| La Jacobs aveva ragione: gli autori hanno saputo stupirci... senza effetti speciali, ma con un episodio intenso, delizioso, di forte impatto emotivo, in cui regna un piacevole equilibrio dramma/commedia che ci regala momenti davvero emozionanti, tra lacrime e sorrisi, tra conferme e sorprese, tra sogni e speranze, tra desiderio e realtà.
L'atmosfera ricorda molto la prima stagione: caso medico interessante, protagonista problematica, dialoghi profondamente significativi, toni alleggeriti dal clinic duty, con al centro un House senza eccessi, ma dalle mille sfacettature.
Tanti temi, tante situazioni, tanti protagonisti: il tutto amalgamato, presentato, sviscerato e risolto (o meglio non risolto) secondo la migliore tradizione della House's philosophy, che qui viene ribadita, confermata, contestata, ma anche arricchita di qualche particolare.
Per godere appieno dell'episodio occorre andare oltre le "apparenze", oltre lo shipping, oltre il caso clinico e cercare di cogliere quello che c'è dietro, suggerito in questo episodio, dai dialoghi che denotano uno script particolarmente curato e ricco di spunti interessanti.
Nell'episodio natalizio della quinta stagione, tutti sono protagonisti eccetto Cameron (a cui è stata riservata a mo' di contentino, una sola battuta in coda all'episodio) e ciascun personaggio è portatore di un messaggio particolare...il Natale può essere un momento di riflessione e se non di gioia, almeno di serenità interiore, se si cerca di fare chiarezza in noi stessi, e se si cerca di superare la barriera (talora insormontabile) del nostro egoismo, che non ci permette di vedere oltre il nostro naso e di aprirci verso gli altri, se non altro per chiedere aiuto o per tendere una mano...
Questo purtroppo è il dramma di Natalie, la potw....che pena e che compassione per quella ragazza che si è rovinata la vita, in nome delle effimere leggi dello stupido gregge....apparenza , apparenza e apparenza: l'inseguimento dei canoni standard della bellezza dei teen ager unito al rifiuto del branco ha portato Natalie all'alcolismo, all'autodistruzione, alla morte...Natalie non aveva occhi e orecchie che non per i diktat degli stupidi amici: un'intelligenza offuscata dalla debolezza, dalla mancata ribellione, da un sano egoismo inteso come istinto di pura conservazione..una vita stroncata dall'effimero in nome del niente....che tristezza per i ragazzi, prigionieri di un mondo vuoto, meri riflessi di specchi deformanti, incapaci di distinguere il bene dal male, il giusto dall'ingiusto, lo scherzo dalla crudeltà gratuita...ma alla fine ha ragione Kutner: sono solo ragazzi....e speriamo che migliorino crescendo, come ha fatto Kutner...già..Kutner..che non finisce di stupirmi....non era una vittima, ma un bullo e ora, da adulto, senza secondi fini, ma solo per senso di giustizia, va a scusarsi con la sua vittima del liceo...per questi gesti non è mai troppo tardi ed accende una speranza per i compagni di Natalie.
E continua a stupirmi anche Chase, sempre più maturo e sempre più stupendo: come è cresciuto da Heavy, dove anche lui, allora, giudicava sulla base delle apparenze...ora invece sforna pillole di saggezza e dà lezioni di vita.
Che tristezza per tutti i genitori che hanno comunque contribuito alla costruzione di questa vuota società...e pensare che a Natalie, per non morire, sarebbe bastato aprirsi almeno un po' con la famiglia e trovare la forza di credere in se stessa, stringendo i denti per superare una fase critica della sua vita...anche se sappiamo tutti quanto sia difficile a quell'età avere un rapporto equilibrato con i genitori....anche se è vero che se non siamo noi a voler uscire dal tunnel con tutte le nostre forze, ogni tentativo esterno di aiuto sarà vano....
E' straziante pensare al parto di Natalie in quel luogo squallido, tetro e sporco...sola, impaurita, dolorante depressa, disperata.. con una bimba nata e creduta morta, abbandonata al proprio destino...è doppiamente straziante pensare a Natalie che torna a casa facendo finta di niente...come se non fosse successo...d'altra parte la sua creatura sta lottando disperatamente per la vita, aiutata da una coppia di barboni che si prendono cura di lei, come meglio possono in quella circostanza...un piccolo miracolo è compiuto...a volte accade...anche grazie a Cuddy, al suo istinto, alla sua tenacia e alla sua epifania...il caso si risolve e Natalie avrà almeno la consolazione di morire vedendo la sua creatura...con il sollievo di lasciare qualcosa di buono, una traccia di sè e con l'amara consapevolezza di ciò che sarebbe potuto essere...
Ed il destino cosa riserverà alla piccola neonata? Per ora il calore e l'amore infinito della sua salvatrice, una Cuddy estasiata e senza parole, dagli occhi scintillanti che non vedono che la piccola...non esiste altro per lei in questo momento ed è naturale... quando si ha sviluppato un tale e incontenibile istinto materno tutte le forze, le risorse, le attenzioni ed i pensieri sono focalizzati sul bambino...niente e nessuno può contro quell'istinto (nemmeno House) di fronte al quale, anche lui, saggiamente si fa da parte....Non credo di avere mai amato House come nella scena del "Merry Christmas Cuddy"...perfetta...quell'augurio unito a quello sguardo e a quel sorriso-nonsorriso, con l'uscita di scena sono il più bel regalo che House potesse fare a Cuddy....Cuddy ha (per il momento) quello che voleva e deve essere libera di goderne appieno...in questo momento non c'è posto per House....lui lo sa e in quell'espressione (che farebbe sciogliere l'antartico) c'è tutto, ma io vedo sopra ogni cosa tenerezza e rispetto, per lei, per i suoi desideri... ma anche timore e paura...che lei s'illuda e si faccia male di nuovo...probabile (quasi certo)...se al momento i nonni sono sconvolti, non tarderà il momento in cui, legittimamente, cambieranno idea: i legami di sangue sono legami di sangue....quasi impossibile sottrarsi al richiamo specie in una simile situazione....
l'altruismo e l'abnegazione di Cuddy lo hanno colpito al punto di fargli fare un passo indietro e per House non è poco, direi quasi una celata dichiarazione d'amore...
Grazie a Dio, o meglio, agli Autori, in questo episodio così denso di emozioni, troviamo anche il tempo di godere del flirt Huddy (più di House che di Cuddy stavolta, presa com'è dal caso) con House curioso dell'attaccamento di Cuddy alla paziente e con quei battibecchi tra i due che, dall'episodio precedente, ci ricordano tanto quelli del Pilot e di Occam's Razor...
Troviamo anche il tempo di sorridere con la clinic...House stile dr. Kildare è veramente strabiliante (come le espressioni di Hugh Laurie) e la sua finta buona azione a fin di bene, per vincere la scommessa con Wilson, un vero colpo di genio....
Anche il colloquio con Wilson in mensa ci riconferma quanto bizzarro sia House, che per un anno lascia incartato il regalo dell'amico più caro: scortese, perchè non è carino nei confronti dell'amico, ma significativo del fatto che House non tiene alle cose o meglio non misura quello che prova con gli oggetti, che a quanto pare non scatenano la sua curiosità, come invece le persone...
House a disagio con il Natale? Si e no... ma lui non ha tutti i torti: a parte l'atmosfera, le luci d'effetto ecc...dovrebbe contare quello che c'è dentro di noi, quotidianamente...invece siamo un po' tutti ipocriti durante le feste: buoni solo a Natale....pieni di attenzione solo a Natale...generosi solo a Natale...sarà, ma a parte la magia tutta speciale che aleggia intorno ai bambini e quindi l'atmosfera particolare, generata dalle loro aspettative e dall'attesa di eventi portentosi come l'arrivo di Babbo Natale (e se sono vittima del consumismo non è colpa loro) anch'io sto diventando insofferente di fronte alla dilagante ipocrisia che ci contraddistingue...
Il nuovo team, il finto regalo e Wilson: una vera goduria: vedere House per qualche secondo preso in contropiede dai nuovi paperi, rimanere interdetto di fronte alle allusioni e alle frecciatine sull'amore che deve essere libero di librare nell'aere è stato.... delizioso...bravi i neopaperotti e impensabile una simile scena con il vecchio team: il nuovo trio con la sua ironia, mi piace sempre di più.
Thirteen e Foreman che dire....un sette e mezzo anche a loro... e mi piace vedere Foreman un po' meno inc@zz@to con il mondo, così come il meraviglioso sorriso di Thirteen...ed è anche ora che Foreman si differenzi, com'è giusto, da House: la verità a mio modestissimo parere sta nel mezzo, ovvero: un medico non deve vedere i pazienti come soli numeri, nè deve essere troppo coinvolto, perchè allora perderebbe di obiettività: i medici sono esseri umani, soggetti a sbagliare, che devono comunque trovare il loro approccio, legato alla loro natura, alla loro formazione ed alla loro sensibilità..
Foreman non è House e ne siamo contenti, così come House è House e non potremmo essere più contenti...Joy to the world and Merry Christmas, House...chissà cosa ci riserverà il nuovo anno...
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