Buona partenza, direi!
Quasi mai, nella scorsa stagione, mi era capitato di voler subito rivedere una puntata: mi sembravano sciatte e superficiali; continuavo a seguire il telefilm per una specie di abitudine, ma non sentivo la necessità di approfondire il significato di un dialogo o le interazioni fra i personaggi.
Finalmente libera dall'Huddy (che mi interessava quando era fatto di schermaglie sottili, ma che nella settima stagione è stato concretizzato in un modo banalmente desolante), la serie ha ripreso profondità. Il primo episodio mi è parso voler riprendere le fila del carattere di House, per dimostrarci che in lui niente è cambiato: sarebbe disposto ad uccidere per una diagnosi, figuriamoci se gli pesa qualche mese di galera in più!
Dalle dottoresse che incontra nelle prime due puntate (e che, se ho ben capito, entreranno stabilmente nella serie) House riesce a tirar fuori il peggio ed il meglio: di certo legge nel loro intimo in modo così chiaro da rivelare gli aspetti nascosti della loro personalità, prima ancora che esse li abbiano accettati razionalmente.
Foreman come supervisore non mi dispiace: penso anzi che solo lui avrebbe potuto assumersi il gravoso compito. Come Cuddy, conosce abbastanza House per non fidarsi affatto di lui come persona e per ammirare incondizionatamente il suo genio medico. Inoltre in questo modo House può recuperare il rapporto alla pari con Wilson, caporeparto come lui. Degli altri per ora non sento la mancanza, sia perché credo che come personaggi siano stati sfruttati al limite delle loro potenzialità e non abbiano più molto da dire o da dare, sia perché sentivo la necessità di una ventata di freschezza, se non proprio di un nuovo inizio.
Interessante il caso clinico (e più ancora il caso psicologico, cioè il fatto che House voglia risolvere il problema a tutti i costi, non perché gli importi qualcosa della paziente, ma perché sa che la posta in gioco è riconquistare Wilson, dimostrandogli ancora una volta che - nonostante tutto - lui salva vite umane). Oltre all'interazione Hilson, mi ha fatto molto ridere il modo poco ortodosso con cui House cerca di riprendersi letteralmente il proprio studio (quanto mi sono mancate la lavagna, la poltrona, la pallina...! E quel modo tutto suo di mettere i piedi sulla scrivania!!!)