(Perdonate il titolo, ma quando non so che pesci pigliare smetto di scervellarmi e apro il libro di citazioni latine, che come titolo fa anche più figo.
)
Tra la fine della prima serie di Doctor Who e l'inizio della seconda, ho attraversato la più grossa fase di indottrinamento coatto su di un argomento della mia vita. Ho messo insieme un collage della vita del Dottore in base a quello che è stato detto nelle serie passate e quello che ho trovato su siti che trattano espressamente la faccenda (perché ci sono). L'argomento ovviamente nessuno tra i miei amici l'ha mai sentito nominare, ma ormai c'ho fatto il callo.
E dopotutto, non si può pretendere... non hanno l'anglosassonità che gli scorre nelle vene!
Detto questo, spero di aver giustificato abbastanza quello che seguirà.
Spiacente per il Decimo, ma il protagonista per tre quarti della storia sarà il Nono Dottore. E dato che per me era innamorato a modo suo di Rose, da questo pairing non mi schiodo, e spiegherò (spero) al di là del ragionevole dubbio, perché quei due devono stare insieme.
Ora basta ciance, e iniziamo.
***
Pianeta Terra, anno 200.100
Gamestation, precedentemente conosciuta come Satellite Five
“Che cosa hai fatto?” domandò il Dottore, esterrefatto.
“Ho guardato nel Tardis, e lui ha guardato dentro di me” rispose Rose, circondata dal vortice dorato che era il cuore del Tardis. Bella, e terribile, come solo una divinità poteva essere. E lei, in quel momento, lo era.
“Hai guardato dentro il Vortice del tempo, nessuno dovrebbe mai vederlo, Rose!”
E lo intendeva sul serio. Era una misura estrema, pericolosissima…mai avrebbe pensato di vederlo, figurarsi farlo. E Rose, una ragazzina diciannovenne terrestre, era stata più coraggiosa di lui.
“Questa è un’aberrazione!” gracchiò la voce metallica dell’imperatore dei Dalek.
“STERMINARE!” gli fece eco uno dei suoi Dalek. Ma le cose erano cambiate… non era più lui la creatura più potente in quella parte dell’universo. Tentò di colpire Rose, ma a Rose bastò un semplice gesto della mano per bloccare il raggio laser e rispedirlo indietro, come se non fosse mai stato lanciato.
“Io sono il lupo cattivo” disse Rose al Dottore. “ mi sono creata da sola. Ho preso le parole, e poi le ho sparse nel tempo e nello spazio” continuò, facendo un altro gesto con la mano, e spargendo le lettere del nome BAD WOLF, in modo che lei le potesse ritrovare in Gwyneth, nel progetto Blaidd Drwg, nei graffiti del Powell Estate. “Un messaggio per condurmi qui da te.”
“Rose, adesso devi smetterla. Devi smetterla, ti prego! Ora hai l’intero Vortice del Tempo che scorre nella tua testa, finirai per bruciare!”
E morire. E lui non voleva veder morire di nuovo la donna che…
Che amava? Era questo?
“Ti voglio al sicuro, mio Dottore. Protetto da quel falso dio.”
Il Dottore la guardò ancora a bocca aperta. Se Rose avesse saputo cosa esattamente quelle parole volessero dire per lui…
L’imperatore interruppe quel momento.
“Tu non puoi farmi del male, io sono immortale.”
Gli occhi di Rose ritornarono color dell’oro.
“Tu sei il nulla. Io vedo tutto, il tempo, lo spazio, ogni singolo atomo della tua inutile esistenza e li divido tra loro!” Un gesto della sua mano, di nuovo, e l’intera razza Dalek venne eliminata, nave dopo nave.
“Ogni cosa ritornerà polvere… Ogni cosa… Il male muore… La Guerra del Tempo finisce!”
“Io non posso morire! Io non posso morire!” urlò l’imperatore dei Dalek mentre la nave madre si dissolveva intorno a lui, incredulo nel vedere che la sua immortalità non era tale… incredulo nel sapere di essere stato sconfitto da una ragazzina terrestre che aveva dimostrato più coraggio e spirito di sacrificio di chiunque nell’universo.
Tutto era tornato polvere, come Rose aveva detto. Tutto era silenzio. Tutti erano morti. Satellite Five era deserta, eccetto che per loro due…
“Rose, ce l’hai fatta, ora basta. Fermati, o morirai!”
“Non lascerò andare tutto questo. Io porto la vita!” disse Rose, e mentre lo diceva si riferiva a Jack, che si era sacrificato per dare al Dottore il tempo di terminare la sua arma. Vedeva tutto… vedeva che Jack non aveva ancora finito il suo viaggio. E aveva agito in modo da aiutarlo. Ora poteva. Poteva fare tutto… Vedere ogni singolo angolo dell’universo, in ogni singolo momento della sua esistenza…
Gallifrey…“Ma questo è sbagliato! Non si possono controllare la vita e la morte!” ribatté il Dottore, attirando la sua attenzione nel presente.
“Ma io posso!” rispose Rose. Il sole e la luna, il giorno e la notte…ma perché sento dolore?”
Le belle sensazioni che aveva provato si stavano ritorcendo contro di lei. Ogni cosa che vedeva ora le procurava delle fitte fortissime. Il Dottore aveva ragione, stava per bruciare, non poteva sopportare tutto questo…
“Il potere ti ucciderà ed è solo colpa mia!”
Il Dottore… stava piangendo?
Per lei?
“Io vedo ogni cosa. Tutto ciò che è, ciò che è stato, e ciò che sarà.”
Theta…Quel nome apparve nella sua testa all’improvviso, come prima quel nome, Gallifrey. Non lo aveva mai sentito… eppure sapeva che era il nome del Dottore. Come sapeva che Gallifrey era il nome di un pianeta. Anzi, del pianeta del Dottore, andato distrutto durante la guerra con i Dalek. Si rese conto che se prima lei aveva potuto vedere quello che voleva, ora la cosa stava funzionando nel verso opposto. Qualcun altro le stava facendo vedere qualcosa. Rose non si oppose. Chiunque fosse le stava dando la forza di sopportare il Vortice… di renderlo meno doloroso…
“È quello che vedo anch’io, tutto il tempo. E questo non ti fa impazzire?”
Rose stava per rispondere di no, ma la forza del Tardis si fece più intensa. Il dolore era ritornato. Questa volta non se ne sarebbe andato…
“La mia testa…” si lamentò Rose.
“Vieni qui…” mormorò piano il Dottore, prendendole le mani e attirandola vicino a lui.
“Mi sta uccidendo…”
“Penso che ti serva un dottore.”
Rose stava per soccombere, e il Dottore lo sentiva chiaramente. La attirò verso di sé, e fece l’unica cosa che poteva liberarla di quel fardello che non era fatto per lei. Nessuno sopravviveva ad un vortice del tempo nella testa. Un Signore del Tempo, d’altro canto, aveva altri sistemi per garantirsi una sopravvivenza. Avvicinò il suo viso a quello di Rose, e la baciò con dolcezza. Subito sentì la fortissima energia del vortice passare da Rose al suo corpo, distruggendo le sue cellule… al termine, avrebbe dovuto rigenerarsi…sarebbe cambiato di nuovo… ma per Rose avrebbe fatto questo ed altro. Lei per lui lo aveva fatto.
Ma non si sarebbe mai aspettato quel che sarebbe successo. Rose aveva interrotto il bacio e il contatto, e usando l’energia e i poteri di controllo del tempo che il vortice le aveva dato e di cui era ancora in possesso, prese l’energia che il Dottore le aveva sottratto.
“Come ho detto. Ti voglio al sicuro, mio Dottore.”
“Rose non farlo, per l’amor del cielo, non farlo!”
Gli occhi di Rose ripresero la sfumatura dorata, e ben presto la nebbia dorata l’avvolse completamente, rendendo invisibile anche la sua sagoma. Il Dottore, abbagliato dalla luce dovette ripararsi gli occhi con un braccio per non finire accecato. E un attimo dopo, era tutto finito. Il vortice era ritornato nel Tardis, e Rose era scomparsa.
No, si corresse il Dottore, scivolando a terra e piangendo come non gli capitava da quando Gallifrey e sua moglie erano state distrutte. Rose era morta.
Ed era colpa sua. Era tornata indietro per salvare lui…
A terra notò uno degli anelli di Rose, unica cosa che fosse rimasta di lei. Lo strinse forte nella mano, e rialzatosi in piedi camminò dentro al Tardis.
Jack lo raggiunse poco dopo. Era ancora disorientato da quello che gli era successo, dal come fosse possibile che lui fosse ancora vivo, e aveva tutte le intenzioni di rimbecillire il Dottore di domande… poi notò le luci.
Normalmente il Tardis era luminoso, lo sentivi pulsare di vita ed energia. Adesso era come se ci fosse qualcosa che non andava. Le luci erano basse, quasi funeree. Come se la nave fosse… triste.
Ma il Dottore era vivo, ne era certo. Chi altri avrebbe potuto annientare i Dalek?
Rose era a casa, al sicuro.
E lui era vivo, anche se non sapeva come.
Quindi che diavolo era successo?
Poi sentì quello che sembrava l’eco di un urlo. Jack corse alla ricerca del Dottore.
C’era solo una cosa che poteva affliggere il Dottore e il Tardis a quel modo, ma era impossibile… Rose era al sicuro nel ventunesimo secolo…poi trovò il Dottore seduto sul pavimento in quella che era la stanza di Rose (o quello che ne rimaneva), distrutto.
Non doveva aver accettato di essere tenuta al sicuro, ed era tornata da lui pur sapendo che avrebbe pagato cara questa decisione.
Jack sorrise amaramente pensando a quanto questo fosse tipico di Rose Tyler.
Aveva fatto del suo meglio, ma non poteva aiutare chi non voleva essere aiutato. Il Dottore voleva soffrire. Jack alla fine aveva rinunciato a provare, e la sua decisione di lasciare il Tardis non fu per niente una sorpresa. L’unica cosa che chiese fu di essere lasciato nella Cardiff del ventunesimo secolo, che era anche l’ultimo posto dove le cose erano andate bene per lui, il Dottore e Rose.
Il Dottore non disse una parola, nemmeno quando Jack gli domandò se questo suo desiderio non avrebbe finito per cambiare la storia. Come spiegargli che sarebbe stato esattamente dove sarebbe dovuto essere? O quel che avrebbe fatto? Meglio che Jack lo scoprisse da solo, e pensasse che non gli importava più di tanto quel che avrebbe fatto d’ora in avanti. Avrebbe reso le cose più facili.
Scomparso anche Jack dalla sua vita, il Dottore si gettò a capofitto nei suoi viaggi. Ma non riusciva a sfuggirle. Rose era sempre lì nella sua testa, che gli sorrideva, che lo fulminava per un commento sarcastico, che lo guardava con negli occhi quel misto di amore e fiducia.
Avrebbe potuto evitare la questione in eterno, ma probabilmente fu proprio questo che gli fece decidere di inserire le coordinate spazio temporali per la Londra del ventunesimo secolo, e più specificamente per il Powell Estate. Rose era morta ormai da due mesi, e sua madre e Mickey l’Idiota non lo sapevano. Ora sarebbe riuscito a dare la notizia senza crollare a pezzi e a mantenere una certa aura di dignità, raccontando come Rose fosse morta salvando lui, la Terra, e l’intero universo.
Il Tardis si fermò, probabilmente allo stesso angolo dove si fermava sempre quando arrivava da quelle parti. Il Dottore poggiò entrambe le mani sulla consolle, fece un respiro profondo, dopodiché uscì dalla sua nave, preparandosi ad affrontare l’imminente uragano.
Appena uscito dal Tardis, il Dottore non fece in tempo a contare fino a cinque che Jackie Tyler si era già precitata fuori di casa, e verso di lui.
“Due mesi! DUE MESI! ‘Non lo farò mai più mamma, promesso’… Promesso, un cavolo! Vai via a quel modo, e non ti fai più sentire! Sono morta d’ansia! Rose Tyler, vieni fuori da quella cabina blu all’istante, voglio proprio sentire come ti giustifichi!”
Quasi non aveva notato il Dottore, e di questo lui era grato. Ritardava l’inevitabile, anche se di poco.
Jackie entrò nel Tardis strillando il nome Rose un paio di volte, e una volta uscita notò finalmente il Dottore.
“E tu” ringhiò Jackie “niente da dire a tua discolpa?”
“Ho fatto quanto mi è stato possibile, Jackie” mormorò il Dottore con aria assente. “L’avrei salvata, e protetta. L’avevo promesso. Ma è stata Rose a non permettermelo.”
Quasi non si era reso conto di aver espresso quel pensiero ad alta voce, ma quelle parole appena sussurrate avevano catturato in pieno l’attenzione della donna.
“Ma che cosa stai blaterando? Che cosa non ti ha permesso? Dov’è Rose? Dov’è mia figlia?”
Il Dottore distolse lo sguardo e chiuse gli occhi. Sbagliava, non era più forte di quello che era due mesi prima. E ora la tempesta lo avrebbe colpito in pieno.
Jackie indietreggiò barcollando di qualche passo, lentamente realizzando perché Rose non era lì con loro. Scuoteva la testa, continuando a ripetere che non poteva essere vero, poi iniziò a piangere e urlare. Il Dottore aveva fatto per metterle una mano sulla spalla, ma Jackie si era ritratta all’istante, furiosa.
“Non osare! È solo colpa tua! Ti sei portato via la mia bambina, l’hai portata via dalla sua casa, dalla sua famiglia, dal suo pianeta! Avevi giurato che era al sicuro! Dov’era questa sicurezza, eh? Dov’eri tu? Vattene, non voglio più vederti! Mickey aveva ragione su di te, sei solo un portatore di disgrazie! Vattene! Se mia figlia è morta è solo colpa tua!”
Jackie aveva sottolineato ogni frase con una pioggia di colpi contro il Dottore, che non accennò minimamente a difendersi. Meritava il suo odio, il suo disprezzo, e ogni cosa che stesse facendo e dicendo.
Silenziosamente, iniziò a piangere anche lui.
A Mickey, che aveva sentito il rumore del Tardis, e si era catapultato in strada per correre da Rose, bastò solo un secondo per capire che quello che aveva temuto era successo. Rose non era tornata. Si avvicinò a Jackie, che si aggrappò a lui, e Mickey ricambiò l’abbraccio stringendola forte, facendosi forza per non dare sfogo alla disperazione che provava dentro di sé.
Guardò il Dottore, e sentì una gran rabbia montargli dentro. Quell’uomo – no, non uomo, era un alieno, nemmeno una persona – gli aveva portato via per sempre la sua Rose.
In silenzio, ignorando le urla di Mickey che voleva risposte, il Dottore ritornò lentamente dentro al Tardis, chiudendo la porta. Ignorò le urla di Mickey e Jackie, i pugni e i calci sferrati contro la porta, incuranti di cosa gli altri avrebbero potuto pensare o dire.
Ad un certo punto smisero.
E per la prima volta da quando aveva visto Rose scomparire di fronte ai suoi occhi, si sentì completamente, disperatamente solo.
Edited by Jade_Cameron - 29/5/2006, 23:31