Daniel. Un uomo. Un prete. Stanco. Solo. Nello squallore della sua casa regnano alcool, sigarette e disperazione. Non per aver perso la fede, ma per aver perso se stesso. Danny fa del bene, ma non ne è affatto gratificato. Quando bussano alla porta la prima volta accoglie il barbone , ma è provato, esausto.
Poco più tardi, quando bussano di nuovo, Danny apre la porta, anche un po’ scocciato e si trova davanti Gesù, levitante, con le stimmate e la corona di spine…”Non è divertente” dice Daniel, ma Gesù risponde: “Vedi qualcuno ridere per caso?”.
No, non c’è nulla da ridere, né riguardo la sofferenza di Gesù, né riguardo quella di Danny. Quella visione (che ognuno ovviamente è libero d’interpretare) rappresenta la ricerca d’aiuto di Danny e paradossalmente, grazie alle “magiche coincidenze” che caratterizzano le nostre esistenze, finirà per diventare, grazie anche al diffidente House, la salvezza spirituale di Danny.
Gesù è la sua coscienza che riaffiora e che prepotentemente si sta ribellando ad un destino momentaneamente avverso.
La porta bussa….si cerca d’ignorarla, ma si deve aprire.
Danny non è poi molto sorpreso, è come se l’incontro lo aspettasse davvero prima o poi…è come la resa dei conti annunciata e l’espressione di Danny è proprio quella del “Ci siamo”. Gesù è andato in suo soccorso, chiedendogli aiuto.
Danny ha aperto la porta ed è il primo passo verso la salvezza, per risalire dall’abisso.
Metto sotto spoiler la mia scomoda concezione di fede, che non vuole innescare una discussione OT
Ammetto di avere anch’io, a mio modo, problemi di fede, o meglio, di rapporti con la Chiesa Cattolica(e con le religioni in genere), che credo rappresenti vergognosamente la parola di Dio. L’esempio di Eluana Englaro è solo l’ultimo di una serie di orrori, dopo le Crociate, i roghi, il trattamento riservato alla scienza (pensiamo a Galileo) e agli omosessuali, dopo la posizione ufficiale sul fascismo, l’olocausto, i diritti delle donne in materia di controllo delle nascite, l’aborto, il divorzio ecc…esempi che dimostrano che la Chiesa non è mai stata al passo con i tempi, mirando principalmente a salvaguardare il proprio tornaconto e le proprie “umane” leggi, spacciate per verbo di Cristo. Per quanto mi riguarda, la Chiesa è uno Stato che fa becera politica, ammansendo le folle come se si trattasse di pecore, intorpidendone le menti, con la scusa di rappresentare Dio in terra: il che per me equivale a bestemmiare.
Cionondimeno, apprezzo sinceramente ed ammiro i preti francescani, i missionari e tutti i sacerdoti che seguono e praticano il Vangelo, pur sottostando alle leggi della Chiesa e considero loro i veri testimoni di Cristo, unitamente alle persone laiche, atee, agnostiche o di qualsiasi altra religione che seguono una morale disinteressata, che si concretizza nel rispetto del prossimo, nella pietà, nell’amore. Poco importa che il nostro Dio si chiami Allah, Jahvè, Buddha o che so io, ciò che conta è il nostro rigore morale: è andare a letto con la consapevolezza di non avere fatto deliberatamente del male e poter guardare i nostri figli negli occhi, affinchè loro possano a loro volta riconoscersi in noi, guardare il nostro cuore, attingendo amore e saldi principi e possano affrontare la vita a testa alta. Importa avere un rapporto sincero e leale con la propria coscienza, guardarsi dentro, essere obiettivi e dare il meglio di noi stessi. Non importano le certezze, perché considero emeriti idioti, coloro che sanno sempre e comunque cosa-come-quando fare la cosa giusta. Sono scettica di fronte alla perfezione ma piena d’adorazione per chi affronta il proprio percorso con rettitudine e senza demordere, pur con alti e bassi. La perfezione non è di questo mondo e averne la consapevolezza è già un bel traguardo.
Danny arriva al Princeton, in piena crisi esistenziale e per giunta la sua malattia viene sottovalutata da tutti. Viene giudicato un alcolizzato visionario ed il suo caso viene preso in carico da House solo come scusa per distrarre Taub e Kutner dal 14Affair, che ha, a detta di House, rotto l’equilibrio della squadra: per cui Latte e Cioccolato dovranno scegliere: House o l’amore.
Danny ha perduto oltre che la fede, anche la sua bussola esistenziale, sporcato dalle accuse atroci di pedofilia, trasferito dalla Chiesa (che preferisce sempre allontanare i problemi e mai risolverli se, come in questo caso, potrebbero nuocere alla propria immagine) da una parrocchia all’altra, consapevole di essere additato e giudicato a priori, pur proclamandosi innocente. Danny non ha parole di odio né è pieno di risentimento: è semplicemente fuori sintonia con se stesso ed il suo ruolo nel mondo, abbandonato da tutti dalla fede e da Dio stesso.
Il caso di Danny, per House, diventa così lo spunto per un’ennesima riflessione sul concetto di fede, nonché una sfida irresistibile contro un avversario non comune.
Danny non ha credo, è un uomo senza speranza, senza illusioni, senza futuro. Nessuno crede che sia vergine, data l’accusa infamante subita. Nessuno crede che stai male.
Ma Danny non finge.
Danny non è un bugiardo. Danny non ha L’AIDS. Danny non è un pedofilo.
Il team si è fermato alle apparenze e deve ricredersi: Danny è malato e per la sua triste visione di Dio e del mondo affascina House, che lo stuzzica e lo testa, ma Danny è un duro. Danny è un puro. Danny doesn’t lie. E’ l’eccezione alla regola. Danny ha capito che House ha un bisogno disperato di credere, è un’ipocrita al pari dei suoi simili e la ragione è semplice: House vorrebbe credere. Vorrebbe essere smentito nelle sue certezze almeno una volta. Perché la realtà non basta. La ragione non basta. Saremmo aridi se ragionassimo solo con il cervello e non con il cuore. House questo cerca: le ragioni del suo cuore. Questo spinge House a mettere le dita nella corrente in 97 seconds: avrebbe voluto vedere la luce…
Il caso si svela perché l’allucinazione non è un allucinazione, che non è quindi un sintomo. Cos’è allora? Truth is Truth, dice House. E’ la Verità di Danny. Scotch o coincidenza? Le coincidenze capitano, ma….quando si sommano, sono così magiche e significative forse, dico forse, ci svelano che non esiste solo ragione…esiste anche il cuore, il motore del mondo….quando le coincidenze sono tante forse ha ragione Einstein, sono il modo, per Dio, di rimanere nell’anonimato..ed è bellissimo che la citazione su Dio da parte di uno scienziato venga fatta da un prete.
Nel frattempo vediamo Cuddy e House trattare sul battesimo di Rachel. Cuddy e House, ovvero lo strano caso di due rette parallele che a dispetto della geometria talvolta si intersecano, ma che non possono sfidare le leggi di natura, per cui il loro destino è il parallelismo, seppur “talvolta incrociato”.
Quest’incasinatissimo pensiero è quello che mi fa venire in mente la relazione House Cuddy, che ogni volta ci lascia stupiti….Dunque lei lo invita, perché lui non vada, lui lo intuisce, lei nega e con gli occhi da cerbiatta lo invita sinceramente; House allora accetta, perché avverte il giochetto di Cuddy e Wilson gioca la parte della pallina in una partita di tennis. Cuddy poi dice la verità: non vuole qualcuno che gli rovini la festa ed allora House decide di non andare. Questo dicono le parole e le loro schermaglie. Ma il cuore? House non andrà e suonerà la sua triste serenata, struggente, malinconica, accarezzando il piano con un motivo jewishblues, in onore di Rachel, Cuddy festeggerà, con un angolino di cuore triste perché in realtà lo vorrebbe lì con lei…Cuddy e House si meritano, ha ragione Wilson, ma proprio per questo, paradossalmente si allontanano..entrambi hanno bisogno di certezze che non sanno trovare in se stessi e quindi sono incapaci di dare…due calamite ma posizionate al contrario…
14…adorabili, sono una coppia che parla e si confronta; che lotta; che prende delle decisioni. Un cinque ad House per l’ultimatum ed un cinque a Cuddy per non concedere le raccomandazioni a Foreman. Cuddy è saggia, ma ha sempre coperto House e le sue più squallide nefandezze, negare una mano a Foreman si giustifica solo se, come penso, abbia lo scopo di scuotere Foreman, costringendolo a lottare per il posto. I due lottano e architettano una strategia che li porta ad avere la meglio su House: insieme ed uniti per dimostrare ad House che non lo sono affatto…geniali e mefistofelici: degni del loro maestro….che forse ha capito o forse no, ma poco importa..
Kutner delicato e positivo, ha spesso la risposta giusta, perché non ha preconcetti. E’ un cavaliere senza macchia e senza paura. La luce che fa da contrappasso a Taub, pieno di ombre, offuscato dal pessimismo, ma curioso…e la sua curiosità lo porta alla verità: sarà lo strumento per rendere giustizia a Danny, suo malgrado e malgrado la sua diffidenza. Cameron che dà un consiglio puro e disinteressato a Cuddy è la Cameron che riconosco nella sua primigenia essenza ed è quello che dovrebbe ritornare. Plauso al paziente, al°1 posto in assoluto nella mia lista personale dei preferiti e un grazie sentito agli autori. House è una serie che fa la differenza. Hugh Laurie è un attore di razza e un artista poliedrico, dalle doti meravigliose...la scena del piano ci rimarrà nel cuore come la serenata a Cuddy.
Edited by Thinkpink - 18/2/2009, 21:08