| Doris Egan: una donna che parla di uomini e di amicizia come solo una donna può fare...una simile sensibilità è appannaggio esclusivo dell'universo femminile e lo dico in modo brutalmente sincero, violando il social contract... The Social Contract ovvero i filtri, gli orpelli, i freni necessari per impostare amori, amicizie, relazioni, matrimoni e i rapporti con gli altri esseri umani in generale. Buona educazione , rispetto, delicatezza nei riguardi degli altrui sentimenti o anche solo convenienza personale, ci portano a filtrare i nostri veri pensieri, se non a ometterli o a negarli addirittura...così è impostato il rapporto convenzionale tra esseri umani. Fanno eccezione i rapporti tra bambini, i rapporti uomo-animale e animale-animale. Nel primo caso, e parlo della prima infanzia, i bambini sono ancora "tabula rasa", privi per lo più della schiavitù di schemi mentali e regole sociali che di lì a poco giocoforza apprenderanno e quindi sanno essere diretti, brutalmente sinceri al limite della crudeltà. Le bugie dei bambini servono solo per coprire misfatti o per ricevere un vantaggio: il fine è puramente egoistico e mira al proprio tornaconto, non esistono bugie "altruistiche" nei bambini e la loro gentilezza e delicatezza è quindi chiaramente sincera, non di maniera. Nel rapporto uomo animale è chiaro: l'uomo può rivelarsi per quello che è, perchè sa di potersi fidare e sa che non riceverà altro che puro istinto. Gli animali sono semplici e le loro regole mirano all'essenziale: istinti primari da soddisfare e regole sociali chiare dove vince il più forte e dove ciascuno accetta con lucida consapevolezza il ruolo fatalmente impostogli dalla natura. L'homo sapiens adulto invece è molto più complicato, subdolo e diplomatico: doti senza le quali la vita sarebbe una bolgia infernale. Il contratto sociale rappresenta la nostra maschera che se da un lato ci limita, dall'altro ci rende liberi.... L'imperfetta coincidenza tra parole ed azioni: ricordate Words and Deeds, ovvero la fine del Tritter arc (season 3) ? Qui si affronta lo stesso tema, in maniera meno drammatica da un'altra angolazione. Everybody lies. Ormai è assodato che non sempre la verità è la scelta più appropriata, che la vita è fatta di compromessi e che anche l'anarchico House capitola di fronte a tale postulato, perchè se è vero che lui talvolta sa essere spudoratamente sincero al limite della crudeltà, è altrettanto vero che House è capace di mentire per salvare i suoi pazienti in maniera non ortodossa, Inoltre House non disdegna le bugie degli altri, quando e se, soprattutto, sono utili al suo tornaconto e riescono a tirarlo fuori dai guai...Contratto sociale significa che poichè viviamo in un contesto pluralistico, dobbiamo sottostare a determinati compromessi per avere una vita decente e continuare ad esercitare la nostra libertà d'azione: se House da un certo punto di vista, potrebbe sembrare l'eccezione alla regola, in realtà non è affatto così. House gode da privilegiato del contratto sociale: lui può operare da cane sciolto, perchè è messo nella condizione di poterlo fare indisturbato, dal momento che ci sono Wilson, ma soprattutto Cuddy che lo proteggono. In realtà è molto facile il suo ruolo sociale di "ribelle", perchè giocato senza correre alcun rischio effettivo. House non paga mai le conseguenze delle sue follie (pensiamo sempre a Words and Deeds o alla fine del Vogler arc): c'è sempre in extremis la Fata Turchina che lo salva. L'unica, vera, eccezione al contratto sociale è rappresentata dal rapporto più importante e direi portante della serie, che è quello House Wilson: diretto, impietoso, talvolta difficile ed ingombrante da gestire, ma assolutamente svincolato da ogni regola ....capace di sopravvivere a verità crude, a comportamenti subdoli e a pause doverose , a tentativi di fuga e di ricerca della solitudine...Un rapporto così importante da essere considerato a ragione una perla rara: un'amicizia incondizionata, profonda e realistica capace di equilibrare i caratteri così diversi, ma complementari di Wilson e House....un rifugio sicuro e una coscienza per House e una boccata di realtà e crudo cinismo per Wilson, con la certezza che il doppio nodo dell'amicizia non si scioglierà mai tra loro. Pieno di inibizioni, al limite del masochismo è invece il rapporto House Cuddy, dove abbiamo potuto riscontrare che l'implicito, il non volutamente detto. per timore di farsi male, ha il sopravvento, quasi sempre, sull'istinto e sui veri sentimenti, abilmente e reciprocamente celati da entrambi...Bellissima e significativa la scena nella sala della risonanza, dove House ha approfittato della mancanza di inibizioni del paziente per fare una corte spudorata a Cuddy per via indiretta, corte che lei accetta compiaciuta, senza però farlo trasparire: è corteggiamento puro secondo le leggi del contratto sociale, dove entrambi giocano un ruolo preciso e codificato. Ipocrita quindi il giudizio iniziale di House sul paziente e calzante il paragone di Harry Potter formulato dall' adorabile Kutner: siamo quello che vogliamo essere, per nostra scelta, perchè nostro malgrado dobbiamo con-vivere e la differenza tra House da una parte ed il resto del mondo dall'altra, io la vedo qui: la maggioranza di noi tende ad aprirsi agli altri, aiutare o per essere aiutati, celando pensieri scomodi o sconvenienti, mentre House allontana deliberatamente il prossimo, innalzando barriere insormontabili...c'è chi cerca di abbattere le barrire e chi le innalza, ma nessuno è migliore dell'altro, semmai House, è soltanto più solo ed infelice (Wilson's lex) e consapevole di questo, House non può che acconsentire alla richiesta di Nick, che rivuole la sua vita e la sua famiglia. In nome del contratto sociale, House quindi si espone per Nick , e nella scena dello spogliatoio con Chase, ci mostra quanto poi non sia in realtà troppo a suo agio nei panni dello stro@nzo diverso che si è cucito addosso come corazza e a volte ne sente palesemente il peso...Per fortuna che c'è Wilson. E a proposito di Wilson: non è sua la colpa delle condizioni del fratello. Non servono i sensi di colpa. Per fortuna c'è chi glielo ricorda. Per fortuna che c'è House.
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