| Nel tempo ho imparato a non giudicare mai "a scatola chiusa" e non do mai niente per scontato: l'idea del saggio filosofico mi ha incuriosito al punto che ho subito trovato e comprati il libro. Non è una furbata, ma autentico "cibo per la mente"...(12 euro veramente ben spesi) per un saggio che ho letto tutto d'un fiato ed in cui ho trovato spunti interessantissimi. Nessuna banalità, ma tanto studio e tanta passione verso un soggetto tanto atipico per quanto affascinante. Ai quattro Blitris: M. Cristina, Chiara, Simone e Daniela i miei complimenti e qualche riflessione personale. Non ho il vostro background e la vostra preparazione in materia filosofica ma mi lusinga il fatto di essere arrivata con il ragionamento e l'intuizione (anche, perchè no, l'amore) a tante delle vostre conclusioni e mi piace immensamente la struttura del libro, che ha "sezionato" come un attento patologo, il modo di pensare di House, partendo dall'analisi sul campo ovvero dagli episodi. Ho rilevato che avete citato i miei episodi preferiti che ho definito in varie occasioni, gli episodi chiave per arrivare a scoprire mente cuore di Gregory House. Episodi come il Pilot, Autopsy, Control, Son of coma guy, DNR, Maternity, Role Model, Deception, Sleeping dog lies... La "cosa", è stata la leva che mi ha irresistibilmente attratto verso l'analisi di House e mi ha fatto partorire varie elucubrazioni in giro per il web e sebbene avessi ormai sepolto le mie rimembranze filosofiche, è stata un'epifania riscoprire l'adorato Kierkegaard con il dovere assoluto verso l'altro assoluto ed associarle alla "perfetta imperfezione" di House come sono solita definirla. Mi è piaciuta e condivido appieno l'analisi del Vogler arc come cartina di tornasole circa la logica di House: House è un consequanzialista disonesto che non rispetta le regole, ma le inventa di volta in volta. Aggiungo solo che oltre al fascino della razionalità e delle deduzioni filosofiche legate al suo comportamento in campo medico, ciò che fa di House un personaggio veramente particolare è il suo "spessore" e la sua complessità caleidoscopica. La sua umana vulnerabilità che lo contraddistingue nel corpo e nella sfera emotiva...lo squilibrio della bellezza e del fascino (sempre più palesati via via nel corso della serie) accompagnati ad un andatura zoppicante e qui cito "La ferita ed il re" di T.G. Gallino- Gli archetipi femminili della cultura maschile:
"..un altro modo maschile e mitico di mostrarsi ciclici, non drammatico come la morte, in modo ugualmente vistoso e "magico" è stato quello di camminare zoppicando. L'andatura da zoppi in un mondo in cui camminare era un evento piano e senza scosse, poteva dare una sensazione di periodicità e di ciclicità che differenziava dai comuni mortali e ricordava inconsciamente certi fenomeni cosmici (si pensi ad esempio al movimento ritmico delle onde del mare, o anche del muoversi cadenzato delle ali degli uccelli, ora verso l'alto, ora verso il basso). L'uomo che zoppicava appariva, in modo alterno, alto o basso. Ora più vicino al cielo, ora più vicino alla terra. Spesso si appoggiava ad un bastone, che gli conferiva simbolicamente il potere del comando e lo faceva diventare, come nell'enigma che la Sfinge aveva posto ad Edipo, l'unico animale al mondo che cammina a tre gambe: diverso, forse anziano, ma anche più saggio e autorevole. Per questo tanti profeti reggenti maschi sono zoppi, per nascita o per una ferita al piede o all'anca. Il loro procedere ciclico o alternato può evocare infatti, in modo simbolico, la ciclicità femminile. per nascita (o perchè Zeus l'aveva scaraventato dall'Olimpo) era storpio e zoppo il greco Hefesto (Vulcano), capace di costruire armi magiche e meravigliose che rendevano invincibile chi le indossava. Il dio egizio Horus e l'eroe Edipo, che nella vita persero il primo un occhio ed il secondo la vista, zoppicavano dalla nascita. Horus era nato incompleto e storpio; Edipo, il cui nome significa "piede gonfio" zoppicava per le ferite al piede che il padre gli aveva procurato quando era nato....E Giacobbe zoppicò per sempre poichè aveva visto, come egli stesso disse, dio in faccia".
Se vorrete, miei cari Biltris, potremo trovare interessanti argomenti di discussione e vi indico a tal proposito il mio LJ il cui link compare nella firma, dove ho raccolto, in maniera più o meno organica, tutte le mie riflessioni sulla serie.
Grazie dell'ottimo lavoro e se passate da Ravenna e/o vicinanze per la presentazione del libro, fatemelo sapere: verrò volentieri.
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