| Puntata “parallela” che viaggia su due lunghezze d’onda. House da un lato ed il resto del mondo dall’altro.
Apparentemente una puntata evanescente, ricca solo di battute più o meno efficaci, ma con alcuni risvolti interessanti che ci offrono significativi spunti di riflessione.
Per la prima volta House si trova solo e fuori dal suo ambiente (stile adolescente, con gli ormoni a mille, a spasso per DisneyWorld) in missione segreta alla CIA e, dall’altra parte, il PPTH ed il resto dei personaggi che devono cavarsela da soli. Il risultato non mi ha entusiasmato, perché House buffone e bavoso non è certo l’House che prediligo. Ammetto che alcune battute sono ottime e spassose, ma limitare House a questo, lo trovo personalmente riduttivo.
La mia scena preferita è stata la telefonata con Wilson (il lato “leggero” di Wilson, meno volgare, lo adoro) che ha strizzato l’occhiolino a “The American President” nella scena in cui Annette Bening non crede che a chiamarla sia proprio il Presidente degli Stati Uniti (Michael Douglas) e quindi lo chiama lei stessa alla Casa Bianca. Wilson terrorizzato dal fatto che la CIA possa avere dossier anche sugli amici di House è forse sintomatico? Che ci potrebbe nascondere Wilson che ci tiene a precisare di non essere mai stato in Afghanistan?
House e la CIA….scettico e diffidente all’inizio, ma di certo curioso se riesce a salire le scale quasi atleticamente (considerato il suo stato) per arrivare sul tetto. Finora sulle scale House aveva arrancato (pensiamo al drammatico confronto con Mark…qui invece le fa di corsa..) ma la CIA fa questo ed altro, checchè House la sminuisca e la disprezzi…bah…
Dall’elicottero in poi House diventa adolescente (la suoneria del telefono: loooollllll) si diverte come un pazzo, trova una dottoressa attraente, un caso anomalo, un collega da ridicolizzare. Francamente trovo un po’ patetico House cascamorto con donne della metà dei suoi anni, scene già viste e prive di originalità e d’interesse: mi piacerebbe che gli autori si concentrassero su qualcos’altro di un po’ più…profondo?
House e Foreman:similitudini e differenze in parallelo. Foreman è un bravo medico e tiene per tutto l’episodio lo stesso comportamento di House. Quello che gli manca è autostima e l’autorità per essere leader. House tenta, sbaglia, non demorde e arriva alla fine (dotato di una cultura omnicomprensiva a 360°) vincente. Foreman era vincente fin dall’inizio, ma non ha avuto abbastanza polso da essere la vera guida del team. Foreman, come House, vuole salvare la vita della paziente ed ha ragione quando dice che i ducklings in realtà pensano solo a fare una buona impressione. Foreman, come House, è stato fuorviato da un idiota. L’idiota di House (agente CIA) ha mentito sul Brasile, mentre l’idiota di Foreman ha avvelenato la paziente.
L’idiota di Foreman, ovvero il medico senza frontiere…non mi aveva mai convinto, non c’era con la testa, ma non c’entrava la sua vita privata, solo la sua ossessione…non lo chiamerei pazzo, ma idealista e ossessivamente animato dalla sua vera vocazione… frustrato forse dall’avere visto troppe morti o malattie causate dalla povertà e dalle assurde distorsioni del nostro mondo dove le risorse sono distribuite iniquamente e dove la ricerca fila di pari passo con il business.
Ha usato una paziente unicamente per i suoi scopi, ma non è quello che fece House in Deception (season2)? House non creò deliberatamente i sintomi per fare valere la propria teoria (che poi si rivelò sbagliata) di fronte al suo team?
Perché quindi dovremmo condannare questo medico e assolvere House?
Perché malgrado anche House sia ossessionato dal proprio lavoro, non perde mai di vista l’obiettivo primario: salvare la vita del suo paziente, contro tutto e contro tutti, con ogni mezzo ed a qualunque costo. Quando House si occupa di un caso niente altro conta. Solo il presente. E’ una battaglia a due. E’ l’IperEtica, il Dovere Assoluto di cui fa menzione Blitris nella Filosofia di House. Il fine giustifica i mezzi, perché qui il fine è guarire la malattia. La lealtà è rapportata alla finalità dell’intento.
L’altro medico, ossessionato da un ideale, strumentalizza la paziente per i propri scopi, che a questo livello si snaturano e perdono tutta la loro nobiltà, in quanto si interpongono con la salute della paziente, dal momento che arriva ad avvelenarla. A lui non importa niente della vita della paziente. In questo caso il fine non giustifica i mezzi, perché viene tradito il paziente. Non c’è lealtà perché la finalità dell’intento è la ricerca e non la guarigione della paziente. E tanto mento alcun tipo di etica.
Dei ducklings salvo in questo episodio il 6/9 che voleva mentire e trovare un sostituto di House con un bastone e che mi è veramente simpatico. Gli altri decisamente in secondo piano.
Gli ex ducklings: Foreman ossessionato dal non essere House deve imparare ad avere più fiducia in se stesso, mentre Cameron, che vacilla sempre tra maturità ed immaturità deve imparare a scrollarsi di dosso l’ombra di House. Chase docet. Chase è veramente un uomo ed un medico equilibrato, l’unico cresciuto che ha veramente imparato facendo tesoro dei tre anni passati con House.
Una lode particolare alla Cuddy che conosce House meglio di chiunque altro e che non si lascia abbindolare dalla ridicola scusa del figlioletto del riccone di Long Island (molto più probabile a questo punto la CIA) né dal fatto che “riesca ad uccidere un uomo con il suo pollice” cone la doc della CIA.. “E chi non ne è capace?” Cuddy una donna, un mito….
A proposito della Doc….delizioso l’imbarazzo di House di fronte agli effetti delle sue parole e delle sue azioni…Per ora lei non ha accettato di condividerne il letto (anche se questo non sembrava averlo poi entusiasmato), ma solo il lavoro…si è licenziata e si presenterà in clinica il lunedì. Lei aveva mentito sul fatto che stesse bene alla CIA, ma non ha pensato che anche House potesse mentire sulla sua reale offerta? Eloquente lo sguardo di House: sarà interessante lo sbroglio della matassa. Che s’inventerà adesso?
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