglio l’aumento di stipendio”
Dr H.: “Me l’aspettavo…Meglio così, non dovrò aprire il portafogli…”
House fece per andarsene, ma Cameron lo bloccò.
Dr C.: “Aspetta!”
House si girò.
Dr C.: “Non è detto che io non voglia niente….”
House la guardò curioso.Cameron si avvicinò, ovviamente non troppo. Un lampo di malizia le attraversò gli occhi…Fu così che comunicò ad House la sua proposta, offerta sicuramente difficile da rifiutare.







Dr C.: “Voglio che tu venga a cena con me”
La bocca di House si contrasse in un sorriso divertito.
Dr H.: “Sbaglio, o io questa frase l’ho già sentita??”
Cameron, al ricordo di quella famosa serata, avvertì una strana sensazione…
Dr C.: “Si, lo so…Se non erro io però, la serata non si è conclusa nel migliore dei modi…mi piacerebbe riprovare”
Dr H.: “Ma veramente….”
Dr C.: “Il locale l’ho già scelto io,non preoccuparti..”
Dr H.: “Da quando sei diventata così ostinata?”
Dr C.: “Passami a prendere verso le 8 questo Sabato”
Dr H.: “ Cameron…Lo sai che andrà a finire come l’altra volta, se non peggio”
Dr C.: “Io sono convinta di no…E per una volta mi va di rischiare. Comunque non ci sono scuse, anche perché secondo le regole mi spetta una ricompensa…”
Dr H.: “Senti, ma perché non ti prendi i soldi?Quelli almeno non potranno mai deluderti…..”
Cameron lo guardò, dolcemente.
Dr C.: “So che stavolta non mi deluderai…”
Così dicendo lasciò la stanza con passo deciso ed orgoglioso.
House rimase lì, senza sapere cosa fare. Non sarebbe andato a quella cena…Avrebbe chiamato all’ultimo minuto e le avrebbe detto che aveva avuto un imprevisto…Lei non avrebbe capito, ma almeno lui non avrebbe dovuto ripetere quell’orribile esperienza. Sorrise amaramente al ricordo di quella sera…Il loro primo, e sperava ultimo, appuntamento. Un totale disastro. Inizialmente era riuscito a cavarsela, ma poi non aveva retto…..E, come al solito quando si sentiva in difficoltà, le aveva sputato in faccia pensieri cattivi e se ne era andato. Sapeva che quella sera era stata la prima in cui Cameron si era sentita ferita da lui. La prima di tante…E ora che lei le sembrava così fragile, non gli andava di allungare la lista. Ma cosa avrebbe risolto non presentandosi?? A malincuore, cominciò a pensare a quello che lei gli aveva detto poco prima…Era vero? Sarebbe riuscito davvero a non deluderla, per una volta? Con orrore si rese conto a quali stupidi pensieri fosse arrivato il suo cervello….Non gliene importava niente di Cameron. Per lui era sempre stata una semplice collega….No, non una qualsiasi, c’era di più: Odiava quando la osservava stare seduta con lo sguardo perso nel vuoto, incapace di nascondere la sua frustazione….Odiava i suoi modi estremamente gentili e cordiali con tutti, perfino con lui che la trattava così male…Odiava il suo riuscire ad essere sempre perfetta, con quel sorrisino grazioso che si ritrovava stampato sulle labbra perennemente….Odiava quei suoi ragionamenti impeccabili, che non facevano una piega, razionali e rispettosi…Odiava quando i suoi occhi verdi si velavano di lacrime, quasi sempre a causa dei suoi modi burberi….Ma soprattutto, odiava quando, anche solo con un semplice sguardo o con un piccolo gesto,lei cercava di prendersi cura di lui….Quando si preoccupava per la sua gamba e cercava in tutti i modi di renderlo felice. Felice. E da qualche giorno aveva cominciato ad odiare profondamente quel suo distacco…Lei c’era si, ma si stava allontanando da lui, se ne stava andando, a causa di un segreto che pareva essere decisa a mantenere tale. La cosa lo innervosiva, anzi no, di più, lo riempiva di rabbia…Questo provava per Cameron:disprezzo. O almeno così aveva sempre pensato…Allora perché una parte di lui desiderava renderla….Felice?Con quella tremenda confusione in testa, e un’imminente desiderio in gola, si diresse verso l’ufficio del suo oncologo preferito.
Sentendo la porta cigolare, Wilson alzò lo sguardo dalla moltitudine di fogli impilata ordinatamente sulla sua scrivania.
Dr H.: “Ehilà amico!”
Dr Wilson: “House”
Dr H.: “Posso aiutarti?”
Dr W.: “House ti senti bene?”
Dr H.: “In perfetta forma,grazie”
Dr W.: “Ho i miei dubbi…Cosa vuoi?”
Dr H.: “Niente, sono passato soltanto per vedere come sta il mio amichetto preferito!”
Dr W.: “Quanto ti diverte prendermi per il culo?”
Dr H.: “Vediamo…Quello che provi tu a scoparti tutte le infermiere di questo piano, moltiplicato per 10”
Dr W.: “Interessante…House, non ho tempo di scherzare, dimmi cosa vuoi e vattene”
Dr H.: “Mia madre direbbe che qualcuno qui non è stato educato bene….”
Dr W.(seccato): “House!”
Dr H.: “Ok, ok….Mi servono due o tre pacchetti di vicodin”
Wilson scosse la testa, incredulo.
Dr W.: “Fammi pensare….No”
Dr H.: “Quale parte non ti è chiara del- ho bisogno del mio vicodin-?”
Dr W.: “Hai davvero una bella faccia tosta….Questa settimana mi pare che tu abbia fatto il pieno più volte!”
Dr H.: “Esatto, ma sono un povero drogato no?”
Dr W.: “E come la metti con la Cuddy? Guarda che quella ti caccia sul serio….”
Dr H.: “Non lo farebbe mai…”
Dr W.: “Io non ci metterei la mano sul fuoco…L’altro giorno sembrava davvero infuriata, e licenziare Cameron non ha di certo migliorato la situazione!”
Dr H.: “Non lo farà e basta. Prima di tutto perché non ha cacciato neanche te quella volta che ti ha sorpreso nello stanzino a tradirla con il dermatologo, e poi perché non saprà mai che ne ho prese altre…”
Dr W.: “House,Lo dico per te….Ti stai rovinando…”
Dr H.: “Ben presto mi ritroverò in mezzo ad una strada usando siringhe infette e bla bla bla…Lo so. E’ il mio destino. Vuoi darmi queste pillole o no?”
Wilson indugiò ancora un momento.
Dr W.: “Ti giuro che questa è l’ultima volta. Non voglio più saperne dei tuoi affari clandestini…..”
House si voltò e, senza neanche ringraziare, lasciò la stanza. Dopo neanche tre secondi riaprì la porta, facendo capolino con la testa.
Dr H.: “Wilson, non è che per caso Sabato è il tuo compleanno?”
Dr W.(perplesso): “No..”
Dr H.: “Accidenti!”
Richiuse la porta con un tonfo e si incamminò per il corridoio.
Dopo pochi minuti venne fermato da uno dei suoi dipendenti.
Dr F.: “House, abbiamo un caso….”
Dr H.: “Ehi, cioccolatino, cercavo giusto te….Sabato si festeggiano i 50 anni dell’ospedale, vero?”
Dr F.: “A me non risulta….”
Dr H.: “Lo sapevo…Destino crudele!”
Senza aggiungere altro il nefrologo prese la via per il solito ufficio, con alle calcagna un medico decisamente incuriosito.







 
Top
17fede
view post Posted on 5/4/2007, 15:56




Letta tutta!!! Grazie per averne postati due così non perdo il filo!!!! Non finirò mai d sire che questa ff è bellissima e poi House è dolcissimo,ma io ho trovato il secondo capitolo che hai postato il migliore!! Mi sono messa a ridere!!!Soprattutto per la cosa della cena,lì sono scoppiata.....
 
Top
ninìx*
view post Posted on 6/4/2007, 11:42




grazie!!!
ed ecco altri due....

Al suono della sveglia, House si svegliò di soprassalto. Si massaggiò per alcuni secondi le tempie, cercando di perdere tempo, dato che quella mattina perfino alzarsi sembrava un’impresa. Alla fine fu costretto a rassegnarsi all’evidenza, probabilmente consolato dal fatto che il giorno dopo sarebbe stato Domenica. Dopo essersi preparato, lasciò la casa, con l’intenzione di recarsi a lavoro. Appena messo in moto, un ricordo lo assalì tutto d’un colpo. Accidenti, come aveva fatto a non pensarci prima??!! Era Sabato. E non un Sabato qualunque, quel Sabato. Proprio quella sera sarebbe dovuto uscire con Cameron….Ci sarebbe andato?? Fortunatamente si accorse di essere giunto a destinazione e rinviò i suoi indecisi ragionamenti a dopo. Entrato in ospedale, quasi come se il destino volesse prendersi gioco di lui, si trovò davanti l’unica persona che avrebbe desiderato non vedere.
Dr C.:(sorridente) “Buongiorno, House”
Era lì davanti a lui, apparentemente serena, che gli sorrideva ostinatamente.
Dr H.: “‘Giorno Cameron…Credo che sia ora di raggiungere gli altri…”
House fece per incamminarsi, ma Cameron lo chiamò.
Dr C.: “Allora…Non ti sarai dimenticato??? Stasera alle 8..”
Dr H.: “Si certo, cercherò di esserci”
Cameron stava per approfondire il discorso, ma il medico si allontanò senza darle il tempo di farlo. Stava per avere uno dei suoi soliti brutti presentimenti….Non le avrebbe dato buca, vero?? In quei giorni si era interrogata spesso, ma era stato tutto inutile. Non era riuscita a capire cosa l’avesse spinta ad invitare quell’uomo e neanche perché ci tenesse tanto. Eppure c’era qualcosa per lei ben chiara: Se House non si fosse presentato a quella cena, la cosa non le sarebbe restata indifferente.
* * *
Casa di House, Sabato sera, ore 7:45 p.m.
Gregory House, seduto su una delle 4 poltrone blu del suo salotto, giocherellava nervosamente con il suo bastone. Indossava dei jeans classici, leggermente meno sportivi del solito, abbinati perfettamente ad una camicia di flanella celeste che gli metteva in risalto gli occhi. Ai piedi, le immancabili scarpe da tennis, che non avrebbe sostituito per niente al mondo…..Incredibile a dirsi, ma stava sudando. Si, era decisamente nervoso ed irritato. Afferrò bruscamente il telecomando e accese la tv. Stavano trasmettendo un quiz che non sembrava potesse avere nulla di interessante, ma non gliene importava..D’altronde aveva deciso, no? Non ci sarebbe andato, punto. Ma allora perché si era vestito…diciamo…diverso dal solito? Non di certo per restare a casa davanti alla tv...Maledizione, ma che gli stava succedendo? Moriva dalla voglia di incontrarla, di passare una serata con lei, eppure stava fermo lì. In realtà era spaventato. Odiava doverlo ammettere, ma aveva molta, molta paura. Temeva che lei gli avrebbe confessato la verità…..Realtà che già la parte più profonda del suo cuore conosceva, ma che rinnegava con tutte le sue forze, che non riusciva ad accettare. Come avrebbe reagito in tal caso? A quella domanda capì che stava sbagliando tutto….Quando mai lui aveva pianificato gli avvenimenti? Quando aveva dato retta a qualcuno se non al suo istinto?? Decise di muoversi immediatamente, aveva già perso troppo tempo. Infilò velocemente il giubbotto e corse fuori, dandosi un’aggiustatina ai capelli.

Al suono del campanello, Cameron trasse un sospiro di sollievo. Era arrivato. Con qualche minuto di ritardo, ma c’era. Si alzò e, dopo essersi data velocemente un’ultima occhiata allo specchio dell’ingresso, riuscì ad aprire la porta.
Per vari minuti, nessuno dei due seppe cosa dire.
House non riusciva a proferire parola, non sarebbe servito a niente. Allison era a dir poco…magnifica. Indossava dei jeans a vita bassa, scuri, di un’aderenza che poteva definirsi provocante….Da sotto spuntavano delle scarpe a punta nere, che donavano un certo tocco di eleganza. Portava di sopra una corpetto nero, semplicissimo, e molto glamour, che le lasciava scoperte le spalle. I capelli le ricadevano sciolti da tutte le parti, sicuramente appena lavati e ordinatamente sistemati. Il viso era coperto da un velo leggerissimo di trucco e al collo, portava uno splendido ciondolo d’argento a forma di sole. Mentre la stava osservando, House avvertì un lieve profumo…Era sicuramente suo. E non gli dispiacque ammettere che era davvero buono, non troppo dolce, come piacevano a lui.
Cameron si accorse che da quando si erano visti, non avevano praticamente spiccicato parola e la cosa la mise a disagio.
Dr C.: “Ehm….Forse ho esagerato, mi dispiace”
Dr H.: “Assolutamente no….sei…splendida”
Cameron arrossì leggermente in viso.
Dr H.: “Bè, allora andiamo?”
Dr C.: “Si, certo”
Così dicendo, costeggiati da un velo si sottile imbarazzo, i due si accomodarono nell’auto di lui.
Dr C.(stupita): “Non sapevo che avessi un auto, House…”
Dr H.: “Cosa credevi, che un medico rispettabile come me andasse in giro sempre in moto?”
Dr C.: “Una cosa del genere…..”
Dr H.: “Ti sei fatta un’idea completamente sbagliata su di me, lo sai?”
Dr C.: “Sinceramente lo spero”
Entrambi sorrisero divertiti.
Dr C.: “Aspetta, ferma!!Vai avanti un altro po’….Eccolo!”
Parcheggiarono e raggiunsero l’entrata del locale. House notò che fortunatamente non si trattava di un posto elegante, odiava quei tipi di ristorante per cui il suo abbigliamento non era mai adatto….Cameron parlò con uno che si presumeva fosse del personale, il quale le indicò un tavolo al fondo della tavola. House notò che era abbastanza appartato e si chiese se l’aveva fatto apposta. Dopo essersi seduti, presero il menu e cominciarono a sfogliarlo.
Dr H.: “Credo che prenderò pesce oggi…E’ da tanto che non lo mangio”
Dr C.: “Anche io…Ti seguo”
Aspettarono che arrivasse il cameriere ed ordinarono. Quando questo se ne andò, si resero entrambi conto di essere rimasti da soli.
Dr H.: “Mi piace questo posto…Solo che, per la prossima volta, i fiori sul tavolo mi infastidiscono”
Cameron si scurì in volto e House cercò di rimediare.
Dr H.: “Guarda che stavo scherzando!! Non hai ancora imparato il mio senso dell’umorismo?? E’ tutto perfetto….”
Parlarono un altro po’ nell’attesa dei piatti, i quali non tardarono ad arrivare. Mentre stavano consumando ciò che avevano ordinato, si resero conto di non essere completamente a loro agio.
Dr H.: “Allora…perché mi hai portato qui?”
Cameron inghiottì un pezzo di pesce spada e si apprestò a rispondere.
Dr C.: “Non ne ho la più pallida idea”
House strabuzzò gli occhi.
Dr H.: “Ovviamente, oltre per il fatto che sono uno straordinario sex simbol amato da tutte le donne….Ci deve essere qualcos’altro….”
Dr C.: “Ecco ci risiamo…..”
Dr H.: “In che senso?”
Dr C.: “Hai sempre bisogno di trovare una risposta a tutto…”
Dr H.: “Bè, non ci trovo niente di male”
Dr C.: “Si, però per questa sera potresti smetterla di calcolare ogni cosa?”
Dr H.: “No”
Dr C.: “Sei l’uomo più testardo che abbia mai conosciuto!”
Dr H.: “E tu sei la donna più ingenua che mi porterò a letto!”
Dr C.: “Cosa hai detto?”
Dr H.: “Quello che hai sentito….”
Cameron scoppiò in una fragorosa risata.
Dr C.: “Non posso crederci!! Davvero credi che ci sarà un dopocena?”
Dr H.: “Oh no, sapevo che c’era la fregatura…..”
Dr C.: “House!! Soltanto perché ti ho invitato a cena non vuol dire che io voglia…”
Dr H.: “Non credi che dovresti iniziare a chiamarmi Greg, dato che fra poco condivideremo lo stesso letto?”
Dr C.:(arrabbiata) “Sto cominciando ad innervosirmi….Davvero credi che ti abbai portato qui soltanto per soddisfare i miei desideri sessuali?”
Dr H.: “Ehm…Vuoi la verità?”
Cameron lo guardò indignata. Ma come si permetteva? Senza esitare nemmeno un attimo, allontanò la sedia e si alzò dal tavolo. Quando stava per andarsene però, sentì qualcosa afferrarla.
Dr H.: “Aspetta….”
Voltò la testa e rimase pietrificata. Greg teneva la mano sopra la sua. Non la stava stringendo, la stava semplicemente sfiorando….Aveva poggiato la mano sopra la sua e questo le provocava strane sensazioni. Dopo quello che le era successo, nessun uomo era riuscito ad avvicinarsi a lei. Nemmeno Greg, almeno fino a quel momento…Quando era venuto a casa sua l’aveva sbattuta al muro, ma l’aveva fatto con la forza, contro la sua volontà. In quell’istante invece, lei avvertiva una sensazione che aveva dello spiacevole, ma non provava il forte desiderio di andarsene, di ritrarre la mano. Tutto ciò era…strano.
Dr H.: “Non andartene…”
Cameron, come spinta da una forza invisibile, si risedette cautamente.
House però, non sembrava voler spostarsi. La sua mano era ancora lì, immobile. Ma cosa stava facendo? Ora poteva anche lasciarla…Non serviva che le stringesse ulteriormente la mano….Perchè non ci riusciva? Qualcosa lo costringeva a non muovere un dito, mettendosi contrò la sua volontà. Cameron si accorse che lui si trovava nettamente a disagio..
Dr C.: “Ehm..Se vuoi…Puoi anche restare così…A me non da fastidio”
Non era completamente vero. Il cuore di Cameron batteva forte e anche in lei c’era qualcosa che la spingeva a ritrarsi…Eppure non riusciva ad ascoltarla.
Improvvisamente quello che si era creato cessò. House spostò bruscamente la mano, per poi afferrare una forchetta. Cameron abbassò lo sguardo, da una parte sollevata e dall’altra turbata.
Dr H.: “Mi dispiace…Non so cosa mi sia preso….”
Dr C.: “No, figurati”
La serata procedette nel più assoluto silenzio. House pagò la cena e Cameron, anche se avrebbe voluto protestare, preferì stare zitta. Usirono insieme dal locale e si avvicinarono alla macchina. House estrasse le chiavi dalla tasca e premette un pulsante.
Dr C.: “No, aspetta…Mi va di stare qui…”
Così dicendo si appoggiò con le braccia alla ringhiera che affacciava sul resto della città.
House la seguì ed imitò la sua posizione, a poca distanza da lei.
Cameron spostò lentamente un ciuffo che le aveva fastidiosamente coperto l’occhio. House si trovò ad osservarla e capì che non sarebbe stato facile distogliere lo sguardo….Illuminata dalla fioca luce di un vicino lampione, con gli occhioni che luccicavano emozionati, Cameron era a dir poco bellissima….La sua pelle splendeva lucente e le sue labbra invitanti erano contratte in una smorfia rilassata. House notò che stava rabbrividendo, probabilmente a causa del freddo. Con fare delicato si tolse la giacca e gliela poggiò sulle spalle. Cameron, immersa nei suoi pensieri, si voltò stupita.
Dr C.: “Grazie…Chi l’avrebbe mai detto?”
Cameron sorrise, rendendo il suo viso delicato ancora più luminoso. House per un attimo smise di pensare e si abbandonò a quello che avrebbe dovuto fare molto tempo fa. Molto lentamente si avvicinò con la bocca a quella di Cameron. Non volava una mosca, si udivano solo i respiri affannati dei due medici. Stava per poggiare le labbra su quelle di Cameron, quando lei voltò la testa decisa. House cercò di trattenere la sua rabbia e la sua delusione.
Dr H.(sussurrando): “Perché?”
Cameron lo guardò intensamente, mentre una lacrima sbarazzina le solcava il viso. Poi, senza pensare alle conseguenze, si buttò fra le braccia di House, sommersa dai singhiozzi.



















Praticamente in mezzo alla strada, in una fresca serata di maggio, House teneva fra le braccia una fragile ragazza impaurita. Si sentiva molto a disagio, non si era mai trovato in una situazione del genere e non aveva la minima idea di come reagire. Delicatamente iniziò ad accarezzarle i capelli…Erano morbidi e sapevano di pulito. Improvvisamente Cameron, asciugandosi gli occhi, si allontanò da lui.
Dr C.: “Scusa…Non volevo….”
Dr H.: “Ti andrebbe di…parlarne??”
Subito dopo si pentì di quello che aveva detto, ma ormai era troppo tardi. Non era sicuro di volere conoscere la verità…
Cameron lo guardò a lungo negli occhi e poi, tirando su con il naso, acconsentì decisa.
Dr C.: “Si, ma non qui…Portami a casa…”
Così dicendo i due si infilarono in macchina ed House guidò silenziosamente verso l’abitazione. Arrivati, raggiunsero l’appartamento ed entrarono. Cameron fece cenno ad House di andare sul divano e lui la seguì. Cameron si avviò verso la cucina e poco dopo tornò con due bicchieri pieni fino all’orlo di vodka. House ne prese in mano uno, leggermente sorpreso.
Dr C.: “Che c’è?? Fidati, ci servirà..”
Detto questo, dopo aver bevuto un lungo sorso, tirò un sentito sospiro. Si chiese se stesse facendo la cosa giusta….Poteva veramente raccontare quella parte così privata della sua vita a quell’uomo? Non si era confidata con nessuno…Gli occhi azzurro scintillanti di lui, le diedero la risposta.
Dr C.: (con voce tremante)“Io….Ecco…Mi è successa una cosa terribile. E’ a causa di questo che….mi allontano sempre da chiunque….E’ che non ci riesco…”
House non stava capendo molto ma cercò di dare a vedere il contrario, non voleva che smettesse.
Dr C.: “Sabato sera…Ho subito…una violenza”
House strinse i pugni.
Dr H.:(distaccato) “Che tipo di violenza?”
Dr C.: “Dovevo essere sotto l’effetto di qualche droga, fortunatamente, perché non ricordo esattamente tutto….All’inizio non ricordavo praticamente nulla, ma man mano che passano i giorni mi vengono in mente pezzetti della scena…”
Una lacrima solitaria le solcò il volto, lacrima che presto avrebbe trovato compagnia.
House intanto si era alzato, incapace di restare seduto.
Dr H.: “Non si tratta di quello, vero Allison?”
Cameron rimase impassibile, i suoi occhi erano persi nel vuoto, completamente assenti.
Dr H.: “Allison ti prego…parla”
Niente, Cameron sembrava essersi isolata dal mondo reale.
House le si avvicinò e prese a scuoterle violentemente le spalle.
Dr H.:(urlando) “Dì qualcosa, dimmi che non è quello che penso io!!”
Cameron si strinse nelle spalle, scossa dai singhiozzi.
Dr C.:(sussurrando) “Non fare così ti prego….Se mi scuoti in questo modo mi dà fastidio…”
House si fermò immediatamente.
Dr H.:(più calmo) “Scusa…Non so cosa mi sia preso, davvero…”
Zoppicava senza bastone, avanti ed indietro tra la tv ed il divano.
Ad un certo punto, sostenendosi sulle ginocchia, si abbassò leggermente e prese con delicatezza le mani di Cameron.
Dr H.: “Allison, non possono averti…”
Con voce lievissima, difficile da sentire.
Dr C.: “Violentata…Si, ne sono stati capaci….”
Cameron lasciò le mani di House e con le sue si coprì il viso, piangendo.
House restò qualche minuto immobile, con gli occhi puntati su di lei. La testa cominciò ad esplodergli…No, non poteva essere. Non proprio a lei, la piccola fragile Allison a cui la vita aveva riservato miglia di sofferenze…Non era giusto. Non poteva essere accaduto. Come avevano potuto utilizzare la sua dolce crocerossina, per rendere più evidente il loro essere uomini??!Come avevano potuto violarla in quel modo, facendo crollare tutte le sue certezze e accrescendo i suoi timori??!Perchè era toccato ancora una volta a lei, essere distrutta?!Cercò di resistire, di controllarsi, per lei. Ma risultò eccessivamente difficile. Si alzò di scatto e tirò vari pugni al muro, oltre a sbattere violentemente il bastone sul pavimento.
Dr H.:(urlando) “Io non ci posso credere…Chi??!!Chi è il coglione figlio di puttana che ti fatto questo??!!!”
Ma Cameron non parlava. Non riusciva ad emettere suono. House si sfogò ancora un po’ e poi si sedette sul divano, pur sempre adirato. Si avvicinò leggermente a lei e le mise una mano sulla spalla.
Dr H.: “Allison…Devi solo dirmi…Chi è stato….”
Cameron alzò gli occhi e li puntò in quelli di lui. Un leggero sbavo di mascara le scendeva lungo le guance, le quali si erano arrossate per il troppo pianto. House notò, che nonostante tutto, Cameron riusciva ad essere sempre bellissima…E quella considerazione accrebbe ancora di più la sua ira.
Dr C. (dura): “Tu credi, che se l’avessi saputo….Non ho visto nulla House…Non ricordo neanche i particolari, per pura fortuna…La sensazione però è rimasta, e so che non mi abbandonerà mai. Non so chi sia stato a farmi questo…”
Dr H.: “Tu…L’hai detto a qualcuno in ospedale?”
Dr C.: “A chi avrei dovuto dirlo? Alla Cuddy? No, sarebbe stato terribile…Non sono ancora in grado di affrontare un discorso del genere né con lei, né con nessun altro. Il fatto di avertene parlato, mi sta distruggendo House…Ma dovevo dirlo a qualcuno e, fra tanti, tu sei l’unico che mi ispira veramente…fiducia”
House rimase colpito.
Dr H.: “Non hai neanche avvisato la polizia?”
Dr C.: “No…”
Dr H.: “Bene, chiamiamo subito…Quel bastardo sarà dentro in meno di 24 ore, vedrai”
Dr C.: “No…Non ce la faccio…Mi pare di avertelo già detto”
Dr H.: “Ma…devi…Come pensi di..”
Dr C.: “Non mi interessa trovare il colpevole, House..Non se questo implica dover raccontare a degli sconosciuti cosa mi hanno fatto”
House la guardò incredula, per poi alzarsi.
Dr H.: “Ma ti rendi conto di quello che stai dicendo? Colui che ti ha fatto questo merita di essere punito…”
Dr C.: “Cosa cambierebbe? Passando la sua vita dietro le sbarre, io mi sentirei forse meglio? Riuscirei a dimenticare tutto?”
House lasciò che ci fosse una pausa, prima di continuare a parlare.
Dr H.: “No. Ma vivresti meglio sapendo che quello stronzo sta pagando per quello che ha fatto…”
Dr C.: “Io…”
Non riuscì a terminare la frase, perché scossa da un forte tremore.
House avvertì una potente fitta allo stomaco. Come l’avevano ridotta?
Dr H.: “Io non sono di certo la persona adatta per gestire la situazione…”
Dr C.: “Te ne vuoi andare?”
Dr H.: “Sarebbe meglio per te?”
Cameron non fiatò. Dopo un po’ abbassò lo sguardo e sussurrò.
Dr C.: “Stammi vicino…”
House chiuse gli occhi per un istante e si decise a parlare.
Dr H.: “Bevi un altro po’ di vodka, io vado un attimo in bagno….”
Cameron acconsentì debolmente, e bevve un lungo sorso, ingoiando anche un cubetto di ghiaccio.
House attraversò lo stretto corridoio alla ricerca del bagno, finchè lo trovò. Entrò e si bagnò il viso con un forte getto di acqua fredda. Lasciò che le goccioline gelate scendessero lentamente nel lavandino….Cosa avrebbe dovuto fare in quel momento? Ad un tratto, tutto gli fu chiaro. Doveva semplicemente obbedirle, una volta tanto…L’unica cosa che poteva fare era starle vicino.

 
Top
17fede
view post Posted on 6/4/2007, 12:50




Ohhhhhhhhh :AngelStar12: Che teneri!!!! House che si preoccupa così per lei!!! Che si arrabbia così.....per poi arrivare all'apice con "stammi vicino.." bellissimo..... :WhiteHeart00:
 
Top
77 replies since 21/3/2007, 14:32   1217 views
  Share