House, Nolan & Lydia...
In Nolan House trova per la prima volta un degno antagonista alla sua altezza.
Uno psichiatra.Un uomo professionalmente preparato che, al fine di dipanare la complicata matassa, gestisce il suo rapporto con House con perizia, lealtà, fermezza ed umanità. Nolan sorride e non alza mai la voce. Nolan è furbo e cocciuto come House ma, dato il suo ruolo, lo stato psichico e mentale di House, non solo gli tiene testa, ma lo prende per mano verso la strada della consapevolezza di sé.
Nolan è un personaggio positivo e, a parte il fatto affatto trascurabile che è uno psichiatra, è l’unico essere umano, estraneo alla sua solita cerchia di amici, che è riuscito veramente ad avere un’influenza positiva su House. Grazie a Nolan, House ha superato una brutta fase della sua vita da solo, senza barare e senza l’aiuto di Wilson e Cuddy.
House sembra finalmente accettare i suoi limiti e le sue emozioni, impara a fidarsi di altri essere umani e ad affrontare le conseguenze delle sue azioni. Questa è la prima volta. Più volte nel corso della serie ha affrontato travagliate peripezie e affrontato “nemici”, ma, tutte le volte, non è stato in grado di gestire da solo le situazioni, o meglio: le conseguenze delle sue azioni.
Con Vogler abbiamo la cartina di tornasole che House non è un giusto nel senso oggettivo del termine, ma un egocentrico egoista con una propria ed unica morale: al solo fine di non piegarsi al sistema, ha fatto perdere al PPTH 100 milioni di dollari ed avrebbe fatto perdere il posto a Wilson se Cuddy non fosse intervenuta. D’effetto certamente il suo discorso, perchè è facile agire quando ci si sente intoccabili e ancor più facile quando si lascia pagare ad altri il prezzo delle proprie azioni. Il discorso di House sarebbe stato nobile se accompagnato dalle dimissioni, ma così non è stato.
Con Tritter accade la stessa cosa: è odioso certo il poliziotto ed animato da vendetta, più che da senso di giustizia, ma Tritter aveva visto giusto e non aveva tutti i torti nel giudicare House un drogato, potenzialmente pericoloso: se non ci fosse stato Chase, House avrebbe mutilato per niente la bambina di Finding Judas e se non ci fosse stata Cuddy, con la sua falsa testimonianza, sarebbe finito in carcere o in una clinica psichiatrica….Era solo questione di tempo, ma prima o poi House doveva fare i conti con se stesso e non affidare più al vicodin l’esclusiva delle sue vere emozioni.
E il momento arriva quando House capisce di non poter più gestire autonomamente la propria vita, quando le allucinazioni prendono il sopravvento e creano per House una finta realtà parallela, che all’inizio si illude di poter gestire, ma che poi, in maniera scioccante prende il sopravvento…Credo personalmente che le morti di Amber, Kutner e del padre c’entrino solo come fattori scatenanti, ma che la parabola discendente di House sia iniziata con la sbornia che ha trascinato Amber in quel bar…il malessere ingestibile è iniziato lì e da lì l’entrata nel tunnel che ha fatto precipitare le cose.
Il vero problema di House non è tanto l’accettazione della morte e l’impotenza di fronte ad essa, come qualcuno ha ravvisato, riferendosi alle parole di Nolan riguardo Amber, Kutner e il padre, quanto ciò che è rimasto in sospeso con la loro morte: riguardo Amber, gioca un ruolo fondamentale il suo senso di colpa per l’averla trascinata in quel bar; riguardo a Kutner, House non si perdona di non avere capito chi realmente fosse e non avere ravvisato alcun segnale del suicidio…per il padre credo sia decisivo il fatto di non avere mai avuto un confronto chiarificatore.
House, da scienziato non ha mai avuto problema ad accettare la morte in sé. Le sfide che tanto ci appassionano vedono House antagonista delle malattie; House è il genio della diagnostica e i suoi nemici sono le patologie, non la morte. La morte può essere il fatale epilogo delle errate o mancate o tardive diagnosi, ma è da mettere in conto e House, da uomo di scienza lo sa. Il drammatico confronto House Nolan al capezzale del padre di quest’ultimo ci mostra i due uomini finalmente alla pari: Nolan non è più il medico di House, ma un uomo accanto al padre morente, che vuole un ultimo parere, ma che più semplicemente si mette a nudo davanti ad House. Sono un uomo di fronte ad un uomo: due uomini che stanno soffrendo per motivi diversi e condividono una stessa stanza. Nolan si mostra preda delle sue emozioni e non se ne vergogna….con l’impatto di un’anima messa a nudo House allora mette da parte il cinismo e assimila la lezione. Non si deve avere paura di mostrarsi per quello che si è e di affrontare consapevolmente le proprie emozioni. Il baratro che ha ingoiato House gli deriva dal suo sentimento di inadeguatezza come essere umano,dalla sua mancata realizzazione come uomo, in termini di sentimenti, emozioni e rapporti umani, che la sua misantropia gli ha sempre impedito di fare emergere. Cinismo e diffidenza lo hanno imprigionato e Nolan insegna ad House, anche con la sua vicenda personale a liberarsi dalle catene.
La vicenda di Freedom Master riporta House alla dura realtà: House non è dio e non sempre il fine giustifica i mezzi, non sempre sovvertire le regole paga: House è un uomo come tutti, con un dono particolare e intuizioni geniali, ma è un uomo che sbaglia, che non deve aver paura di ammetterlo e che non deve aver paura di amare…..
House non sbaglia però nel vedere quello che nessun altro vede e sentire quello che nessun altro sente….il carillon che sblocca la cognata di Lydia….il superpotere di Freedom Master in certo qual modo esiste…House, grazie ad un paziente e alla sua famosa empatia, ritrova il suo tocco….la magia di House avvolge anche il Mayfield.... e per la prima volta House uomo e paziente diventa comunque un esempio positivo (valga per tutti il dolce ed incasinato Alvie, che per sdebitarsi gli regala la
T-shirt)...
Nel suo percorso terapeutico e a proposito di magia, House incontra, complice un pianoforte, Lydia e grazie a questo personaggio assistiamo veramente alla metamorfosi di House, che si rivela capace di tenerezza e di amore e che si spoglia delle sue paure, affidandosi, per una volta, ad una donna in maniera completa, teneramente, senza orgoglio, falsi pudori, senza altro sentimento che non la voglia di stare con lei…Due anime solitarie che sanno che non avranno futuro, ma che colgono la loro occasione: Lydia è sincera, House le piace, semplicemente, e lui, dopo qualche diffidenza, decide di fidarsi, di scoprirsi . La prima scena d’amore completa dell’intera serie è sensuale, delicata, naturale e vera, con un House che si rivela bisognoso d’amore, come mai avremmo creduto, che riesce a stabilire un rapporto credibile senza filtri e che, complici certo anche gli antidepressivi e la terapia, lo rende sereno e pronto per affrontare di nuovo la vita….Inevitabile l’epilogo della storia, anticipato sicuramente rispetto alle aspettative di House, ma destinato ad esaurirsi comunque…L’importante non è questo. Lydia ha insegnato ad House che non è un isola e che è capace di amare di nuovo; Lydia gli ha permesso di aprirsi e di rimettersi in gioco come uomo; Lydia gli ha semplicemente insegnato che vale la pena di soffrire per amare, ma che è stupido soffrire a priori precludendosi ogni opportunità di rapporto, crogiolandosi nell’infelicità.